a cura del fondatore dei Ghost Hunters Puglia, Mario Contino - La Zinzulusa è una grotta naturale costiera, situata lungo il litorale salentino tra Castro e Santa Cesarea Terme.
Il particolare nome di questa antichissima grotta, formatasi per l'azione erosiva del mare e fatta risalire al Pliocene, deriva dal termine dialettale “Zinzuli”, ossia stracci, e si riferisce alla particolare conformità della stessa con stallatiti che ricordano proprio vecchi straccia appesi.
La leggenda più diffusa vuole che in un passato ormai dimenticato da tutti vivesse un uomo crudele e meschino, un barone signore di quelle terre.
L'uomo badava solo ai suoi interessi e per il suo spregevole comportamento causò la morte della moglie che si ammalò per via del dolore che provava ogni giorno nell'assistere impotente all'insano comportamento del marito.
L'uomo non seppe trarre alcun insegnamento dal lutto che colpì la sua famiglia e probabilmente non si senti minimamente responsabile per lo stesso, continuò a vivere come aveva sempre fatto e pur essendo facoltoso e ricco costrinse la sua unica figlia a vivere di stenti e vestirsi con vecchi stracci, 'zinzuli' per l'appunto.
L'intera faccenda non sfuggì agli occhi di una potentissima fata, anche se alcuni dicono di una strega bianca: quest'ultima fece sì che la fanciulla andasse in sposa ad un principe buono ed innamorato della stessa.
Al momento dell'incontro tra i due ragazzi, la fata lanciò un potente incantesimo e vestì la fanciulla con un bellissimo ed elegantissimo vestito, lanciò i suoi vecchi stracci giù per la scogliera ed il vento li portò all'ingresso di un antichissima grotta dove gli stessi si pietrificarono.
Quei vecchi vestiti, quei 'zinzuli', formano le odierne stallatiti e danno il nome alla grotta stessa.
Il perfido padre della ragazza fu gettato all'interno della Zinzulusa e precipitò dritto all'inferno, al posto della voragine apertasi per inghiottire l'uomo si formò poi il lago 'Cocito'.
I gamberetti che abitualmente vivevano nella grotta non sopportarono la vista di tanta malvagità e nel momento in cui il padre della fanciulla cadde nell'inferno essi divennero ciechi per sempre.
Una leggenda molto interessante, soprattutto se si pensa al fatto che all'interno della grotta della Zinzulusa, oggi meta turistica molto frequentata, vive realmente una specie di gamberetto cieco e senza pigmenti: il Typhlocaris salentino.
Il particolare nome di questa antichissima grotta, formatasi per l'azione erosiva del mare e fatta risalire al Pliocene, deriva dal termine dialettale “Zinzuli”, ossia stracci, e si riferisce alla particolare conformità della stessa con stallatiti che ricordano proprio vecchi straccia appesi.
La leggenda più diffusa vuole che in un passato ormai dimenticato da tutti vivesse un uomo crudele e meschino, un barone signore di quelle terre.
L'uomo badava solo ai suoi interessi e per il suo spregevole comportamento causò la morte della moglie che si ammalò per via del dolore che provava ogni giorno nell'assistere impotente all'insano comportamento del marito.
L'uomo non seppe trarre alcun insegnamento dal lutto che colpì la sua famiglia e probabilmente non si senti minimamente responsabile per lo stesso, continuò a vivere come aveva sempre fatto e pur essendo facoltoso e ricco costrinse la sua unica figlia a vivere di stenti e vestirsi con vecchi stracci, 'zinzuli' per l'appunto.
L'intera faccenda non sfuggì agli occhi di una potentissima fata, anche se alcuni dicono di una strega bianca: quest'ultima fece sì che la fanciulla andasse in sposa ad un principe buono ed innamorato della stessa.
Al momento dell'incontro tra i due ragazzi, la fata lanciò un potente incantesimo e vestì la fanciulla con un bellissimo ed elegantissimo vestito, lanciò i suoi vecchi stracci giù per la scogliera ed il vento li portò all'ingresso di un antichissima grotta dove gli stessi si pietrificarono.
Quei vecchi vestiti, quei 'zinzuli', formano le odierne stallatiti e danno il nome alla grotta stessa.
Il perfido padre della ragazza fu gettato all'interno della Zinzulusa e precipitò dritto all'inferno, al posto della voragine apertasi per inghiottire l'uomo si formò poi il lago 'Cocito'.
I gamberetti che abitualmente vivevano nella grotta non sopportarono la vista di tanta malvagità e nel momento in cui il padre della fanciulla cadde nell'inferno essi divennero ciechi per sempre.
Una leggenda molto interessante, soprattutto se si pensa al fatto che all'interno della grotta della Zinzulusa, oggi meta turistica molto frequentata, vive realmente una specie di gamberetto cieco e senza pigmenti: il Typhlocaris salentino.