Ulivi malati, teniamo alta la soglia dell’attenzione ma no allarmismi

BARI - Bisogna  imparare ad affrontare le questioni importanti senza la smania dell’allarmismo. Non è possibile trattare situazioni complesse come la cosiddetta moria degli ulivi solo in termini di emergenza. Non si tratta di episodi di cronaca, ma di eventi connessi alla natura e all’ambiente, argomenti, quindi, che nessuno conosce meglio degli agricoltori e dei produttori.
Purtroppo, la vicenda è stata affrontata nel peggiore dei modi, con un clamore allarmistico che ha gettato  nel panico gli operatori agricoli e nel caos l’intero settore, arrivando, addirittura, a paventare l’ipotesi terrificante dell’abbattimento delle piante.
Dopo aver speso anni e risorse a livello nazionale e internazionale per sradicare la cultura tradizionale della raccolta delle olive con il progetto teso al miglioramento qualitativo dell’olio, adesso qualcuno pensa di poter sradicare gli alberi stessi da cui si trae un vitale sostentamento.
Occorre cambiare rotta. Quella fin qui seguita ha provocato tensione tra i produttori e confusione tra i consumatori, determinando guerre tra territori “sani” e il Salento “malato”.
E ancora, guerra tra vivaisti e olivicultori, senza capire che l’intesa e l’unità di intenti sono alla base di ogni possibile soluzione.
A questo si aggiunga il ruolo strategico che gioca l’Europa, davanti alla quale non è possibile arretrare o fare la parte degli sprovveduti.
L’Unione Europea ha finanziato per anni gli aiuti alla produzione e l’ammodernamento tecnologico del settore olivicolo, ecco perché non possiamo giocare la partita a perdere. Dobbiamo giocare per vincerla.
Esorto, pertanto, gli operatori del settore, i rappresentanti istituzionali e gli organi di informazione ad uscire dal ghetto dell’allarmismo e ad affrontare la piazza del confronto sereno, ma efficace sulla delicata questione, mantenendo alta l’attenzione su una problematica di vitale importanza per l’economia del nostro territorio, problematica che mi pare si sia inabissata inspiegabilmente negli ultimi giorni.
La storia della xylella fastidiosa, torno a ripetere, non può essere derubricata come un fatto di cronaca che tiene i riflettori puntati addosso finché suscita emozione.
A riferirlo in una nota Fabio Ingrosso Vice Presidente Vicario Copagri Puglia.

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