Riforma Iacp, Negro: “Meglio un consiglio di amministrazione”

BARI - “Il disegno di legge di riforma degli Iacp, che ha tra i suoi obiettivi quello di riorganizzare l’intervento pubblico nel campo delle politiche abitative, è un’occasione di riflessione sulla opportunità di continuare ad affidare questi enti ad un amministratore unico oppure ad un consiglio di amministrazione che eserciti un controllo democratico e attui i programmi che la Regione gli assegna”.
Lo ha detto il presidente del Gruppo regionale Udc, Salvatore Negro, a proposito del dibattito sul disegno di legge n. 22/2013 “Riordino delle funzioni amministrative in materia di Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale e riforma degli enti regionali operanti nel settore” che sarà discusso in V Commissione il prossimo 30 gennaio. Il disegno di legge arriva dopo 10 anni di commissariamento degli Iacp.

“Considerato il perdurare della crisi economica – ha sottolineato il capogruppo Udc – oggi più che mai, occorre procedere ad una riforma degli Istituti Autonomi Case Popolari che assicuri un miglioramento delle condizioni abitative soprattutto della fasce più deboli della popolazione. Per restituire centralità al diritto sociale all’abitare occorre una gestione attenta e democratica degli IACP. La storia degli amministratori unici negli ultimi 20 anni non è stata certamente esaltante né ha prodotto sempre quei risultati che ci si attendeva. I casi di obiettivi non raggiunti sono tanti. Nelle nostra regione gli enti hanno assistito a continui cambiamenti di gestione dovuti quasi sempre a risultati non soddisfacenti. Basti ricordare le vicende che hanno investito gli Areoporti di Puglia, l’Aqp o la Fiera del Levante. Già questo deve far riflettere sul ruolo che la politica, quella con la ‘P maiuscola’, dovrebbe avere sulla gestione di enti come gli IACP, soprattutto quando si tratta di settori di vitale importanza che interessano la vita di migliaia di persone e su cui la Regione investe ingenti risorse economiche. Tra l’altro la nomina di un amministratore unico che sia un esperto tecnico appare un inutile doppione considerata la presenza di un direttore generale all’interno. Sarebbe più opportuno, probabilmente, la nomina di un consiglio di amministrazione di tre persone, dai costi contenuti a cui spetta il solo rimborso spese e con un costo quindi inferiore a quello di un amministratore unico. Tale consiglio non deve necessariamente avere competenze tecniche ma deve esercitare il controllo dell’attuazione dei programmi che la Regione gli assegna e l’efficienza dell’agire di quella agenzia. Non vogliamo creare nuove poltrone politiche o ulteriore aggravio della spesa pubblica. Per questo i tre componenti del consiglio, riteniamo debbano essere espressione uno della Regione, uno dell’Anci e l’altro del SUNIA il sindacato più rappresentativo degli inquilini”.

“L’unico obiettivo – ha concluso il presidente Negro – è quello di stabilire criteri rigidi e precisi per nominare un consiglio di amministrazione che eserciti un controllo democratico e assicuri la realizzazione di quegli obiettivi che la legge si propone, ovvero di accrescere la qualità dei servizi prestati agli utenti e contribuire a migliorare la condizione abitativa di migliaia di pugliesi”.

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