ROMA - Rendere più efficiente l'azione amministrativa di accertamento dei tributi "al tempo stesso evitando di trasformare il sistema fiscale in un ostacolo per la crescita dell'economia nazionale". E' la ricetta del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni per contrastare l'evasione fiscale tutelando le "imprese sane'.
BEFERA - "C'è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l'elusione e l'evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico". Così il direttore delle Entrate, Attilio Befera, sottolineando che l'ammontare delle tasse evase viene "stimato dalla Corte Conti in circa 130 miliardi". Sul versante dell'evasione fiscale, sottolinea Befera in occasione del convegno sulla legalità fiscale italiana, "nonostante l'impegno ed i grandi passi in avanti fatti negli ultimi anni c'è ancora molta strada da fare". Il fenomeno complessivo dell'economia sommersa "ha ricadute pesantissime sul sistema economico e sociale del Paese. Tali ricadute si manifestano sia direttamente, sul versante delle entrate erariali, oltre che falsando la normale e corretta concorrenza tra le imprese, sia indirettamente, sul versante delle prestazioni sociali", afferma inoltre Befera. Ed evidenzia che la mancata dichiarazione dei redditi conseguiti "determina un accesso indebito a quelle prestazioni sociali a cui, in gran parte, si accede sulla base della dichiarazione Isee, generando iniquità e perpetuando aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico". In questo periodo di crisi "l'effetto redistributivo derivante dall'azione dello Stato è sempre più importante", prosegue il direttore dell'Agenzia delle Entrate, ritenendo che la diseguaglianza reddituale "che sta sempre più accentuandosi, è la vera patologia della nostra epoca, minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale". "Nessuna economia nella nuova fase di competizione globale e dovendo fare i conti con l'attuale fase recessiva può sopportare livelli di evasione come quelli registrati in Italia", conclude Befera.
BEFERA - "C'è bisogno di dire una parola forte e certa, di affermare che l'elusione e l'evasione fiscale non sono compatibili con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico". Così il direttore delle Entrate, Attilio Befera, sottolineando che l'ammontare delle tasse evase viene "stimato dalla Corte Conti in circa 130 miliardi". Sul versante dell'evasione fiscale, sottolinea Befera in occasione del convegno sulla legalità fiscale italiana, "nonostante l'impegno ed i grandi passi in avanti fatti negli ultimi anni c'è ancora molta strada da fare". Il fenomeno complessivo dell'economia sommersa "ha ricadute pesantissime sul sistema economico e sociale del Paese. Tali ricadute si manifestano sia direttamente, sul versante delle entrate erariali, oltre che falsando la normale e corretta concorrenza tra le imprese, sia indirettamente, sul versante delle prestazioni sociali", afferma inoltre Befera. Ed evidenzia che la mancata dichiarazione dei redditi conseguiti "determina un accesso indebito a quelle prestazioni sociali a cui, in gran parte, si accede sulla base della dichiarazione Isee, generando iniquità e perpetuando aree di privilegio che non sono compatibili con un sistema civile e democratico". In questo periodo di crisi "l'effetto redistributivo derivante dall'azione dello Stato è sempre più importante", prosegue il direttore dell'Agenzia delle Entrate, ritenendo che la diseguaglianza reddituale "che sta sempre più accentuandosi, è la vera patologia della nostra epoca, minaccia il funzionamento della democrazia e il senso della coesione sociale". "Nessuna economia nella nuova fase di competizione globale e dovendo fare i conti con l'attuale fase recessiva può sopportare livelli di evasione come quelli registrati in Italia", conclude Befera.