TARANTO - “Zone Franche Urbane: è vero, anche la Puglia avrà le ZFU, anche se con un grave ritardo che al momento non è stimabile, però i fondi disponibili per le imprese pugliesi saranno ‘suddivisi’ tra ben undici ZFU e non tra le tre originali tra le quali c’era Taranto.
Tutta colpa della Giunta Vendola, non lo dico io, ma il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che sul suo sito ci informa che sta procedendo alla modifica dell’originario Decreto interministeriale per le ZFU del 10 aprile 2013 al fine di consentire anche alle ZFU pugliesi l’applicazione delle agevolazioni previste dallo stesso.
Lo stesso sito informa che, per accedere alle agevolazioni delle ZFU, le imprese pugliesi dovranno però aspettare non solo dopo la modifica del Decreto suddetto, e la probabile emanazione di una circolare applicativa, ma anche l’aggiornamento del Piano di Azione e Coesione (PAC) e l’informativa al CIPE: conoscendo i tempi della burocrazia italiana, è facile immaginare che, nonostante i proclami trionfalistici dell’assessore regionale Loredana Capone, purtroppo passeranno mesi e mesi.
Il vero motivo dell’esclusione della Puglia dal Decreto ministeriale di si legge sempre sul sito del MISE: ‘le ZFU della Puglia, pur previste nel Piano di Azione e Coesione (PAC), non sono state incluse nell’allegato 1 del Decreto, poiché in prima battuta la Regione Puglia aveva rappresentato la volontà di finanziare tali interventi, ricadenti nel territorio, con propri strumenti. Successivamente la Regione stessa ha proposto di utilizzare lo strumento agevolativo nazionale per l’attuazione dell’agevolazione’.
La Regione Puglia, infatti, pur avendo persino accettato nel 2012 di cofinanziare il budget a disposizione delle ZFU pugliesi con propri 11 milioni di euro, che si aggiungevano ai 63 milioni già individuati dal Ministero tra i Fondi strutturali comunitari non utilizzati, nelle ultime riunioni propedeutiche all’emanazione del provvedimento decideva di non voler inserire le ZFU pugliesi nel Decreto interministeriale in quanto le avrebbe finanziate con proprie risorse.
Tale scelta politica della Giunta Vendola ha di fatto determinato un notevole rallentamento nell’avvio dell’agevolazione normativa per la Puglia, mentre le tre Regioni meridionali beneficiarie dell’agevolazione (Campania, Calabria e Sicilia), più attente al procedimento normativo, stanno entrando già nella fase “operativa” dello strumento agevolativo.
Non solo: così facendo la Giunta Vendola ha di fatto penalizzato le tre originarie ZFU pugliesi (Taranto, Lecce e Andria), in quanto consentirà di ricomprendere nelle ZFU anche altri otto comuni pugliesi originariamente ritenuti ‘ammissibili’ ma non ‘finanziabili’, tra questi Manduria: in pratica i fondi a favore della Puglia saranno ‘suddivisi’ tra undici ZFU e non solo tra tre.
Senza voler fare ulteriore ‘dietrologia’, va comunque detto che le ZFU potrebbero rappresentare una straordinaria occasione di rilancio per l’economia jonica, a patto che la Regione Puglia voglia concretamente aiutare questo Territorio.
L’Articolo 6 (Risorse Finanziarie) del Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, infatti, al Comma 2 dell’Articolo 1 riconosce alle Regioni la possibilità di integrare con ulteriori risorse regionali la dotazione delle ZFU nel rispetto delle procedure di cui all'art. 8.
L'art. 8, più in particolare, consente alle regioni di attivare ulteriori risorse in aggiunta a quelle individuate dal PAC e contestualmente riconosce alle stesse regioni di stabilire delle riserve finanziarie di scopo, non più di due a regione, in conformità a quanto previsto dal comma 4 che individua i beneficiari dell’intervento: imprese di recente costituzione, imprese femminili, imprese sociali, imprese ubicate in una particolare sub porzione della ZFU, imprese operanti in particolari settori economici.
In pratica se, come è facile immaginare, l’emanando Decreto correttivo per le ZFU pugliesi confermerà l’impianto generale del Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, la Regione Puglia potrebbe destinare notevoli risorse regionali solo ed esclusivamente a favore di una determinata area di intervento.
Se questa fosse individuata della ZFU di Taranto, le imprese che vi si insediassero potrebbero, a fronte dell’assunzione di personale locale, usufruire così di importanti sgravi fiscali per quattordici anni: uno dei comparti da beneficiare, per esempio, potrebbe essere quello delle aziende specializzate nelle bonifiche di siti inquinati che qui troverebbero tantissime commesse durature in cui impiegare per anni e anni tantissimi nostri lavoratori!
Come si vede le ZFU possono rappresentare una eccezionale occasione per il rilancio dell’economia e dell’occupazione jonica, a patto che la Regione Puglia finalmente decida di sostenere concretamente il nostro Territorio seguendo con attenzione l’iter delle ZFU e destinandovi adeguate risorse, invece di penalizzarlo.
