SAN SEVERO (FG) - Sembra proprio che il nuovo 'dorado' dei ladri metropolitani sia il 'tombino' stradale. Ad accendere i riflettori sulla questione è Stefano de Magistris, giovane architetto sanseverese.
“Il fenomeno di rubare tombini in ghisa – spiega de Magistris – ha colpito in diverse occasioni la città di San Severo mettendo a repentaglio l’incolumità dei cittadini nonché provocato disagi alla viabilità e danni economici alle casse erariali comunali. Il fenomeno è in espansione e coinvolge parecchie città italiane. È bene precisare che l’elemento in ghisa oggetto del furto è il chiusino e non il tombino; infatti il chiusino è l’elemento di copertura della cavità funzionale (tombino) collocato lungo le strade cittadine. L’interesse dei ladri per il chiusino in ghisa deriva dalla quantità e dal suo notevole peso che tradotto, significa guadagnare qualche euro vendendolo sul mercato del riciclo clandestino”. Infatti la ghisa è una lega composta da ferro e carbonio facile da fondere. Ma a dispetto del notevole peso, il chiusino sul mercato nero del riciclo rende poco. Stando alle quotazioni attuali, la ghisa costa circa 500 euro a tonnellata, ma al mercato nero la quotazione è notevolmente più bassa. La vendita di un singolo tombino (peso dai 50 ai 70 chili) frutta in media 3-4 euro: occorre rubare circa trenta chiusini per guadagnare circa 100 euro. Di contro, la fornitura e posa in opera di nuovo chiusino può arrivare a costare anche 300 euro circa. “Visto il danno economico, le amministrazioni comunali – continua de Magistris – potrebbero correre ai ripari con diverse soluzioni: saldature, sostituzione con nuovi chiusini incernierati, installazione di chiusini in materiale composito, in particolare il kinext”.
Il furto dei tombini resta comunque un danno per la collettività e una beffa per i ladri considerato l’esiguo guadagno.
“Il fenomeno di rubare tombini in ghisa – spiega de Magistris – ha colpito in diverse occasioni la città di San Severo mettendo a repentaglio l’incolumità dei cittadini nonché provocato disagi alla viabilità e danni economici alle casse erariali comunali. Il fenomeno è in espansione e coinvolge parecchie città italiane. È bene precisare che l’elemento in ghisa oggetto del furto è il chiusino e non il tombino; infatti il chiusino è l’elemento di copertura della cavità funzionale (tombino) collocato lungo le strade cittadine. L’interesse dei ladri per il chiusino in ghisa deriva dalla quantità e dal suo notevole peso che tradotto, significa guadagnare qualche euro vendendolo sul mercato del riciclo clandestino”. Infatti la ghisa è una lega composta da ferro e carbonio facile da fondere. Ma a dispetto del notevole peso, il chiusino sul mercato nero del riciclo rende poco. Stando alle quotazioni attuali, la ghisa costa circa 500 euro a tonnellata, ma al mercato nero la quotazione è notevolmente più bassa. La vendita di un singolo tombino (peso dai 50 ai 70 chili) frutta in media 3-4 euro: occorre rubare circa trenta chiusini per guadagnare circa 100 euro. Di contro, la fornitura e posa in opera di nuovo chiusino può arrivare a costare anche 300 euro circa. “Visto il danno economico, le amministrazioni comunali – continua de Magistris – potrebbero correre ai ripari con diverse soluzioni: saldature, sostituzione con nuovi chiusini incernierati, installazione di chiusini in materiale composito, in particolare il kinext”.
Il furto dei tombini resta comunque un danno per la collettività e una beffa per i ladri considerato l’esiguo guadagno.