“Un centro diagnostico tra i primi in Italia”: Introna visita il carcere di Bari

BARI - “Ho verificato la professionalità di dirigenti e personale carcerario, che si impegnano insieme a tutti i collaboratori scolastici e civili, sanitari e infermieristici, svolgendo con passione il loro lavoro nella struttura carceraria. Ed ho augurato ai detenuti di tornare ad essere cittadini liberi e rispettati, una volta pagato il debito”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha visitato la Casa Circondariale di Bari. Un sopralluogo negli ambienti del Centro diagnostico e terapeutico (CDT), che si è esteso ad altri locali comuni, dove si svolgevano le prove della recita natalizia e del coro (nella cappella al pianterreno).

Il CDT del penitenziario barese, diretto dal dott. Nicola Buonvino, è una struttura sanitaria “dietro le sbarre” tra le più efficienti in Italia e dispone di attrezzatture moderne. Problemi sono stati segnalati invece per il “gabbione”, il padiglione carcerario all’interno del Policlinico di Bari, tanto per i ricoverati che per il personale di sorveglianza. Il presidente del Consiglio regionale si è detto disposto ad approfondire le criticità in un incontro a gennaio, alla ricerca di possibili soluzioni.

Introna, accompagnato dal garante regionale delle persone sottoposte a limitazione della libertà Pietro Rossi, è stato ricevuto dal provveditore dell’Amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone, dalla direttrice dell’istituto di pena Lidia De Leonardis con la vice Rita Furio e la comandante della Polizia penitenziaria comm. Francesca De Musso (vertici tutti al femminile nel carcere barese) e dal responsabile dell'area educativa, Tommaso Minervini.

Secondo la conta giornaliera, a Bari sono ospitati nelle diverse sezioni (una chiusa per lavori) 410 detenuti, un terzo dei quali stranieri, sulla capienza di 292 posti. Il sovraffollamento si registra nella sezione di media sicurezza e l’indulto all’esame del Consiglio dei ministri dovrebbe interessare una ventina di condannati in via definitiva, in una popolazione carceraria per la metà costituita da detenuti in attesa di giudizio.

“In questi ambienti, tra questi ospiti, vedendo le condizioni di lavoro del personale, si avverte l’urgenza della riforma della giustizia e di interventi sui tempi dei processi, per garantire la certezza del giudizio”, ha osservato  Introna. E una volta all’esterno del carcere, per scongiurare una condanna aggiuntiva alla marginalità bisogna garantire l’inserimento nel mondo del lavoro, anche se la crisi ci sta letteralmente divorando”.

Diventa essenziale perciò l’ impegno per l’inclusione sociale e lavorativa, sottolineato dal garante Rossi, che ha annunciato un’ iniziativa di valore culturale e riscatto sociale. Laboratori di avviamento al mestiere teatrale prepareranno scenografi attrezzisti e costumisti nei penitenziari di Altamura e Bari. Una troupe di “maestri” provvederà alla formazione e come saggio finale verrà realizzato un corto cinematografico, protagonisti detenuti e detenute dei due istituti, che svilupperà un soggetto altamente simbolico sul tema del rispetto dei minori.

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