LECCE - Si svolgerà a Lecce dal 28 gennaio al 2 febbraio il XXX Congresso Nazionale dell’Apicoltura Professionale. Un evento che richiamerà in città diverse centinaia di apicoltori.L’evento è stato presentato venerdì 24 gennaio, alle ore 11.30, nella sala giunta di Palazzo Carafa, alla presenza dell’assessore alle Politiche Ambientali, Andrea Guido e del presidente regionale degli apicoltori (Arap), Daniele Greco.
Ad organizzare questo importante appuntamento nazionale che ha potuto contare sul sostegno dell’Assessorato Agricoltura della Regione Puglia e del Comune di Lecce sono stati l’AAPI (Associazione Apicoltori Professionisti Italiani), l'Associazione regionale apicoltori pugliesi (ARAP) e l’UNAAPI (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), in collaborazione con AIAAR, Ambasciatori dei Mieli, e l’Associazione Pasticcieri Salentini.
La Puglia è una delle Regioni italiane in cui le api hanno il maggior sviluppo primaverile. Ciò ha permesso un forte incremento nell'allevamento e nella vendita difamiglie di api; ne consegue che il numero di occupati nel settore si sia moltiplicato negli ultimi anni.
“Questa significativa presenza di aziende apistiche – ha spiegato Daniele Greco, presidente di ARAP (Associazione regionale apicoltori pugliesi) - ha contribuito a far cadere la scelta della sede del Congresso Nazionale di quest'anno in Puglia e sulla città di Lecce.Gli alveari censiti in Regione nel 2012 sono stati circa 19.000 con un numero di apicoltori pari a 400-450.La produzione di miele nella nostra regione è pari a 25 -35 kg in media per alveare . Abbiamo delle punte di eccellenza che hanno delle produzioni superiori sia per alveari stanziali ed in particolare per quelli nomadi”.
“E' evidente – prosegue Greco - che in questo settore, come nei restanti comparti agricoli, la padronanza delle tecniche produttive e lo sviluppo delle conoscenza sono la base della crescita professionale ed economica del settore. La produzione di miele della Puglia potrebbe assestarsi tra 5 5./6.500 quintali annui mentre quella nazionale supera i 300.000. Quasi tutto il miele prodotto in Puglia trova collocazione sul mercato regionale con vendite del prodotto confezionato”."Oggi – conclude Greco - nell'apicoltura italiana e pugliese in particolare, accanto alla tradizionale produzione delle varie tipologie di miele, sta diventando importante la produzione delle api regine, di razza ligustica, che ha nel sud Italia notevoli potenzialità di crescita e di sviluppo".
Nella prima parte del congresso si terrà un seminario specifico su questo argomento in collaborazione con l'AlAAR associazione italiana allevatori api regine.
Il 2013 si chiude con un risultato positivo per l'apicoltura italiana; mentre alcune zone hanno patito, in particolare le mancate produzioni primaverili, altre che da anni erano in sofferenza hanno finalmente realizzato importanti risultati. Il mercato e la domanda hanno confermato quotazioni attestate su livelli decisamente sostenuti, nonostante il paese oggi affronti una fase di contrazione di consumi e di grande difficoltà nel mercato interno. Ma l'andamento di produzione e mercato rappresentano anche da non sottovalutare.La criticità più rilevante è, senza dubbio, il fattore ambientale, la difficoltà crescente di produrre e di riuscire a far sopravvivere le api.La possibilità di pascoli potenzialmente fruttuosi si sta via via riducendo, sia nel tempo e sia nello spazio. Molte aree di pianura si sono desertificate per le api; la vicinanza con colture viticole e frutticole è sempre più problematica per produttività e sanità degli alveari; le colture orticole sono a rischio sempre più elevato e quest'anno, nel centro Italia, si sono registrate le prime e gravi avvisaglie di morie e di spopolamenti sul raccolto di girasole.
Perdita di biodiversità botanica; estremizzazione climatica e incremento dell'usodi molecole: dagli effetti disastrosi e subdoli nel tempo, delineano le tendenze con cui saremo sempre più chiamati a fare i conti. A spiegare la situazione è Claudio Cauda, presidente dell’AAPI (Associazione apicoltori professionisti italiani): “L'AAPI, dando il suo attivo contributo all'insieme di attività dell'Unaapi e di Bee Life -Coordinamento Apistico Europeo - ha saputo dimostrare come, anche su questo terreno si può contribuire al raggiungimento di risultati importanti se non eclatanti. E’ un confronto duro, che si gioca su vari piani: tecnico scientifico, politico, della comunicazione. La sfida è riuscire a far si che tali evidenze possano essere leggibili e lette laddove si decide, a Bruxelles”.
Per questo è stata avviata una grande sottoscrizione apistica annuale con la quale destinare le risorse ricavate al proseguimento dell'attività di pressione del Coordinamento Apistico Europeo - Bee Life - sul Parlamento europeo, affinché non venga disperso il patrimonio di conoscenze e professionalità acquisito, ma anzi possa ulteriormente crescere. Questi e altri temi saranno al centro del XXX Congresso dell'apicoltura professionale italiana che potrà contare su numerosi contributi, anche con personalità provenienti da oltre oceano.
