BARI - I parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle tornano alla carica sulla legge relativa al trattato tra Italia, Albania e Grecia per il progetto “Trans Adriatic Pipeline” approvato alla Camera lo scorso 5 dicembre, nonostante le vistose proteste in Aula. I parlamentari pentastellati lo fanno attraverso una lettera aperta al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ed a tutti i consiglieri regionali per invitarli ad impugnare la legge dinanzi alla Corte Costituzionale, vista appunto la sua incostituzionalità.
“Premessa l’illegittimità morale del Parlamento a seguito del comunicato stampa della Corte Costituzionale sulla legge elettorale – scrivono nella lettera i parlamentari pugliesi del M5S – riteniamo sia inaccettabile che le valutazioni di impatto ambientale siano successive alla ratifica e che la ratifica preceda anche l'ascolto delle comunità locali, contrariamente a quanto recepito dall'Italia secondo la convenzione di Aarhus. All’articolo 7 – proseguono – si legge che gli Stati contraenti sono obbligati a rimuovere, una volta completata l'opera, tutti gli ostacoli al flusso di gas attraverso il gasdotto. Una scelta che impegnerebbe l'Italia per molti anni a venire, mentre la Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede il ricorso al gas quale mera soluzione transitoria”. E come se non bastasse “la sede dell'approdo è parte integrante dell'accordo e non può essere modificata”.
I Cinque Stelle dichiarano: “Il partito di Vendola, SEL, chiarisca cosa vuole fare sul TAP, visto che in Parlamento si è opposto a questa opera, votando favorevolmente alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S, e invece in Regione sembra non voler fare ricorso alla Corte Costituzionale, visto che ormai sono passati invano più di 30 giorni dalla ratifica del trattato, e ne restano meno di 25 per promuovere la questione di legittimit à costituzionale della ratifica dell’accordo in oggetto”.
“Premessa l’illegittimità morale del Parlamento a seguito del comunicato stampa della Corte Costituzionale sulla legge elettorale – scrivono nella lettera i parlamentari pugliesi del M5S – riteniamo sia inaccettabile che le valutazioni di impatto ambientale siano successive alla ratifica e che la ratifica preceda anche l'ascolto delle comunità locali, contrariamente a quanto recepito dall'Italia secondo la convenzione di Aarhus. All’articolo 7 – proseguono – si legge che gli Stati contraenti sono obbligati a rimuovere, una volta completata l'opera, tutti gli ostacoli al flusso di gas attraverso il gasdotto. Una scelta che impegnerebbe l'Italia per molti anni a venire, mentre la Strategia Energetica Nazionale (SEN) prevede il ricorso al gas quale mera soluzione transitoria”. E come se non bastasse “la sede dell'approdo è parte integrante dell'accordo e non può essere modificata”.
I Cinque Stelle dichiarano: “Il partito di Vendola, SEL, chiarisca cosa vuole fare sul TAP, visto che in Parlamento si è opposto a questa opera, votando favorevolmente alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal M5S, e invece in Regione sembra non voler fare ricorso alla Corte Costituzionale, visto che ormai sono passati invano più di 30 giorni dalla ratifica del trattato, e ne restano meno di 25 per promuovere la questione di legittimit à costituzionale della ratifica dell’accordo in oggetto”.