Le ZFU rappresentano per Nichi Vendola una straordinaria occasione per dimostrare concretamente di voler adottare Taranto”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale del Pdl-FI Arnaldo Sala.
Tutta colpa della Giunta Vendola, non lo dico io, ma il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che sul suo sito ci informa che sta procedendo alla modifica dell’originario Decreto interministeriale per le ZFU del 10 aprile 2013 al fine di consentire anche alle ZFU pugliesi l’applicazione delle agevolazioni previste dallo stesso.
Lo stesso sito informa che, per accedere alle agevolazioni delle ZFU, le imprese pugliesi dovranno però aspettare non solo dopo la modifica del Decreto suddetto, e la probabile emanazione di una circolare applicativa, ma anche l’aggiornamento del Piano di Azione e Coesione (PAC) e l’informativa al CIPE: conoscendo i tempi della burocrazia italiana, è facile immaginare che, nonostante i proclami trionfalistici dell’assessore regionale Loredana Capone, purtroppo passeranno mesi e mesi.
Il vero motivo dell’esclusione della Puglia dal Decreto ministeriale di si legge sempre sul sito del MISE: ‘le ZFU della Puglia, pur previste nel Piano di Azione e Coesione (PAC), non sono state incluse nell’allegato 1 del Decreto, poiché in prima battuta la Regione Puglia aveva rappresentato la volontà di finanziare tali interventi, ricadenti nel territorio, con propri strumenti. Successivamente la Regione stessa ha proposto di utilizzare lo strumento agevolativo nazionale per l’attuazione dell’agevolazione’.
La Regione Puglia, infatti, pur avendo persino accettato nel 2012 di cofinanziare il budget a disposizione delle ZFU pugliesi con propri 11 milioni di euro, che si aggiungevano ai 63 milioni già individuati dal Ministero tra i Fondi strutturali comunitari non utilizzati, nelle ultime riunioni propedeutiche all’emanazione del provvedimento decideva di non voler inserire le ZFU pugliesi nel Decreto interministeriale in quanto le avrebbe finanziate con proprie risorse.
Tale scelta politica della Giunta Vendola ha di fatto determinato un notevole rallentamento nell’avvio dell’agevolazione normativa per la Puglia, mentre le tre Regioni meridionali beneficiarie dell’agevolazione (Campania, Calabria e Sicilia), più attente al procedimento normativo, stanno entrando già nella fase “operativa” dello strumento agevolativo.
Non solo: così facendo la Giunta Vendola ha di fatto penalizzato le tre originarie ZFU pugliesi (Taranto, Lecce e Andria), in quanto consentirà di ricomprendere nelle ZFU anche altri otto comuni pugliesi originariamente ritenuti ‘ammissibili’ ma non ‘finanziabili’, tra questi Manduria: in pratica i fondi a favore della Puglia saranno ‘suddivisi’ tra undici ZFU e non solo tra tre.
Senza voler fare ulteriore ‘dietrologia’, va comunque detto che le ZFU potrebbero rappresentare una straordinaria occasione di rilancio per l’economia jonica, a patto che la Regione Puglia voglia concretamente aiutare questo Territorio.
L’Articolo 6 (Risorse Finanziarie) del Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, infatti, al Comma 2 dell’Articolo 1 riconosce alle Regioni la possibilità di integrare con ulteriori risorse regionali la dotazione delle ZFU nel rispetto delle procedure di cui all'art. 8.
L'art. 8, più in particolare, consente alle regioni di attivare ulteriori risorse in aggiunta a quelle individuate dal PAC e contestualmente riconosce alle stesse regioni di stabilire delle riserve finanziarie di scopo, non più di due a regione, in conformità a quanto previsto dal comma 4 che individua i beneficiari dell’intervento: imprese di recente costituzione, imprese femminili, imprese sociali, imprese ubicate in una particolare sub porzione della ZFU, imprese operanti in particolari settori economici.
In pratica se, come è facile immaginare, l’emanando Decreto correttivo per le ZFU pugliesi confermerà l’impianto generale del Decreto interministeriale del 10 aprile 2013, la Regione Puglia potrebbe destinare notevoli risorse regionali solo ed esclusivamente a favore di una determinata area di intervento.
Se questa fosse individuata della ZFU di Taranto, le imprese che vi si insediassero potrebbero, a fronte dell’assunzione di personale locale, usufruire così di importanti sgravi fiscali per quattordici anni: uno dei comparti da beneficiare, per esempio, potrebbe essere quello delle aziende specializzate nelle bonifiche di siti inquinati che qui troverebbero tantissime commesse durature in cui impiegare per anni e anni tantissimi nostri lavoratori!
Come si vede le ZFU possono rappresentare una eccezionale occasione per il rilancio dell’economia e dell’occupazione jonica, a patto che la Regione Puglia finalmente decida di sostenere concretamente il nostro Territorio seguendo con attenzione l’iter delle ZFU e destinandovi adeguate risorse, invece di penalizzarlo.
Le ZFU rappresentano per Nichi Vendola una straordinaria occasione per dimostrare concretamente di voler adottare Taranto”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale del Pdl-FI Arnaldo Sala.