CORSANO (LE) - La Regione Puglia, tramite il Bando Puglia Capitale Sociale, ha finanziato un progetto dedicato alle donne del Sud Salento, presentato dall’Associazione “Il Pane e le Rose”, una Onlus di Corsano tutta al femminile, che da anni è impegnata in attività di socializzazione e di supporto alle categorie più fragili del territorio, quali minori, anziani, disabili e adulti che versano in condizioni di disagio psico-fisico.
“Il Giardino di Zoe”, che vede la collaborazione dei servizi sociali, di aziende agricole, del Centro Servizi Volontariato Salento e di altre associazioni del territorio, ha come obiettivo di affrontare i vari colori del disagio femminile attraverso la multifunzionalità dell’agricoltura.
Questa rete fitta di attori, che provengono da settori estremamente differenti, propone una realtà rurale in cui si realizzano sperimentazioni sociali insieme a pratiche agricole alternative e sostenibili, e interviene non solo sullo specifico disagio, bensì sul contesto dove esso è presente o si potrebbe manifestare, agendo sulla comunità intera.
E’ risaputo che per le donne sia difficile uscire da situazioni complicate: quelle che derivano da violenze domestiche, quelle di avere all’interno della famiglia figli disabili, anziani malati o adolescenti difficili, o più semplicemente come quelle che derivano da una scissione interiore provocata da una società che sempre meno offre loro tempi e spazi alla soggettività femminile.
La donna è sempre più sola ad affrontare il carico quotidiano di responsabilità intra ed extra-famigliare, arrivando in molti casi a vivere sentimenti di frustrazione e depressione.
Cause principali sono i cambiamenti a cui stiamo assistendo: la venuta meno di quella rete socio-famigliare che un tempo veniva in supporto a tutti i membri e il diffondersi di relazioni sempre più fragili e precarie. Le donne quindi vivono in isolamento le loro esistenze, costrette a fare da mamme, da mogli, da badanti, da lavoratrici e chi più ne ha più ne metta, il più delle volte dimenticando o tradendo se stesse.
“Il Giardino di Zoe” vuole dare voce a tutte loro, ripartendo dalla terra intesa come luogo che cura, che accoglie e che perdona. Come avveniva nel passato, la donna può beneficare nel misurarsi con i ritmi della terra, all’area aperta, a contatto con la natura, nella mutualità con altre donne, giovando dei poteri curativi di piante ed erbe e della ciclicità della vita stessa, dove il valore terapeutico del lavoro agricolo e della campagna, ha sempre stimolato il cambiamento, l’autodeterminazione e la costruzione attiva di progetti di vita nonché il ritrovamento del proprio sé.
E oggi, in un momento di crisi socio-economica, dove le donne sono sempre più penalizzate, il ritorno alla terra e alla ruralità , può essere l’unica alternativa di pensare concretamente al prendersi cura di sé. Quindi il “coltivare salute” diventa una reale ipotesi di welfare attento ai bisogni di genere femminile e non solo.
Altra caratteristica del progetto è la creazione di capitale sociale, teso quindi al coinvolgimento di molti attori sociali, all’iniziativa e all’animazione sul territorio. In molte delle attività di agricoltura sociale e di laboratori previste, dove protagoniste saranno le donne accompagnate dalle operatrici sociali e dai volontari, verranno chiamati a partecipare le scolaresche, i turisti, i cittadini locali, le associazioni e le istituzioni, in un continuo confronto e scambio di saperi e conoscenze, dove il rispetto e il contatto intimo con la natura faranno da filo conduttore per ricreare un’agri-cultura responsabile, comunitaria e con funzioni di inclusione sociale.
Tra le altre iniziative di animazione territoriale, ci saranno un concorso letterario femminile e una mostra dell’artigianato femminile locale dove qualsiasi donna potrà contribuire ed esprimere il proprio talento, passione e valore. Inoltre sono previsti appuntamenti socio-culturali aperti, dove il tema predominante sarà quello del rapporto con la natura e le tradizioni, favorendo così la definizione di nuovi significati del cibo, di consumo connotati da responsabilità sociale e di rispetto per l’ambiente.
Le iniziative saranno svolte nella Masseria Galatea, in zona Macurano ad Alessano, luogo di memorie e tradizioni rurali dal sapore magico e ancestrale, che ha gratuitamente messo a disposizione terra e spazi. In questo luogo di socialità femminile, unico sul territorio, si porrà così l’attenzione sulla relazione fra le donne e sul loro riconoscersi reciprocamente costruendo relazioni significative di fiducia e di mutualismo, nonché di amicizia. L’intera comunità sarà chiamata a smuovere e sostenere il cambiamento in una donna e nel contempo a promuoverne la soggettività e il co-protagonismo.
Si spera che dalla dolcezza di questo movimento al femminile e dalla lentezza di madre-terra, la comunità ne possa trarre beneficio, rivivendo tutti i cicli della natura, riscoprendo le vocazioni territoriali e riattivando tutte quelle primordiali connessioni necessarie al benessere psico-socio-culturale di un intero territorio.
