Cristella: “Le mancate risposte della Gentile”

TARANTO - Nota del consigliere regionale del PdL Giuseppe Cristella. "Mentre Vendola si è perdutamente genuflesso al richiamo della politica nazionale, la Sanità pugliese langue, drammaticamente mutilata nelle proprie strutture assistenziali, priva di una vera politica sanitaria e scarsamente garante dei livelli minimi essenziali di assistenza.
La scientifica demolizione delle strutture sanitarie pubbliche dalla fine del 2010 ad oggi, ha di fatto certificato il fallimento della politica sanitaria del centro-sinistra.
Siamo di fronte ad una amministrazione regionale comatosa, che ha letteralmente quasi del tutto cancellato la sanità ed il “welfare” al punto che la cronica mancanza di una seria  programmazione sanitaria dovrebbe dettar consiglio a Vendola e alla Gentile affinché optino per un eterno e salutare oblio istituzionale: condizione certo molto dolorosa ma che li riscatterebbe agli occhi degli esterrefatti contribuenti pugliesi.
Un paio di mesi or sono avevo presentato un’interrogazione a risposta scritta all’assessore Gentile, circa la probabile chiusura del nosocomio di Castellaneta al fine di conoscere quali iniziative intendesse assumere per mantenere in funzione l’ospedale in parola, tenuto conto dell’annunciato Patto per la Salute proposto alle Regioni dal governo nazionale che prevede la chiusura dei nosocomi con meno di 120 posti letto.
Credo che sia davvero meno improbabile trovare un “ago nel pagliaio” che ricevere un riscontro dalla Gentile in ordine alle preoccupazioni manifestate dall’intera cittadinanza castellanetana per la paventata chiusura del proprio ospedale.
Sembra quasi certo che l’ospedale di Castellaneta chiuderà i battenti per essere riconvertito forse in struttura per la lungodegenza e la riabilitazione così rivelando le  numerose  lacune esistenti nel più generale funzionamento della sanità pugliese.
Prova ne sia lo strumento pianificatorio dell’organizzazione sanitaria della nostra regione redatto unicamente sulla base delle rigide condizioni economicamente restrittive, convenute con il Governo nel novembre del 2010 nell’apposito accordo sul Piano di Rientro, senza quindi alcuna previsione dei reali fabbisogni dei cittadini, che andrebbero soddisfatti invece soprattutto in termini di qualità delle prestazioni rese.
Il “fare” della Gentile e quello dei suoi predecessori incarnano una burocrazia bizantina, fatta di atti rituali meccanicamente consolidati, ove viene espressa la capacità di tagliare linearmente posti letto e spese in un modo completamente avulso dal reale fabbisogno epidemiologico e assistenziale delle differenti realtà locali sanitarie della nostra regione; in ciò salvaguardano ovviamente gli imperituri pilastri della politica sanitaria vendoliana: il clientelismo, e gli sprechi.
Se l’ospedale di Castellaneta verrà dismesso, esso  costituirà un mirabile esempio di deospedalizzazione selvaggia, ove a governarla sarà stata una mera ed ottusa sottrazione delle tante professionalità esistenti nell’ambito del detto nosocomio.
La Gentile ci dica se le tante voci insistenti sulla chiusura del detto stabilimento ospedaliero per il quale comunque sono stati realizzati importanti investimenti al fine di potenziare anche le strutture già esistenti come ad esempio l’UTIC,  abbiano o meno un fondamento di verità; lo faccia almeno per quell’elettorato che alle ultime elezioni regionali ha sostenuto la candidatura del suo Presidente, così rispettando la inveterata tradizione del suo ex partito comunista italiano".

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