BARI - In un’interrogazione parlamentare presentata nella seduta del 28 dicembre
scorso ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dei beni e delle
attività culturali e del turismo e dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, i Senatori del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi, Maurizio
Buccarella, Daniela Donno (tutti e tre salentini), Carlo Martelli, Rosetta
Blundo, Sara Paglini, Francesco Molinari, Marco Scibona, Enrico Cappelletti,
Fabrizio Bocchino, Sergio Puglia e Maria Mussini, hanno chiesto quali misure
intendano adottare in merito alla Regionale 8, tratto Lecce-Melendugno.
Il tratto Lecce-Melendugno della Regionale 8 ideato 25 anni fa, quindi, culturalmente, tecnicamente e progettualmente obsoleto, comporterà la prosecuzione dello scempio ambientale ed agricolo rilevato dalle organizzazioni degli agricoltori e dei coltivatori diretti, già evidenziato in un atto di sindacato ispettivo che ad oggi non ha ancora ricevuto una risposta. I lavori non si sono fermati nonostante l'Ordinanza di blocco dei lavori e di ripristino dello stato dei luoghi emessa dal Dirigente dell’U.T. del Comune di Vernole, datata 5 giugno 2013 e violata, con la quale venivano dichiarate abusive le opere eseguite fino a quella data.
Alla luce di tale Ordinanza, le associazioni “Amici di Beppe Grillo di Vernole e frazioni” e “Melendugno e Borgagne a 5 stelle”, hanno chiesto alle autorità competenti un provvedimento cautelare di sospensione dei lavori poiché il giudizio di compatibilità ambientale (espresso nella V.i.a. della Regione Puglia) era improrogabilmente scaduto, in quanto era stata emanata a distanza di 16 anni dall'approvazione del progetto. Successivamente il Dirigente del Comune di Vernole, in altre due occasioni, ha rimarcato l'infondatezza della proroga del giudizio di compatibilità ambientale da parte dell'amministrazione regionale, che non può considerarsi automaticamente prorogata. Pur volendo tralasciare tutte queste premesse, non si può ignorare che il tratto Lecce – Melendugno è identificato dal Codice della strada di tipologia C (a due corsie) e che pertanto il progetto, prevedendo 4 corsie più strade parallele, viola il codice stesso. Inoltre la realizzazione impatta su aree archeologiche e zone protette anche da vincoli idrogeologici e comporta la distruzione di circa 3.500 ulivi, di cui diverse centinaia secolari. Un’azione che sta deturpando in maniera irreversibile un territorio che può e dovrebbe puntare per crescere proprio sulla sua peculiarità paesaggistica sia dal punto turistico che culturale
Il tratto Lecce-Melendugno della Regionale 8 ideato 25 anni fa, quindi, culturalmente, tecnicamente e progettualmente obsoleto, comporterà la prosecuzione dello scempio ambientale ed agricolo rilevato dalle organizzazioni degli agricoltori e dei coltivatori diretti, già evidenziato in un atto di sindacato ispettivo che ad oggi non ha ancora ricevuto una risposta. I lavori non si sono fermati nonostante l'Ordinanza di blocco dei lavori e di ripristino dello stato dei luoghi emessa dal Dirigente dell’U.T. del Comune di Vernole, datata 5 giugno 2013 e violata, con la quale venivano dichiarate abusive le opere eseguite fino a quella data.
Alla luce di tale Ordinanza, le associazioni “Amici di Beppe Grillo di Vernole e frazioni” e “Melendugno e Borgagne a 5 stelle”, hanno chiesto alle autorità competenti un provvedimento cautelare di sospensione dei lavori poiché il giudizio di compatibilità ambientale (espresso nella V.i.a. della Regione Puglia) era improrogabilmente scaduto, in quanto era stata emanata a distanza di 16 anni dall'approvazione del progetto. Successivamente il Dirigente del Comune di Vernole, in altre due occasioni, ha rimarcato l'infondatezza della proroga del giudizio di compatibilità ambientale da parte dell'amministrazione regionale, che non può considerarsi automaticamente prorogata. Pur volendo tralasciare tutte queste premesse, non si può ignorare che il tratto Lecce – Melendugno è identificato dal Codice della strada di tipologia C (a due corsie) e che pertanto il progetto, prevedendo 4 corsie più strade parallele, viola il codice stesso. Inoltre la realizzazione impatta su aree archeologiche e zone protette anche da vincoli idrogeologici e comporta la distruzione di circa 3.500 ulivi, di cui diverse centinaia secolari. Un’azione che sta deturpando in maniera irreversibile un territorio che può e dovrebbe puntare per crescere proprio sulla sua peculiarità paesaggistica sia dal punto turistico che culturale