Nel frattempo per le associazioni, enti, aziende e cittadini che vogliono aderire alle rete, partecipare alla realizzazione del progetto o ricevere informazioni sull’iniziativa, contattare Angelita Giotta, assistente sociale e responsabile del progetto, al 3287482252 o all’ e.mail giardinodizoe@gmail.com.
“Il Giardino di Zoe”, che vede la collaborazione dei servizi sociali, di aziende agricole, del Centro Servizi Volontariato Salento e di altre associazioni del territorio, ha come obiettivo di affrontare i vari colori del disagio femminile attraverso la multifunzionalità dell’agricoltura.
Questa rete fitta di attori, che provengono da settori estremamente differenti, propone una realtà rurale in cui si realizzano sperimentazioni sociali insieme a pratiche agricole alternative e sostenibili, e interviene non solo sullo specifico disagio, bensì sul contesto dove esso è presente o si potrebbe manifestare, agendo sulla comunità intera.
E’ risaputo che per le donne sia difficile uscire da situazioni complicate: quelle che derivano da violenze domestiche, quelle di avere all’interno della famiglia figli disabili, anziani malati o adolescenti difficili, o più semplicemente come quelle che derivano da una scissione interiore provocata da una società che sempre meno offre loro tempi e spazi alla soggettività femminile.
La donna è sempre più sola ad affrontare il carico quotidiano di responsabilità intra ed extra-famigliare, arrivando in molti casi a vivere sentimenti di frustrazione e depressione.
Cause principali sono i cambiamenti a cui stiamo assistendo: la venuta meno di quella rete socio-famigliare che un tempo veniva in supporto a tutti i membri e il diffondersi di relazioni sempre più fragili e precarie. Le donne quindi vivono in isolamento le loro esistenze, costrette a fare da mamme, da mogli, da badanti, da lavoratrici e chi più ne ha più ne metta, il più delle volte dimenticando o tradendo se stesse.
“Il Giardino di Zoe” vuole dare voce a tutte loro, ripartendo dalla terra intesa come luogo che cura, che accoglie e che perdona. Come avveniva nel passato, la donna può beneficare nel misurarsi con i ritmi della terra, all’area aperta, a contatto con la natura, nella mutualità con altre donne, giovando dei poteri curativi di piante ed erbe e della ciclicità della vita stessa, dove il valore terapeutico del lavoro agricolo e della campagna, ha sempre stimolato il cambiamento, l’autodeterminazione e la costruzione attiva di progetti di vita nonché il ritrovamento del proprio sé.
E oggi, in un momento di crisi socio-economica, dove le donne sono sempre più penalizzate, il ritorno alla terra e alla ruralità , può essere l’unica alternativa di pensare concretamente al prendersi cura di sé. Quindi il “coltivare salute” diventa una reale ipotesi di welfare attento ai bisogni di genere femminile e non solo.
Altra caratteristica del progetto è la creazione di capitale sociale, teso quindi al coinvolgimento di molti attori sociali, all’iniziativa e all’animazione sul territorio. In molte delle attività di agricoltura sociale e di laboratori previste, dove protagoniste saranno le donne accompagnate dalle operatrici sociali e dai volontari, verranno chiamati a partecipare le scolaresche, i turisti, i cittadini locali, le associazioni e le istituzioni, in un continuo confronto e scambio di saperi e conoscenze, dove il rispetto e il contatto intimo con la natura faranno da filo conduttore per ricreare un’agri-cultura responsabile, comunitaria e con funzioni di inclusione sociale.
Tra le altre iniziative di animazione territoriale, ci saranno un concorso letterario femminile e una mostra dell’artigianato femminile locale dove qualsiasi donna potrà contribuire ed esprimere il proprio talento, passione e valore. Inoltre sono previsti appuntamenti socio-culturali aperti, dove il tema predominante sarà quello del rapporto con la natura e le tradizioni, favorendo così la definizione di nuovi significati del cibo, di consumo connotati da responsabilità sociale e di rispetto per l’ambiente.
Le iniziative saranno svolte nella Masseria Galatea, in zona Macurano ad Alessano, luogo di memorie e tradizioni rurali dal sapore magico e ancestrale, che ha gratuitamente messo a disposizione terra e spazi. In questo luogo di socialità femminile, unico sul territorio, si porrà così l’attenzione sulla relazione fra le donne e sul loro riconoscersi reciprocamente costruendo relazioni significative di fiducia e di mutualismo, nonché di amicizia. L’intera comunità sarà chiamata a smuovere e sostenere il cambiamento in una donna e nel contempo a promuoverne la soggettività e il co-protagonismo.
Si spera che dalla dolcezza di questo movimento al femminile e dalla lentezza di madre-terra, la comunità ne possa trarre beneficio, rivivendo tutti i cicli della natura, riscoprendo le vocazioni territoriali e riattivando tutte quelle primordiali connessioni necessarie al benessere psico-socio-culturale di un intero territorio.
Nel frattempo per le associazioni, enti, aziende e cittadini che vogliono aderire alle rete, partecipare alla realizzazione del progetto o ricevere informazioni sull’iniziativa, contattare Angelita Giotta, assistente sociale e responsabile del progetto, al 3287482252 o all’ e.mail giardinodizoe@gmail.com.