Ad organizzare questo importante appuntamento nazionale che ha potuto contare sul sostegno dell’Assessorato Agricoltura della Regione Puglia e del Comune di Lecce sono stati l’AAPI (Associazione Apicoltori Professionisti Italiani), l'Associazione regionale apicoltori pugliesi (ARAP) e l’UNAAPI (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), in collaborazione con AIAAR, Ambasciatori dei Mieli, e l’Associazione Pasticcieri Salentini.
La Puglia è una delle Regioni italiane in cui le api hanno il maggior sviluppo primaverile. Ciò ha permesso un forte incremento nell'allevamento e nella vendita difamiglie di api; ne consegue che il numero di occupati nel settore si sia moltiplicato negli ultimi anni.
“Questa significativa presenza di aziende apistiche – ha spiegato Daniele Greco, presidente di ARAP (Associazione regionale apicoltori pugliesi) - ha contribuito a far cadere la scelta della sede del Congresso Nazionale di quest'anno in Puglia e sulla città di Lecce.Gli alveari censiti in Regione nel 2012 sono stati circa 19.000 con un numero di apicoltori pari a 400-450.La produzione di miele nella nostra regione è pari a 25 -35 kg in media per alveare . Abbiamo delle punte di eccellenza che hanno delle produzioni superiori sia per alveari stanziali ed in particolare per quelli nomadi”.
“E' evidente – prosegue Greco - che in questo settore, come nei restanti comparti agricoli, la padronanza delle tecniche produttive e lo sviluppo delle conoscenza sono la base della crescita professionale ed economica del settore. La produzione di miele della Puglia potrebbe assestarsi tra 5 5./6.500 quintali annui mentre quella nazionale supera i 300.000. Quasi tutto il miele prodotto in Puglia trova collocazione sul mercato regionale con vendite del prodotto confezionato”."Oggi – conclude Greco - nell'apicoltura italiana e pugliese in particolare, accanto alla tradizionale produzione delle varie tipologie di miele, sta diventando importante la produzione delle api regine, di razza ligustica, che ha nel sud Italia notevoli potenzialità di crescita e di sviluppo".
Nella prima parte del congresso si terrà un seminario specifico su questo argomento in collaborazione con l'AlAAR associazione italiana allevatori api regine.
Il 2013 si chiude con un risultato positivo per l'apicoltura italiana; mentre alcune zone hanno patito, in particolare le mancate produzioni primaverili, altre che da anni erano in sofferenza hanno finalmente realizzato importanti risultati. Il mercato e la domanda hanno confermato quotazioni attestate su livelli decisamente sostenuti, nonostante il paese oggi affronti una fase di contrazione di consumi e di grande difficoltà nel mercato interno. Ma l'andamento di produzione e mercato rappresentano anche da non sottovalutare.La criticità più rilevante è, senza dubbio, il fattore ambientale, la difficoltà crescente di produrre e di riuscire a far sopravvivere le api.La possibilità di pascoli potenzialmente fruttuosi si sta via via riducendo, sia nel tempo e sia nello spazio. Molte aree di pianura si sono desertificate per le api; la vicinanza con colture viticole e frutticole è sempre più problematica per produttività e sanità degli alveari; le colture orticole sono a rischio sempre più elevato e quest'anno, nel centro Italia, si sono registrate le prime e gravi avvisaglie di morie e di spopolamenti sul raccolto di girasole.
Perdita di biodiversità botanica; estremizzazione climatica e incremento dell'usodi molecole: dagli effetti disastrosi e subdoli nel tempo, delineano le tendenze con cui saremo sempre più chiamati a fare i conti. A spiegare la situazione è Claudio Cauda, presidente dell’AAPI (Associazione apicoltori professionisti italiani): “L'AAPI, dando il suo attivo contributo all'insieme di attività dell'Unaapi e di Bee Life -Coordinamento Apistico Europeo - ha saputo dimostrare come, anche su questo terreno si può contribuire al raggiungimento di risultati importanti se non eclatanti. E’ un confronto duro, che si gioca su vari piani: tecnico scientifico, politico, della comunicazione. La sfida è riuscire a far si che tali evidenze possano essere leggibili e lette laddove si decide, a Bruxelles”.
Per questo è stata avviata una grande sottoscrizione apistica annuale con la quale destinare le risorse ricavate al proseguimento dell'attività di pressione del Coordinamento Apistico Europeo - Bee Life - sul Parlamento europeo, affinché non venga disperso il patrimonio di conoscenze e professionalità acquisito, ma anzi possa ulteriormente crescere. Questi e altri temi saranno al centro del XXX Congresso dell'apicoltura professionale italiana che potrà contare su numerosi contributi, anche con personalità provenienti da oltre oceano.