BARI - In merito alla polemica del Movimento 5 Stelle sulla permuta dell’area ex Bricorama di proprietà Unicredit, l’assessore all’Ambiente Maria Maugeri dichiara quanto segue:
“Sulla Fibronit, per favore, evitiamo le strumentalizzazioni. La campagna elettorale in atto e il ricorso all’uso di argomenti surrettizi per accreditarsi e avere visibilità a livello mediatico non possono giustificare un’azione di vero e proprio travisamento della realtà in una vicenda, quella della bonifica del sito inquinato di interesse nazionale Fibronit-Bari, in cui l’azione dell’amministrazione comunale e del centrosinistra che la regge da un decennio è stata assolutamente specchiata e coerente con il proprio mandato.
Ai rappresentanti del Movimento 5 stelle, inevitabilmente nuovi alle cose della storia politica, amministrativa, istituzionale e sociale della nostra città , mancano gli estremi di una vicenda lunga ormai quattro lustri. Saprebbero, altrimenti, che le scelte forti sulla bonifica e sul futuro dell’area della vecchia fabbrica dell’amianto, destinata ad ospitare un grande parco, il più grande della città , sono il frutto di una grande azione corale e di una stagione di partecipazione e condivisione con al centro il primato dalla tutela della salute e la centralità della persona.
Questo straordinario movimento di popolo prima - e le accurate, puntuali e dettagliatissime analisi effettuate dai livelli locale e nazionale di enti di controllo e prevenzione dell’ambiente e della salute dopo - hanno reso la bonifica della Fibronit un caso esemplare.
Anche nel caso del capannone ex Bricorama nulla è stato lasciato al caso. Attente verifiche, puntualmente certificate dagli organismi di controllo, ci hanno consentito di stabilire che non presenta forme di inquinamento.
Per questa ragione è oggetto di una trattativa con la proprietà , la banca Unicredit, soggetto diverso dalla proprietà dell’area responsabile dell’inquinamento diffuso, che resta nelle mani della curatela fallimentare della Fibronit. Contrariamente a quanto denunciato dai Cinque stelle, la transazione che si sta perseguendo costituisce un affare tutt’altro che in perdita per la pubblica amministrazione. Il Comune, infatti, acquisisce un terreno con un immobile già costruito al fine di farne una sorta di centro di riferimento per le questioni ambientali che, al proprio interno, si è ipotizzato possa avere anche gli uffici dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione dell’ambiente (ARPA). Alla banca, invece, andrebbe un appezzamento di terreno edificabile, ma sul quale al momento non c’è alcuna costruzione ad aumentarne il valore”.
“Sulla Fibronit, per favore, evitiamo le strumentalizzazioni. La campagna elettorale in atto e il ricorso all’uso di argomenti surrettizi per accreditarsi e avere visibilità a livello mediatico non possono giustificare un’azione di vero e proprio travisamento della realtà in una vicenda, quella della bonifica del sito inquinato di interesse nazionale Fibronit-Bari, in cui l’azione dell’amministrazione comunale e del centrosinistra che la regge da un decennio è stata assolutamente specchiata e coerente con il proprio mandato.
Ai rappresentanti del Movimento 5 stelle, inevitabilmente nuovi alle cose della storia politica, amministrativa, istituzionale e sociale della nostra città , mancano gli estremi di una vicenda lunga ormai quattro lustri. Saprebbero, altrimenti, che le scelte forti sulla bonifica e sul futuro dell’area della vecchia fabbrica dell’amianto, destinata ad ospitare un grande parco, il più grande della città , sono il frutto di una grande azione corale e di una stagione di partecipazione e condivisione con al centro il primato dalla tutela della salute e la centralità della persona.
Questo straordinario movimento di popolo prima - e le accurate, puntuali e dettagliatissime analisi effettuate dai livelli locale e nazionale di enti di controllo e prevenzione dell’ambiente e della salute dopo - hanno reso la bonifica della Fibronit un caso esemplare.
Anche nel caso del capannone ex Bricorama nulla è stato lasciato al caso. Attente verifiche, puntualmente certificate dagli organismi di controllo, ci hanno consentito di stabilire che non presenta forme di inquinamento.
Per questa ragione è oggetto di una trattativa con la proprietà , la banca Unicredit, soggetto diverso dalla proprietà dell’area responsabile dell’inquinamento diffuso, che resta nelle mani della curatela fallimentare della Fibronit. Contrariamente a quanto denunciato dai Cinque stelle, la transazione che si sta perseguendo costituisce un affare tutt’altro che in perdita per la pubblica amministrazione. Il Comune, infatti, acquisisce un terreno con un immobile già costruito al fine di farne una sorta di centro di riferimento per le questioni ambientali che, al proprio interno, si è ipotizzato possa avere anche gli uffici dell’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione dell’ambiente (ARPA). Alla banca, invece, andrebbe un appezzamento di terreno edificabile, ma sul quale al momento non c’è alcuna costruzione ad aumentarne il valore”.
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