BARI - L’Ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è stato, ancora una volta, teatro dell’incuria e dell’abbandono politico perpetrato dal governo Vendola.
La mia massima solidarietà e stima va al personale tutto del reparto di oncologia dello ospedale San Giuseppe Moscati, ottimamente diretto dal primario Salvatore Pisconti, per gli sforzi che fa quotidianamente per fronteggiare le sempre più numerose richieste di cure oncologiche dei tarantini.
Al di là dei dati scientifici di diversa fonte e della querelle sulla loro interpretazione, nel nostro territorio è ormai diffusa la percezione che, con il passare del tempo, vada sempre più crescendo il numero di persone affette da patologie tumorali la cui età media sta purtroppo diminuendo.
A Taranto siamo di fronte a una vera emergenza sanitaria il cui tenore aumenta di giorno in giorno: se ne accorti tutti, persino il ministro della salute Beatrice Lorenzini recentemente in visita nella nostra città; solo a Bari sembra che la Regione Puglia non intenda affrontare con la dovuta attenzione e rapidità il triste fenomeno.
Al di là delle tante promesse sbandierate a più riprese dal Governo Vendola, come significativi investimenti a favore della Sanità Jonica anche con assunzioni di personale, la triste realtà è che i malati di tumore di Taranto continuano a dover subire disagi da terzo mondo, con file e attese estenuanti in ospedali non tarati per affrontare questa emergenza, a Taranto come a Castellaneta e Manduria.
Nel mentre i tarantini soffrono e patiscono disagi, a Bari promettono il nuovo mega ospedale con una litania che va avanti da anni.
Ma, come ripeto da oltre tre anni in beata solitudine, ho anche presentato una interrogazione scritta, l’emergenza sanitaria a Taranto è oggi, non tra dieci anni quando forse sarà realizzato il nuovo ospedale: nel frattempo che fare? A Bari la Giunta Vendola intende continuare ad ignorare il problema?
Eppure per potenziare adeguatamente le capacità dell’ospedale Moscati basterebbe un investimento di pochi milioni di euro, gran parte già stanziato dal Ministero della salute, partendo dall’acquisizione di un secondo tomografo PET, eccezionale apparecchiatura per lo screening e la cura dei tumori che - i locali e le predisposizioni sono già pronte - potrebbe essere operativa in poco
tempo: in tal modo si ridurrebbero veramente le interminabili “liste di attesa”, realizzando gli screening indispensabili per diagnosticare in tempo utile un tumore, soprattutto a favore dei Lavoratori della grande industria e dei cittadini delle zone più a rischio.
Subito dopo andrebbero istituiti il reparto di chirurgia plastica, il reparto di chirurgia toracica, il reparto di pneumologia ed infine, andrebbe potenziata la cardiologia; tutti presidi indispensabili per un polo oncologico di eccellenza.
Quando, e se, sarà poi pronto il nuovo megaospedale tra dieci anni, il Moscati potrà continuare a rivestire il ruolo di polo oncologico di eccellenza, mentre il nuovo nosocomio si occuperebbe del resto.
È troppo chiedere che già tra due o tre anni i tarantini possano già avere in loco cure oncologiche adeguate senza subire disagi? Io ritengo di no, chissà cosa ne pensano gli assessori della Giunta Vendola e, soprattutto, chissà cosa ne pensano i consiglieri regionali tarantini di maggioranza ai quali sembra bastare la promessa del nuovo ospedale.
La mia massima solidarietà e stima va al personale tutto del reparto di oncologia dello ospedale San Giuseppe Moscati, ottimamente diretto dal primario Salvatore Pisconti, per gli sforzi che fa quotidianamente per fronteggiare le sempre più numerose richieste di cure oncologiche dei tarantini.
Al di là dei dati scientifici di diversa fonte e della querelle sulla loro interpretazione, nel nostro territorio è ormai diffusa la percezione che, con il passare del tempo, vada sempre più crescendo il numero di persone affette da patologie tumorali la cui età media sta purtroppo diminuendo.
A Taranto siamo di fronte a una vera emergenza sanitaria il cui tenore aumenta di giorno in giorno: se ne accorti tutti, persino il ministro della salute Beatrice Lorenzini recentemente in visita nella nostra città; solo a Bari sembra che la Regione Puglia non intenda affrontare con la dovuta attenzione e rapidità il triste fenomeno.
Al di là delle tante promesse sbandierate a più riprese dal Governo Vendola, come significativi investimenti a favore della Sanità Jonica anche con assunzioni di personale, la triste realtà è che i malati di tumore di Taranto continuano a dover subire disagi da terzo mondo, con file e attese estenuanti in ospedali non tarati per affrontare questa emergenza, a Taranto come a Castellaneta e Manduria.
Nel mentre i tarantini soffrono e patiscono disagi, a Bari promettono il nuovo mega ospedale con una litania che va avanti da anni.
Ma, come ripeto da oltre tre anni in beata solitudine, ho anche presentato una interrogazione scritta, l’emergenza sanitaria a Taranto è oggi, non tra dieci anni quando forse sarà realizzato il nuovo ospedale: nel frattempo che fare? A Bari la Giunta Vendola intende continuare ad ignorare il problema?
Eppure per potenziare adeguatamente le capacità dell’ospedale Moscati basterebbe un investimento di pochi milioni di euro, gran parte già stanziato dal Ministero della salute, partendo dall’acquisizione di un secondo tomografo PET, eccezionale apparecchiatura per lo screening e la cura dei tumori che - i locali e le predisposizioni sono già pronte - potrebbe essere operativa in poco
tempo: in tal modo si ridurrebbero veramente le interminabili “liste di attesa”, realizzando gli screening indispensabili per diagnosticare in tempo utile un tumore, soprattutto a favore dei Lavoratori della grande industria e dei cittadini delle zone più a rischio.
Subito dopo andrebbero istituiti il reparto di chirurgia plastica, il reparto di chirurgia toracica, il reparto di pneumologia ed infine, andrebbe potenziata la cardiologia; tutti presidi indispensabili per un polo oncologico di eccellenza.
Quando, e se, sarà poi pronto il nuovo megaospedale tra dieci anni, il Moscati potrà continuare a rivestire il ruolo di polo oncologico di eccellenza, mentre il nuovo nosocomio si occuperebbe del resto.
È troppo chiedere che già tra due o tre anni i tarantini possano già avere in loco cure oncologiche adeguate senza subire disagi? Io ritengo di no, chissà cosa ne pensano gli assessori della Giunta Vendola e, soprattutto, chissà cosa ne pensano i consiglieri regionali tarantini di maggioranza ai quali sembra bastare la promessa del nuovo ospedale.
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