BARI - "Così la famiglia De Toma torna a bari senza la loro Elisabeth. L'appello della signora Rosellli è rimasto inascoltato e isolato. Assurdo che il Parlamento non incalzi il Governo italiano ad una maggiore efficacia negli interventi, pur e soprattutto nella delicatezza e difficoltà del caso.
Da novembre scorso 24 famiglie italiane, tra cui una barese, sono bloccate a Kinshasa, la capitale del Congo. Da due mesi il governo italiano, ora con il ministro dell'integrazione Kyenge, ora con quello degli esteri, Bonino, per ultimo col presidente Letta che ha inviato una delegazione a Natale - tardivamente, direi - sta ripetendo l'ennesima pessima figura internazionale confermando l'assenza di autorevolezza e di capacità diplomatica nei rapporti con il resto del mondo.
Il ministro degli esteri italiano ha lamentato, tra l’altro, il mancato rispetto da parte del governo congolese degli accordi <verbali> intercorsi tra il ministro dell'interno del Congo e il nostro ministro Kyenge.
Che non ci possano essere accordi <verbali> tra Stati, tra l'altro in una vicenda così delicata e in un momento particolarmente difficile per via della situazione politica del Congo, lo capirebbe anche un bambino. Non vogliamo e non possiamo stendere un velo pietoso su questo atteggiamento. Purtroppo non siamo su Scherzi a parte e mentre la pantomima continua, i nostri connazionali attendono di poter riportare in Italia i loro figli regolarmente adottati in Congo, strappati alla guerra, alla fame e sottratti ad un destino certamente difficile e doloroso.
La lettera straziante scritta da Roberta Roselli, la mamma di Elisabeth, una delle 24 mamme di questi bambini e che rappresenta il dolore di tutte le altre, rivolta soprattutto al premier Letta, ci richiamava alle nostre responsabilità e ci imponeva un sussulto di dignità, oltre che di presa di coscienza collettiva rispetto ad una incisività pari a zero del governo italiano che non può continuare a seminare drammi, né in Congo né in India dove - lo ricordiamo - da due anni sono trattenuti agli arresti i nostri due marò sulla cui vicenda si registra ancora un rinvio nella più assoluta insipienza dei vertici italiani.
Al di là di ogni appartenenza politica, io mi auguro che finalmente tutti i parlamentari, in maniera assolutamente trasversale, facciano sentire forte la voce del Parlamento italiano e incalzino il Governo perché siano adottati provvedimenti più coraggiosi, incisivi e immediati in modo che tutto si concluda positivamente e questi bambini possano tornare in Italia con i loro genitori. L'appello di Roberta Roselli è sinora rimasto isolato e il risultato è che lei e suo marito si preparano a tornare in Italia senza la loro bambina. Si tratta di una sconfitta per tutti noi se non incalziamo il Governo a fornire il nostro sostegno concreto".
Lo dichiara in una nota il sen. d'Ambrosio Lettieri, capogruppo FI-PdL 12^ Commissione permanente Senato e coordinatore FI Grande Città di Bari.
Da novembre scorso 24 famiglie italiane, tra cui una barese, sono bloccate a Kinshasa, la capitale del Congo. Da due mesi il governo italiano, ora con il ministro dell'integrazione Kyenge, ora con quello degli esteri, Bonino, per ultimo col presidente Letta che ha inviato una delegazione a Natale - tardivamente, direi - sta ripetendo l'ennesima pessima figura internazionale confermando l'assenza di autorevolezza e di capacità diplomatica nei rapporti con il resto del mondo.
Il ministro degli esteri italiano ha lamentato, tra l’altro, il mancato rispetto da parte del governo congolese degli accordi <verbali> intercorsi tra il ministro dell'interno del Congo e il nostro ministro Kyenge.
Che non ci possano essere accordi <verbali> tra Stati, tra l'altro in una vicenda così delicata e in un momento particolarmente difficile per via della situazione politica del Congo, lo capirebbe anche un bambino. Non vogliamo e non possiamo stendere un velo pietoso su questo atteggiamento. Purtroppo non siamo su Scherzi a parte e mentre la pantomima continua, i nostri connazionali attendono di poter riportare in Italia i loro figli regolarmente adottati in Congo, strappati alla guerra, alla fame e sottratti ad un destino certamente difficile e doloroso.
La lettera straziante scritta da Roberta Roselli, la mamma di Elisabeth, una delle 24 mamme di questi bambini e che rappresenta il dolore di tutte le altre, rivolta soprattutto al premier Letta, ci richiamava alle nostre responsabilità e ci imponeva un sussulto di dignità, oltre che di presa di coscienza collettiva rispetto ad una incisività pari a zero del governo italiano che non può continuare a seminare drammi, né in Congo né in India dove - lo ricordiamo - da due anni sono trattenuti agli arresti i nostri due marò sulla cui vicenda si registra ancora un rinvio nella più assoluta insipienza dei vertici italiani.
Al di là di ogni appartenenza politica, io mi auguro che finalmente tutti i parlamentari, in maniera assolutamente trasversale, facciano sentire forte la voce del Parlamento italiano e incalzino il Governo perché siano adottati provvedimenti più coraggiosi, incisivi e immediati in modo che tutto si concluda positivamente e questi bambini possano tornare in Italia con i loro genitori. L'appello di Roberta Roselli è sinora rimasto isolato e il risultato è che lei e suo marito si preparano a tornare in Italia senza la loro bambina. Si tratta di una sconfitta per tutti noi se non incalziamo il Governo a fornire il nostro sostegno concreto".
Lo dichiara in una nota il sen. d'Ambrosio Lettieri, capogruppo FI-PdL 12^ Commissione permanente Senato e coordinatore FI Grande Città di Bari.
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