di Piero Ladisa – Nelle sessioni di calciomercato accade di tutto: accordi, conferme, smentite. Trattative impossibili diventano possibili, oppure bloccarsi e ripartire successivamente. Ma nel caso specifico di Juventus ed Inter, con lo scambio che doveva portare Vucinic all’ombra del Duomo e Guarin all’ombra della Mole, si è assistito ad una negoziazione paradossale, comica, ai limiti del grottesco.
Ore intense, febbricitanti, in cui è successo tutto e il contrario di tutto: Si fa; anzi no; forse. Sono state queste le frasi che hanno fatto da contorno a questa infinita ed estenuante trattativa. A bloccare un affare, oramai in dirittura di arrivo, ci hanno pensato in primis i supporter nerazzurri criticando aspramente la società, rea di cedere a cuor leggero uno dei cardini della propria rosa alla rivale per eccellenza, alla rivale storica. A decretare la parola fine a questa assurda vicenda, vista la mobilitazione in massa del popolo interista deciso a troncare la trattativa in qualsiasi modo, ci ha pensato Thohir. Il neo presidente del club meneghino ha motivato la sua decisione tramite un comunicato stampa nel quale si è appreso come "non ci fossero più le condizioni per arrivare ad un accordo sul quale c'erano opinioni diverse, e i cui vantaggi economici e tecnici per il club non apparivano così evidenti".
La replica della Juventus non si è fatta attendere. Il club di corso Galileo Ferraris si è detto "sconcertato per l’accaduto".
A rimanere con il cerino in mano, come si usa dire in gergo, sono i protagonisti di questa assurda vicenda insieme ai loro procuratori: da uno parte Vucinic e dall’altra Guarin. Entrambi avevano già raggiunto gli accordi economici con le rispettive società, con il montenegrino che nella serata di lunedi aveva addirittura sostenuto le visite mediche di rito presso l’ospedale di Pavia. Il colombiano, sentendosi scaricato dall’Inter, è andato su tutte le furie sbraitando di non allenarsi più sino a fine stagione.
Da questo episodio ad uscirne in malo modo è l'Inter, con l’immagine del club scesa ai minimi storici. La domanda che sorge spontanea, alla luce di una trattativa partorita dalla mente della stessa società nerazzurra e naufragata quando stavano per scorre i titolo di coda per paura della reazione dei tifosi, è la seguente: Chi comanda all’Inter?