Celebrato in Consiglio regionale il Giorno del Ricordo
BARI - Avviata in Consiglio regionale la celebrazione del Giorno del Ricordo. Il presidente, Onofrio Introna, ha introdotto la lezione che alcuni storici rivolgeranno a numerosi studenti sul tema “Il confine orientale tra le due guerre mondiali. I centri di raccolta in Puglia”.
Introna ha sottolineato i legami con le pagine tragiche delle foibe e dell’esodo dei profughi giuliano dalmati. Nel secondo dopoguerra, fino a gran parte degli anni Cinquanta, “molte città in tutta la Puglia hanno accolto i profughi negli anni dolorosi dell’allontanamento forzato dalle loro terre, dai loro averi, dagli affetti e dai valori. I principali Centri di raccolta nella nostra regione - erano anni difficili per l’Italia, uscita distrutta dalla guerra - vennero allestiti nel Gargano, a Barletta, Trani, Bari, Altamura, Santeramo e Brindisi. Ma moltissime altre località ospitarono famiglie prive di tutto. E sono tante e toccanti le testimonianze, specie di allora giovani e giovanissimi esuli”.
Dati dell’Opera per l’Assistenza stimano in quasi 4mila gli ospiti in Puglia, oltre 2mila dei quali nel capoluogo, nei grandi campi di Santa Fara e al Villaggio Trieste“.
Va detto che in Puglia le ricerche sull’accoglienza nel territorio regionale di famiglie espulse dall’Istria e dalla Dalmazia sono state avviate autonomamente, già prima dell’istituzione della Giornata, Gli studi storici sui campi profughi di Altamura e di Bari e il contributo della Puglia a questa pagina di solidarietà vengono citati nelle più importanti ricostruzioni nazionali dell’esodo e del profugato”.
Dieci anni fa, quindi, con la legge n. 94 del 200 la Repubblica italiana ha riconosciuto il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, per conservare la memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra, ma anche le complesse vicende del confine orientale. “Questo momento di riflessione - ha detto Introna, ricordando le parole del presidente Napolitano - ristabilisce l’unità del Paese attorno ai valori della Costituzione, della pace e della democrazia”. Attraverso eventi a lungo rimossi per ragioni di opportunità storica, “vuole trasmettere ai ragazzi di oggi la piena consapevolezza della nostra storia, per rinsaldare la coesione nazionale e rafforzare la nostra presenza in Europa”.
"Si celebra per la prima volta in Consiglio regionale, a distanza di dieci anni dall’istituzione, il Giorno del Ricordo". Con queste parole il vicepresidente del Consiglio Nino Marmo ha introdotto il suo intervento dedicato alla memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e della concessione di un riconoscimento ai congiunti.
“È una ricorrenza importante – ha proseguito Marmo – per ritrovare il senso di appartenenza e imparare tutti noi il principio della tolleranza, considerato anche il fatto che questo triste evento ha coinvolto la nostra regione, che all’epoca si rese operativa allestendo i campi di accoglienza per i profughi. I genocidi vanno condannati sempre e senza porre in contrapposizione la Giornata della Memoria (per la Shoah) con la Giornata del Ricordo (per le foibe), ma oggi si deve celebrare questa data anche per il riconoscimento, con attestato e medaglia, ai familiari e discendenti delle vittime, a decorrere dal decimo anno dalla pubblicazione della legge istitutiva”.
Durante la celebrazione sono intervenuti il direttore dell’Ipsaic Vito Antonio Leuzzi, il docente dell’Università degli Studi di Bari Rosario Milano e la ricercatrice dell’Ipsaic Anna Gervasio che hanno relazionato sulla tragedia degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, dell’esodo dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Alla giornata commemorativa hanno partecipato le delegazioni degli studenti della scuola Media “Pascoli” di Bari, dell’Istituto tecnico industriale “Modesto Panetti” di Bari, del Liceo Scientifico e Classico Leonardo Da Vinci di Cassano delle Murge, dell’Istituto “Armando Perotti” di Bari, del Liceo socio-psico-pedagogico “Vito Fornari” di Molfetta e del Liceo “De Nittis” di Bari.
