BARI - Prosegue l’impegno del Consiglio regionale della Puglia a difesa delle sedi distaccate dei Tribunali nelle province, “tagliati” dai provvedimenti del Governo nazionale operativi dal settembre 2013. Il presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, ha scritto ai sindaci dei 34 Comuni interessati, nelle sei province, chiedendo di “di dichiarare formalmente la disponibilità a farsi carico delle spese di gestione e manutenzione degli immobili”. Le rispettive Amministrazioni dovrebbero accollarsi anche la retribuzione del personale addetto.
Cerchiamo di favorire, spiega il presidente, l’ipotesi di una convenzione col Ministero, che potrebbe autorizzare l’uso, per il tempo necessario, “degli immobili adibiti a uffici giudiziari periferici e riconsentirvi l’esercizio delle funzioni giudiziarie delle sezioni distaccate soppresse”.
Ottenendo la disponibilità dei sindaci, aggiunge Introna, si potrà “portare all’attenzione del presidente della Regione la concreta possibilità di aderire ad un’eventuale proposta di atto convenzionale da parte del ministro della giustizia”.
Considerate le insufficienti risorse del bilancio autonomo della Regione, la richiesta è passata ai Comuni interessati: 7 in provincia di Bari (Acquaviva, Altamura, Bitonto, Modugno, Monopoli, Putignano, Rutigliano), 5 nella BAT (Andria, Barletta, Canosa, Molfetta, Ruvo), 7 nel territorio dauno e garganico (Cerignola, Manfredonia, San Severo, Trinitapoli, Lucera, Apricena, Rodi), 4 nel brindisino (Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne, Ostuni), 7 in provincia di Lecce (Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Nardò, Tricase) e 4 nell’area ionica (Ginosa, Grottaglie, Manduria, Martina Franca).
Intanto, dopo che la Cassazione ha dichiarato ammissibile il referendum nazionale chiesto da nove Consigli regionali, tra i quali la Puglia, contro la riforma della geografia giudiziaria, si attende per il 15 gennaio il pronunciamento della Corte Costituzionale. Al via libera definitivo della Consulta, i cittadini potranno essere chiamati alle urne per dichiararsi sul SI’ o NO alla cancellazione delle norme che hanno soppresso i tribunali minori (legge statale 148/2011 e decreti legislativi 155 e 156 del 2012).
“Sarebbe il primo referendum abrogativo promosso dai Parlamenti regionali”, fa notare il presidente, che a metà novembre ha guidato a Roma una delegazione del Consiglio regionale pugliese in audizione al Ministero della Giustizia. Il confronto era stato richiesto dallo stesso Introna al premier Letta e al ministro Cancellieri, per “aprire un confronto col Governo nazionale sugli effetti dei tagli e rappresentare le preoccupazioni degli operatori del settore e dei cittadini. E per sollecitare una verifica puntuale del rapporto costi/benefici, perché non è detto – conclude il presidente – che le esigenze pur comprensibili della spending review si traducano in vantaggi effettivi. Non sempre tagliare fa rima con risparmiare”.
Cerchiamo di favorire, spiega il presidente, l’ipotesi di una convenzione col Ministero, che potrebbe autorizzare l’uso, per il tempo necessario, “degli immobili adibiti a uffici giudiziari periferici e riconsentirvi l’esercizio delle funzioni giudiziarie delle sezioni distaccate soppresse”.
Ottenendo la disponibilità dei sindaci, aggiunge Introna, si potrà “portare all’attenzione del presidente della Regione la concreta possibilità di aderire ad un’eventuale proposta di atto convenzionale da parte del ministro della giustizia”.
Considerate le insufficienti risorse del bilancio autonomo della Regione, la richiesta è passata ai Comuni interessati: 7 in provincia di Bari (Acquaviva, Altamura, Bitonto, Modugno, Monopoli, Putignano, Rutigliano), 5 nella BAT (Andria, Barletta, Canosa, Molfetta, Ruvo), 7 nel territorio dauno e garganico (Cerignola, Manfredonia, San Severo, Trinitapoli, Lucera, Apricena, Rodi), 4 nel brindisino (Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne, Ostuni), 7 in provincia di Lecce (Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Nardò, Tricase) e 4 nell’area ionica (Ginosa, Grottaglie, Manduria, Martina Franca).
Intanto, dopo che la Cassazione ha dichiarato ammissibile il referendum nazionale chiesto da nove Consigli regionali, tra i quali la Puglia, contro la riforma della geografia giudiziaria, si attende per il 15 gennaio il pronunciamento della Corte Costituzionale. Al via libera definitivo della Consulta, i cittadini potranno essere chiamati alle urne per dichiararsi sul SI’ o NO alla cancellazione delle norme che hanno soppresso i tribunali minori (legge statale 148/2011 e decreti legislativi 155 e 156 del 2012).
“Sarebbe il primo referendum abrogativo promosso dai Parlamenti regionali”, fa notare il presidente, che a metà novembre ha guidato a Roma una delegazione del Consiglio regionale pugliese in audizione al Ministero della Giustizia. Il confronto era stato richiesto dallo stesso Introna al premier Letta e al ministro Cancellieri, per “aprire un confronto col Governo nazionale sugli effetti dei tagli e rappresentare le preoccupazioni degli operatori del settore e dei cittadini. E per sollecitare una verifica puntuale del rapporto costi/benefici, perché non è detto – conclude il presidente – che le esigenze pur comprensibili della spending review si traducano in vantaggi effettivi. Non sempre tagliare fa rima con risparmiare”.