Monno: da ridisegnare intera impalcatura tassa rifiuti
BARI - “Il tributo sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani a Bari colpisce l’Università e la Fiera del Levante, gravate da pesanti imposte che nulla hanno a che fare col servizio prestato dall’AMIU. È questo il punto da cui avviare una riflessione sui costi reali del servizio e sul fallimento del piano industriale della raccolta differenziata dei rifiuti, applicata in maniera iniqua alle imprese.
Malgrado l’introduzione nelle leggi statali del criterio di un pagamento adeguato ai servizi e in pareggio di bilancio sui costi, si continua a determinare il costo sulla base dei metri quadri di superficie, applicando ai metri quadri una differente tariffa che spazia dai 3,65 euro delle scuole ai 7,09 della Università per ridurla a 2 euro circa per le abitazioni.
Questo modo di impostare il pagamento sui metri quadri impedisce il raggiungimento di obiettivi significativi sulla raccolta differenziata.
Prendiamo il caso dell’Università : se si fosse fatta una convenzione che prevedesse il pagamento di una tariffa a tonnellata sulla base del conferimento di indifferenziata (la si potrebbe portare anche a 400 euro), di bottiglie di vetro, di carta, di rottamazioni varie, sicuramente si sarebbero responsabilizzati tutti gli attori della vita universitaria e delle imprese di pulizia per arrivare a una ottimizzazione della raccolta differenziata. Con costi variabili a seconda dell’impegno.
La stessa cosa si può riferire alla Fiera del Levante, a tutte le attività pubbliche di grandi dimensioni che possono avere un centro interno di stoccaggio da conferire all’AMIU. Con la tariffazione a prodotto smaltito si incentiverebbe enormemente la differenziata.
Al contrario, si caricano di costi imprese, uffici e studi professionali per non affrontare con i cittadini residenti il nodo dei costi di smaltimento, secondo il criterio che chi abita deve avere costi limitatissimi e chi ha imprese e studi debba risarcire il tutto a prezzi sproporzionati. E anche laddove si dovesse parametrare con i famosi metri quadri, è opportuno inquadrare il costo con una tariffa unica, permettendo il conferimento differenziato con sostanziali rimborsi.
Una volta spacchettato il servizio di pulizia delle strade da conferire a cooperative sociali, il resto può essere modulato con una premialità di conferimento sì da contenere fortemente il tributo finale e in qualche caso fino ad azzerarlo. Non mi scandalizza in soldoni che su una casa di 100 mq possa essere prevista una tariffa di 600 euro annui se scarica tutto in indifferenziata; è che bisogna permettere con una incentivazione economica che la stessa casa possa avere uno sconto di 500 euro se differenzia al 70% !
Ancora oggi paghiamo le colpe di una cultura politica rimasta indietro nel tempo sul processo, che si è rivelato fallimentare, della raccolta unica da differenziare negli stabilimenti industriali. Tutte le leggi di costo risentono di questo errore di fondo. Anche i funzionari comunali e regionali risentono di queste leggi sorpassate e di questa mentalità : ritengono di affrontare con gli sconti una errata modalità di costo di servizio rifiuti.
Negli impegni del prossimo mandato elettorale chiedo al mio candidato sindaco Antonio Decaro di inserire nel programma la revisione del piano industriale e della tassazione per raggiungere l’obiettivo del 50% della raccolta differenziata, con saggezza ed equità ”. A riferirlo in una nota il consigliere regionale PD Michele Monno.
Malgrado l’introduzione nelle leggi statali del criterio di un pagamento adeguato ai servizi e in pareggio di bilancio sui costi, si continua a determinare il costo sulla base dei metri quadri di superficie, applicando ai metri quadri una differente tariffa che spazia dai 3,65 euro delle scuole ai 7,09 della Università per ridurla a 2 euro circa per le abitazioni.
Questo modo di impostare il pagamento sui metri quadri impedisce il raggiungimento di obiettivi significativi sulla raccolta differenziata.
Prendiamo il caso dell’Università : se si fosse fatta una convenzione che prevedesse il pagamento di una tariffa a tonnellata sulla base del conferimento di indifferenziata (la si potrebbe portare anche a 400 euro), di bottiglie di vetro, di carta, di rottamazioni varie, sicuramente si sarebbero responsabilizzati tutti gli attori della vita universitaria e delle imprese di pulizia per arrivare a una ottimizzazione della raccolta differenziata. Con costi variabili a seconda dell’impegno.
La stessa cosa si può riferire alla Fiera del Levante, a tutte le attività pubbliche di grandi dimensioni che possono avere un centro interno di stoccaggio da conferire all’AMIU. Con la tariffazione a prodotto smaltito si incentiverebbe enormemente la differenziata.
Al contrario, si caricano di costi imprese, uffici e studi professionali per non affrontare con i cittadini residenti il nodo dei costi di smaltimento, secondo il criterio che chi abita deve avere costi limitatissimi e chi ha imprese e studi debba risarcire il tutto a prezzi sproporzionati. E anche laddove si dovesse parametrare con i famosi metri quadri, è opportuno inquadrare il costo con una tariffa unica, permettendo il conferimento differenziato con sostanziali rimborsi.
Una volta spacchettato il servizio di pulizia delle strade da conferire a cooperative sociali, il resto può essere modulato con una premialità di conferimento sì da contenere fortemente il tributo finale e in qualche caso fino ad azzerarlo. Non mi scandalizza in soldoni che su una casa di 100 mq possa essere prevista una tariffa di 600 euro annui se scarica tutto in indifferenziata; è che bisogna permettere con una incentivazione economica che la stessa casa possa avere uno sconto di 500 euro se differenzia al 70% !
Ancora oggi paghiamo le colpe di una cultura politica rimasta indietro nel tempo sul processo, che si è rivelato fallimentare, della raccolta unica da differenziare negli stabilimenti industriali. Tutte le leggi di costo risentono di questo errore di fondo. Anche i funzionari comunali e regionali risentono di queste leggi sorpassate e di questa mentalità : ritengono di affrontare con gli sconti una errata modalità di costo di servizio rifiuti.
Negli impegni del prossimo mandato elettorale chiedo al mio candidato sindaco Antonio Decaro di inserire nel programma la revisione del piano industriale e della tassazione per raggiungere l’obiettivo del 50% della raccolta differenziata, con saggezza ed equità ”. A riferirlo in una nota il consigliere regionale PD Michele Monno.
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