Maro': "India rischia accusa violazione diritti umani"

ROMA - "Ci preme sottolineare che a dispetto di cosi' tanto tempo senza la formulazione di accuse, e' del tutto plausibile che Latorre e Girone tornino a casa: e' l'unica soluzione che puo' preservare l'India dall'accusa di violazione dei diritti umani. In quale Paese democratico si puo' accettare che trascorrano due anni in un regime di privazione della liberta' senza che il presunto reo si veda formulata un'accusa chiara?". Così il ministro della Difesa italiano, Mario Mauro, intervenendo questa mattina a 'Prima di tutto', il programma di Antonio Preziosi su Radio 1 Rai.

"Questa vicenda ci ha abituato da molti mesi ad andare oltre alle categorie classiche, dell'ottimismo o del pessimismo", ha rilevato il ministro. Il titolare della Difesa ha precisato "io mi attengo ai fatti. Anzitutto: Massimiliano e Salvatore sono innocenti; semmai spetta alle autorita' indiane provare il contrario. Le Corti interessate sinora si sono sconfessate fra loro: la Corte suprema ha smentito la Corte del Kerala, e ha cassato quel processo. Quindi, adesso possiamo affermare che i nostri fucilieri sono stati nel 'tritacarne' delle elezioni del Kerala, con la sconfessione della Corte suprema". E "adesso rischiano di finire nel 'tritacarne' mediatico delle elezioni federali indiane, e proprio per questo e' inaccettabile - ha aggiunto il titolare della Difesa - che a distanza di due anni non siano state formulate con chiarezza le accuse ai due maro', e e soprattuto che queste accuse oscillino fra tenere in considerazione la legislazione speciale, sull'antipirateria, che prevede la pena di morte, fattispecie questa vietata dalla Corte suprema indiana, e proprio per questo abbiamo fatto ricorso alla Corte suprema, offesa dalle altre autorita' sia esse governative, come ad esempio la Nia, una sorta di Fbi di quel Paese, sia tutte quelle autorita' preposte alla vigilanza sulla correttezza delle prcedure, seguendo le indicazioni della Corte".

Il ministro ha sottolineato inoltre "Noi non abbiamo elementi per pensare che all'interno della Nia ci sia una corrente di pensiero che voglia arrivare alla pena di morte per i due maro', per biechi calcoli elettorali. Noi possiamo dire che il governo Letta sin da subito ha cercato di essere attento, di incalzare ma con discrezione, senza alzare i toni, per cercare facili consensi e pero' a quel punto complicare la soluzione del caso". E cosi' "abbiamo rinunciato subito a protagonismi e personalismi, proprio a tuela dell'unica cosa che ci interessa, cioe' il bene dei due maro'. In questo momento, pero' - ha detto ancora Mauro - Noi abbiamo messo a parte della questione non solo Bruxelles, ma anche Wasshington; nei giorni scorsi ne ho parlato sia con Susan Rice, consigliere per la sicurezza Usa, sia con il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel. In questo momento, gli Usa, come molti altri Paesi, sono assai sensibili al tema della tutela del proprio contingente militare in Paesi esteri.

Contingente che lavora per la pace e la democrazia, esattamente come facevano i due maro', che erano li' contro la pirateria".

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