MESAGNE (BR). Proseguono gli eventi culturali nella città di Mesagne: sabato 25 gennaio, a partire dalle ore 17:30 nell’Auditorium del Castello Normanno-Svevo, si terrà la presentazione del libro “Ir(r)ispettabili. Il consenso sociale alle mafie", edito da Rubettino Editore e scritto da Alfredo Mantovano e Domenico Airoma. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione “Progettiamo Mesagne” insieme alla locale sezione della Confcommercio ed è patrocinata dalla Camera di Commercio di Brindisi e dal Comune di Mesagne.
Saranno presenti gli autori, il Procuratore della Repubblica di Brindisi, dottor Marco di Napoli, il Giudice del Tribunale Ecclesiastico pugliese, Don Pietro De Punzio. Modera l’incontro il direttore di senzacolonnenews.it Gianmarco Di Napoli. I saluti istituzionali saranno affidati al sindaco Franco Scoditti.
Si tratta di un appuntamento utile per tornare ad analizzare il fenomeno criminale, attraverso l’importante testimonianza dei relatori e attraverso l’analisi del libro dalle cui pagine emergono due esperienza: quella dei due magistrati. Un magistrato con articolata esperienza di contrasto alla camorra e alla ’ndrangheta. Un magistrato «di ritorno», con nove anni alle spalle di attività al Ministero dell’Interno e quindici in Parlamento. Entrambi danno per scontato che per sconfiggere le mafie siano necessarie seria prevenzione ed efficace repressione: per entrambi tutto ciò coincide con decenni di vita professionale. Sono ben consapevoli delle reti di complicità che i clan hanno costruito con pezzi della politica, dell’economia e della finanza. Pongono un tema ulteriore e preoccupante: quello del crescente consenso sociale verso le organizzazioni mafiose nelle zone in cui tali forme criminali sono tradizionalmente presenti. Lo affrontano distinguendo tre aspetti: - la descrizione del fenomeno, l’anamnesi, che identifica con esempi concreti le principali manifestazioni del consenso: dalla copertura dei latitanti alla gestione delle società sportive, dall’uso delle devozioni popolari alle canzoni apologetiche dei mafiosi, fino alla raffigurazione scenica degli stessi mafiosi nelle fiction; - lo sforzo di comprendere le ragioni del consenso, la diagnosi; - infine, la terapia, cioè le buone pratiche da diffondere per recuperare consenso alle istituzioni. Gli spunti contenuti nel volume possono costituire un punto di partenza per decisioni chiare e forti. Da parte di chi non è mafioso e non ha ruoli istituzionali, e tuttavia può essere chiamato a operare una scelta: in banca, a scuola, in parrocchia, in un concerto, in un campo di calcio. È singolare che su questi fronti si giochi la partita della liberazione dell’Italia dalle mafie: ma sono i fatti a rendere ciò drammatica-mente esplicito.
Daniele Martini
Saranno presenti gli autori, il Procuratore della Repubblica di Brindisi, dottor Marco di Napoli, il Giudice del Tribunale Ecclesiastico pugliese, Don Pietro De Punzio. Modera l’incontro il direttore di senzacolonnenews.it Gianmarco Di Napoli. I saluti istituzionali saranno affidati al sindaco Franco Scoditti.
Si tratta di un appuntamento utile per tornare ad analizzare il fenomeno criminale, attraverso l’importante testimonianza dei relatori e attraverso l’analisi del libro dalle cui pagine emergono due esperienza: quella dei due magistrati. Un magistrato con articolata esperienza di contrasto alla camorra e alla ’ndrangheta. Un magistrato «di ritorno», con nove anni alle spalle di attività al Ministero dell’Interno e quindici in Parlamento. Entrambi danno per scontato che per sconfiggere le mafie siano necessarie seria prevenzione ed efficace repressione: per entrambi tutto ciò coincide con decenni di vita professionale. Sono ben consapevoli delle reti di complicità che i clan hanno costruito con pezzi della politica, dell’economia e della finanza. Pongono un tema ulteriore e preoccupante: quello del crescente consenso sociale verso le organizzazioni mafiose nelle zone in cui tali forme criminali sono tradizionalmente presenti. Lo affrontano distinguendo tre aspetti: - la descrizione del fenomeno, l’anamnesi, che identifica con esempi concreti le principali manifestazioni del consenso: dalla copertura dei latitanti alla gestione delle società sportive, dall’uso delle devozioni popolari alle canzoni apologetiche dei mafiosi, fino alla raffigurazione scenica degli stessi mafiosi nelle fiction; - lo sforzo di comprendere le ragioni del consenso, la diagnosi; - infine, la terapia, cioè le buone pratiche da diffondere per recuperare consenso alle istituzioni. Gli spunti contenuti nel volume possono costituire un punto di partenza per decisioni chiare e forti. Da parte di chi non è mafioso e non ha ruoli istituzionali, e tuttavia può essere chiamato a operare una scelta: in banca, a scuola, in parrocchia, in un concerto, in un campo di calcio. È singolare che su questi fronti si giochi la partita della liberazione dell’Italia dalle mafie: ma sono i fatti a rendere ciò drammatica-mente esplicito.
Daniele Martini