E' disgelo tra Renzi e Letta. "Determinati ad andare avanti"

(Foto: Renzi e Letta in una foto d'archivio)
ROMA - "Con Renzi siamo entrambi determinati ad andare avanti. Sappiamo che applicarsi e' la nostra priorità, abbiamo il ruolo e la determinazione per farlo". Lo ha detto il premier Enrico Letta a Rai New24.

Il cacciavite ed il trapano: Renzi-Letta alla prova delle riforme di G.Gasparotti

''Dobbiamo costruite il contratto di coalizione, il Pd ha eletto un segretario determinato, con tanta voglia di fare che darà un contributo importante'': così il premier a Rainews 24.

Secondo Renzi "Dobbiamo dare un messaggio molto chiaro agli italiani, all'inizio del 2014, dopo tre anni di emergenze finanziarie, si parte con un altro passo per far ripartire il Paese".

"E' paradossale quanto è avvenuto. Abbiamo dato un messaggio terribile alla categoria degli insegnanti che è maltrattata dal punto di vista delle retribuzioni", ha aggiunto

"Nel contratto di coalizione - ha detto ancora il premier - introdurrò codici comportamento molto chiari: ci deve essere rispetto reciproco e un luogo permanente nel quale assumiamo decisioni con spirito di leale collaborazione tra alleati".

Rimpasto? Rappresentanza? ''Come ho già detto, abbiamo queste due settimane fino al 20-21 gennaio in cui discuteremo di tutte le questioni che abbiamo di fronte'': così ha risposto Enrico Letta a Rainews 24.

L'INCONTRO - Letta ha incontrato a Palazzo Chigi, prima del Consiglio dei ministri, il segretario del Pd Matteo Renzi.

L'incontro è iniziato intorno alle 8 ed è finito verso le 9.30. Il segretario del Pd Matteo Renzi è poi andato nella sede del partito, al Nazareno.

L'incontro tra il premier e il segretario del Pd, secondo quanto viene riferito da fonti di Palazzo Chigi, viene valutato come molto utile e positivo. Il faccia a faccia è durato circa un'ora e mezza. Un confronto a trecentosessanta gradi ma in particolare su 'Impegno 2014', Jobs Act e riforme.

Il governo, anche alla luce della nuova maggioranza che lo sostiene, ha bisogno di "un cambio di passo" nell'azione dell'esecutivo. Lo avrebbe detto il premier Enrico Letta, a quanto riferiscono alcuni partecipanti, nella consultazione con la delegazione dei Popolari per l'Italia. Il presidente del consiglio, che viene descritto dai partecipanti all'incontro come molto determinato a rafforzare l'azione del governo, ha spiegato che un cambio di passo va fatto alla luce della nuova maggioranza che sostiene il governo, diversa da quella originaria ma che ora può essere più coesa se tutti gli attori si sentono responsabili del progetto di governo. In questa chiave, avrebbe detto il premier, anche il neosegretario del Pd Matteo Renzi è "uno stimolo" per passare da "un 2013 di emergenza ad un 2014 di riscossa".

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Enrico Letta "e' determinato quanto noi a non accettare diktat e a non limitarsi a tirare a campare". Lo ha detto Andrea Olivero riferendo dell'incontro del premier con la delegazione dei Popolari per l'Italia. "Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito la nostra volontà di continuare a lavorare per questa maggioranza solo se tutti giocheremo la stessa partita".

ALFANO, SE PD PROPONE MATRIMONIO GAY ANDIAMO VIA - "Se propongono il matrimonio gay, ce ne andiamo un attimo prima a gambe levate e denunciandolo all'opinione pubblica". Così Angelino Alfano, con riferimento alle unioni civili e alle possibili proposte del Pd nel patto di governo.

"Job act is the same old soup, è la stessa zuppa di sempre". E' il giudizio espresso da Angelino Alfano sulla proposta di un Jobs act formulata da Matteo Renzi.

IL JOB ACT PUNTO PER PUNTO - Uno strumento per aiutare il paese a ripartire. Con questa premessa Matteo Renzi presenta una sintesi del suo 'Job act' sul quale molto probabilmente discuterà con il premier Enrico Letta. Il documento è diviso in tre parti.

-Si parte dai costi dell'energia e Renzi propone di ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più. Taglio alle tasse anche per chi produce lavoro mentre "chi si muove in ambito finanziario paga di più", consentendo una riduzione del 10% dell'Irap.

-Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.

-Azioni dell'agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.

-Eliminazione dell'obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.

-Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.

-Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell'Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari.

- Adozione dell'obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.

Parte B - Il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.

a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo. b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l'artigianato e per i makers) c) ICT d) Green Economy e) Nuovo Welfare f) Edilizia g) Manifattura Cruciale la terza parte sulle regole: -Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all'estero.

-Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.

-Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.

-Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell'erogazione deve essere l'effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.

-Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l'impiego, la formazione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali.

-Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

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