Sheraton e Hilton di Bari, c’è un’ipotesi di accordo per evitare i licenziamenti

BARI - “E’ un’ipotesi di accordo innovativa che evita i licenziamenti attuali e tutela complessivamente per i prossimi anni tutti i livelli occupazionali, prevedendo sacrifici economici contenuti per i lavoratori. Oltretutto, il piano finanziario di salvataggio aziendale, predisposto dalle banche, non lascia alternative credibili e funzionali alla tutela dei posti di lavoro”.

Giuseppe Zimmari, segretario regionale della UIL TuCS (Turismo, Commercio e Servizi), commenta così l’ipotesi d’accordo raggiunta con la società Alberghi Bari srl, gestore degli Hotel Sheraton e Hilton di Bari, in merito alla procedura di mobilità per 25 lavoratori, per crisi aziendale, avviata il 30 settembre 2013.

“L’ipotesi di accordo – spiega Zimmari - in alternativa al licenziamento delle 25 unità che potrebbe pregiudicare la stessa sussistenza futura dell’attività aziendale, prevede l’intervento concertato su alcuni istituti contrattuali, allo scopo di realizzare un risparmio di circa 750.000 euro annui per il prossimo quadriennio, come previsto dal rapporto proposto dal consulente KPMG ai fini della continuità aziendale”.

Nello specifico, l’intesa stabilisce la riduzione del 10% delle retribuzioni del personale e del 50% dei superminimi, il congelamento dei rol con esclusione delle 32 ore di ex festività, il differimento del pagamento della 14^ mensilità al 2017, la previsione di un meccanismo premiale che, al raggiungimento di determinati obiettivi in termini di fatturato, ripartisce ai lavoratori dal 40% al 45% del surplus di fatturato stesso. In definitiva, al netto di tutte le misure i lavoratori avrebbero nel quadriennio una perdita secca inferiore a quella prevista in caso di applicazione di contratto di solidarietà o cassa integrazione straordinaria.

“Il meccanismo premiale – conclude Zimmari - avvalora il grado di trasparenza dell’ipotesi di accordo, laddove l’eventuale superamento degli indicatori economici condivisi attribuisce automaticamente un ristoro economico ai lavoratori”.
Il testo di accordo, non sottoscritto dalla Filcams-Cgil, sarà sottoposto a referendum dei lavoratori il giorno 18 dicembre 2013.

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