Erano presenti anche l’assessore Vito Perrelli a rappresentare la Provincia di Bari e l’assessore Antonio Vasile in rappresentanza del Comune di Bari.
Introna ha sottolineato i legami con le pagine tragiche delle foibe e dell’esodo dei profughi giuliano dalmati. Nel secondo dopoguerra, fino a gran parte degli anni Cinquanta, “molte città in tutta la Puglia hanno accolto i profughi negli anni dolorosi dell’allontanamento forzato dalle loro terre, dai loro averi, dagli affetti e dai valori. I principali Centri di raccolta nella nostra regione - erano anni difficili per l’Italia, uscita distrutta dalla guerra - vennero allestiti nel Gargano, a Barletta, Trani, Bari, Altamura, Santeramo e Brindisi. Ma moltissime altre località ospitarono famiglie prive di tutto. E sono tante e toccanti le testimonianze, specie di allora giovani e giovanissimi esuli”.
Dati dell’Opera per l’Assistenza stimano in quasi 4mila gli ospiti in Puglia, oltre 2mila dei quali nel capoluogo, nei grandi campi di Santa Fara e al Villaggio Trieste“.
Va detto che in Puglia le ricerche sull’accoglienza nel territorio regionale di famiglie espulse dall’Istria e dalla Dalmazia sono state avviate autonomamente, già prima dell’istituzione della Giornata, Gli studi storici sui campi profughi di Altamura e di Bari e il contributo della Puglia a questa pagina di solidarietà vengono citati nelle più importanti ricostruzioni nazionali dell’esodo e del profugato”.
Dieci anni fa, quindi, con la legge n. 94 del 200 la Repubblica italiana ha riconosciuto il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, per conservare la memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra, ma anche le complesse vicende del confine orientale. “Questo momento di riflessione - ha detto Introna, ricordando le parole del presidente Napolitano - ristabilisce l’unità del Paese attorno ai valori della Costituzione, della pace e della democrazia”. Attraverso eventi a lungo rimossi per ragioni di opportunità storica, “vuole trasmettere ai ragazzi di oggi la piena consapevolezza della nostra storia, per rinsaldare la coesione nazionale e rafforzare la nostra presenza in Europa”.
"Si celebra per la prima volta in Consiglio regionale, a distanza di dieci anni dall’istituzione, il Giorno del Ricordo". Con queste parole il vicepresidente del Consiglio Nino Marmo ha introdotto il suo intervento dedicato alla memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e della concessione di un riconoscimento ai congiunti.
“È una ricorrenza importante – ha proseguito Marmo – per ritrovare il senso di appartenenza e imparare tutti noi il principio della tolleranza, considerato anche il fatto che questo triste evento ha coinvolto la nostra regione, che all’epoca si rese operativa allestendo i campi di accoglienza per i profughi. I genocidi vanno condannati sempre e senza porre in contrapposizione la Giornata della Memoria (per la Shoah) con la Giornata del Ricordo (per le foibe), ma oggi si deve celebrare questa data anche per il riconoscimento, con attestato e medaglia, ai familiari e discendenti delle vittime, a decorrere dal decimo anno dalla pubblicazione della legge istitutiva”.
Durante la celebrazione sono intervenuti il direttore dell’Ipsaic Vito Antonio Leuzzi, il docente dell’Università degli Studi di Bari Rosario Milano e la ricercatrice dell’Ipsaic Anna Gervasio che hanno relazionato sulla tragedia degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, dell’esodo dalle loro terre nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Alla giornata commemorativa hanno partecipato le delegazioni degli studenti della scuola Media “Pascoli” di Bari, dell’Istituto tecnico industriale “Modesto Panetti” di Bari, del Liceo Scientifico e Classico Leonardo Da Vinci di Cassano delle Murge, dell’Istituto “Armando Perotti” di Bari, del Liceo socio-psico-pedagogico “Vito Fornari” di Molfetta e del Liceo “De Nittis” di Bari.
Erano presenti anche l’assessore Vito Perrelli a rappresentare la Provincia di Bari e l’assessore Antonio Vasile in rappresentanza del Comune di Bari.