BARI - Stanno via via rimpatriando le 24 coppie di italiani che, un paio di mesi fa, si erano recate nella Repubblica del Congo. Il 27 settembre scorso, la Direzione Nazionale delle Migrazioni del Congo ha informato tutte le ambasciate dei Paesi di accoglienza della sospensione per 12 mesi (a partire dal 25 settembre) del rilascio dei permessi di uscita per i bambini adottati dalle famiglie straniere. Ad ottobre, poi, le autorità congolesi hanno permesso la creazione di una lista di coppie, con documentazione valida antecedente la sospensione, che avrebbero potuto portare a compimento l’adozione dei bambini. I primi di novembre, dopo essersi recata a Kinshasa per un incontro con le autorità locali, la Ministro per l’integrazione Cécile Kyenge (nonché Presidente della Commissione per le adozioni internazionali, CAI) ha rassicurato tutti che sarebbero state ripristinate immediatamente tutte le pratiche di adozione che avevano già ottenuto l'approvazione definitiva dal Governo africano. Ma nonostante l’impegno della Ministro di origine congolese nonché la comprovata regolarità e completezza della documentazione presentata dai genitori, la situazione è attualmente in una fase di stallo che non ha consentito ai genitori di tornare in Italia con i bambini adottati.
“Mi chiedo se il Ministro Kyenge sia al corrente che le adozioni internazionali sono disciplinate dalla Convenzione dell’Aja e che la Repubblica Democratica del Congo non ha sottoscritto né questa convenzione né un trattato bilaterale con l’Italia in tema di adozioni – dichiara il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S), Commissione Esteri – Le poche pratiche che pure giungono a conclusione in questo Stato dipendono dai giudici locali e sono spesso oggetto di forti contestazioni. Sembra che questo sia l’ennesimo caso in cui il Governo Letta sta dimostrando tutta la sua debolezza ed inadeguatezza. La Ministro Kyenge, infatti, non ha fatto altro che dare sinora risposte insoddisfacenti e non convincenti alle interrogazioni presentate: per questo cerchiamo spiegazioni chiare per fare in modo che i genitori, a cui va tutta la mia solidarietà, possano completare l’iter d’adozione, avendo regolare documentazione della CAI. Assicuro loro che faremo il possibile affinché la situazione si risolva quanto prima e possano riabbracciare i bambini”.
Proprio in questi giorni le coppie italiane stanno lasciando il Congo, uno stato africano che vive un periodo turbolento dovuto agli scontri interni, a causa della scadenza dei visti e delle pratiche di adozione ancora in stand by. Tra di loro anche i coniugi baresi Massimo De Toma e Roberta Roselli che non hanno potuto portare con sé a Bari la piccola Elisabeth.
“Mi chiedo se il Ministro Kyenge sia al corrente che le adozioni internazionali sono disciplinate dalla Convenzione dell’Aja e che la Repubblica Democratica del Congo non ha sottoscritto né questa convenzione né un trattato bilaterale con l’Italia in tema di adozioni – dichiara il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S), Commissione Esteri – Le poche pratiche che pure giungono a conclusione in questo Stato dipendono dai giudici locali e sono spesso oggetto di forti contestazioni. Sembra che questo sia l’ennesimo caso in cui il Governo Letta sta dimostrando tutta la sua debolezza ed inadeguatezza. La Ministro Kyenge, infatti, non ha fatto altro che dare sinora risposte insoddisfacenti e non convincenti alle interrogazioni presentate: per questo cerchiamo spiegazioni chiare per fare in modo che i genitori, a cui va tutta la mia solidarietà, possano completare l’iter d’adozione, avendo regolare documentazione della CAI. Assicuro loro che faremo il possibile affinché la situazione si risolva quanto prima e possano riabbracciare i bambini”.
Proprio in questi giorni le coppie italiane stanno lasciando il Congo, uno stato africano che vive un periodo turbolento dovuto agli scontri interni, a causa della scadenza dei visti e delle pratiche di adozione ancora in stand by. Tra di loro anche i coniugi baresi Massimo De Toma e Roberta Roselli che non hanno potuto portare con sé a Bari la piccola Elisabeth.
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