Alta capacità Foggia–Caserta, “no ai licenziamenti”

BARI - “Piove sul bagnato; i lavori dell’alta capacità sulla tratta Foggia-Ponte Bovino, oltre ad essere ancora bloccati, stanno provocando licenziamenti”.
È il commento del consigliere regionale e presidente della prima commissione consiliare (bilancio) Pino Lonigro, che ha rivolto un’interrogazione urgente sulla questione agli assessori regionali ai trasporti e al lavoro,  Giannini e Caroli.
“Sono davvero preoccupato. Se RFI dovesse ritirare l’appalto alla ditta appaltatrice ‘Rabbiosi’, in amministrazione controllata e quindi sull’orlo del fallimento, verrebbero licenziati oltre 250 lavoratori, 200 dei quali sono del luogo, dipendenti delle imprese subappaltatrici - fa presente Lonigro.

Inoltre, le stesse imprese andrebbero verso il sicuro fallimento, in quanto creditrici della ‘Rabbiosi’.
Non possiamo permettere che quest’opera così importante, strategica per lo sviluppo socio-economico della Capitanata e dell’intera Puglia, non venga ultimata - continua il presidente della prima commissione.
Non possiamo perdere questo ‘treno’ così decisivo per la crescita delle nostre zone, già umiliate e martoriate negli anni, con tante opere incompiute e cattedrali nel deserto.

L’investimento di 150 milioni di euro deve essere portato a compimento. Ci sono da spendere ancora circa 60 milioni di euro per ultimare la tratta Foggia-Caserta.

Possono dare una boccata d’ossigeno alle imprese e alle maestranze dei nostri territori.
Le famiglie hanno fame e dobbiamo rassicurarle al più presto, per questo ho chiesto al Governo regionale e specificamente agli assessori Giannini e Caroli, di intervenire presso i Ministeri dei Trasporti e del Lavoro, affinché venga trovata la soluzione per non affossare ancora di più la nostra economia.

Un nuovo appalto, infatti, porterebbe al blocco dei lavori per molto tempo – prosegue Lonigro.
Uno stop che non possiamo permetterci e che le imprese oggi non potrebbero sopportare, data la situazione economica.
Per questo bisogna fare presto e fare sistema, per difendere le potenzialità dello sviluppo economico e sociale dei nostri territori e delle nostre comunità, obbligando tutti gli organi preposti, a partire dal Governo nazionale e da RFI, a trovare una soluzione che sia la più indolore possibile per tutti. L’opera va ultimata – conclude - e non deve restare un’incompiuta”.

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