di Luca Losito - Buona la prima. Seedorf bagna con una vittoria l'esordio e, vista la posizione occupata in classifica, è questa la cosa più importante. Il Milan non ha cambiato volto, i limiti restano e vanno limati, ma una ventata d'aria nuova era ciò che ci voleva per una squadra parsa senza stimoli nelle ultime uscite. Il Verona perde 1-0, freddato dal gol di Balotelli dal dischetto.
Tre giorni di lavoro non possono cambiare una squadra, anche se l'impronta del nuovo tecnico c'è e si nota con chiarezza soprattutto nel primo tempo. Nei primi 20 minuti si gioca esclusivamente nella metà campo del Verona, che si difende con ordine ma non riesce a ripartire. Da Zapata e Bonera, fino a Balotelli, il Milan fa girare la sfera con pazienza, in attesa di uno spiraglio che, però, la squadra di Mandorlini mai concede. Così i rossoneri sono costretti a provarci dalla distanza, ma la mira non è un granché.
La sfida cambia volto nella ripresa, quando il Milan va presto in debito d'ossigeno mentre il Verona, decisamente più dinamico, comincia a esprimersi con la personalità che l'ha portato fino al quinto posto. Ma proprio nel momento migliore per i veneti ecco arrivare la prima grande occasione per i rossoneri, che colpiscono un palo con Robinho al 68'. La squadra di Seedorf soffre atleticamente, ma questa non è una partita come le altre e la voglia di vincere del gruppo è pari a quella del nuovo allenatore, che a dodici minuti dalla fine inserisce un'altra punta (Petagna per Robinho) per provare a rompere la resistenza scaligera. All'80' Kakà trova un varco a sinistra e viene steso in area da Gonzalez; rigore netto, e questa volta Balotelli non perdona. Finisce così, 1-0 Milan.
Con fatica e pazienza, Seedorf marchia l'esordio con una vittoria che, a dispetto della classifica, è più importante di quanto sembri nella realtà. Adesso, con "entusiasmo e allegria", il nuovo ciclo può davvero cominciare. La speranza, tuttavia, è che Seedorf apporti i giusti correttivi ad una squadra che in certi momenti ha mostrato vecchi limiti che l'hanno portata nell'abisso dal quale l'olandese è chiamato a farla risalire.
Tre giorni di lavoro non possono cambiare una squadra, anche se l'impronta del nuovo tecnico c'è e si nota con chiarezza soprattutto nel primo tempo. Nei primi 20 minuti si gioca esclusivamente nella metà campo del Verona, che si difende con ordine ma non riesce a ripartire. Da Zapata e Bonera, fino a Balotelli, il Milan fa girare la sfera con pazienza, in attesa di uno spiraglio che, però, la squadra di Mandorlini mai concede. Così i rossoneri sono costretti a provarci dalla distanza, ma la mira non è un granché.
La sfida cambia volto nella ripresa, quando il Milan va presto in debito d'ossigeno mentre il Verona, decisamente più dinamico, comincia a esprimersi con la personalità che l'ha portato fino al quinto posto. Ma proprio nel momento migliore per i veneti ecco arrivare la prima grande occasione per i rossoneri, che colpiscono un palo con Robinho al 68'. La squadra di Seedorf soffre atleticamente, ma questa non è una partita come le altre e la voglia di vincere del gruppo è pari a quella del nuovo allenatore, che a dodici minuti dalla fine inserisce un'altra punta (Petagna per Robinho) per provare a rompere la resistenza scaligera. All'80' Kakà trova un varco a sinistra e viene steso in area da Gonzalez; rigore netto, e questa volta Balotelli non perdona. Finisce così, 1-0 Milan.
Con fatica e pazienza, Seedorf marchia l'esordio con una vittoria che, a dispetto della classifica, è più importante di quanto sembri nella realtà. Adesso, con "entusiasmo e allegria", il nuovo ciclo può davvero cominciare. La speranza, tuttavia, è che Seedorf apporti i giusti correttivi ad una squadra che in certi momenti ha mostrato vecchi limiti che l'hanno portata nell'abisso dal quale l'olandese è chiamato a farla risalire.
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