BARI - “Sembra di stare sull’otto volante. Mentre il Consiglio regionale impone con legge - all’unanimità - la semplificazione e il taglio degli enti inutili, la Giunta regionale su 120 riconosciuti ed elencati ne sopprime solo 4. Peraltro, la legge approvata di recente sull’argomento richiedeva una puntuale motivazione per giustificare la mancata soppressione; a fronte di tanto, invece, la delibera di Giunta regionale si trincera dietro una generica espressione burocratica per giustificare la sopravvivenza: ‘svolge compiti fondamentali per i fini istituzionali dell’Amministrazione regionale’.
Chiedo al Presidente Vendola, pertanto e nello spirito della solita collaborazione, di ritornare sull’argomento e valutare con maggiore approfondimento il provvedimento approvato”.
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alla delibera approvata il 21 febbraio scorso dalla Giunta regionale (n. 194), in materia di ‘Riordino organismi collegiali operanti a livello tecnico-amministrativo e consultivo. Semplificazione dei procedimenti amministrativi’.
La delibera è stata approvata sulla base di una legge di semplificazione, presentata dal consigliere Amati e sottoscritta da altri consiglieri di tutti i gruppi politici (Pentassuglia, Romano, Loizzo, Maniglio, Marmo, Mennea, Friolo, Damone, Negro, Caroppo A., Ognissanti, Gianfreda, Pellegrino, Martucci, Ventricelli, Zullo, Camporeale, Blasi e Congedo), e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.
“Ora, non è certamente mio compito entrare nelle scelte di merito a cui la Giunta regionale era stata chiamata dalla legge regionale, avverto tuttavia l’insostenibilità di un risultato ricognitivo che su 120 consigli, comitati e commissioni meramente consultivi, ne ha reputati non indispensabili - e da sopprimere - solo 4.
Basta scorgere l’elenco di questi organismi collegiali per accorgersi, intuitivamente, dell’inutilità e ripetitività di funzioni di molti, le cui competenze generali potrebbero essere svolte dalla struttura amministrativa, senza perdite di tempo e farraginosità.
Inoltre, si sarebbe pur potuta tollerare la scelta di confermarli tutti, alla condizione di una puntuale motivazione in tema di indispensabilità, come era previsto dalla legge, senza trincerarsi di un’unica formula motivazionale di 10 parole in burocratese puro, valida per tutti, e cioè - per fare un esempio e senza giudizio di valore - sia per la Commissione acquisto stalloni che per il Consiglio pugliesi nel mondo”.
Chiedo al Presidente Vendola, pertanto e nello spirito della solita collaborazione, di ritornare sull’argomento e valutare con maggiore approfondimento il provvedimento approvato”.
Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento alla delibera approvata il 21 febbraio scorso dalla Giunta regionale (n. 194), in materia di ‘Riordino organismi collegiali operanti a livello tecnico-amministrativo e consultivo. Semplificazione dei procedimenti amministrativi’.
La delibera è stata approvata sulla base di una legge di semplificazione, presentata dal consigliere Amati e sottoscritta da altri consiglieri di tutti i gruppi politici (Pentassuglia, Romano, Loizzo, Maniglio, Marmo, Mennea, Friolo, Damone, Negro, Caroppo A., Ognissanti, Gianfreda, Pellegrino, Martucci, Ventricelli, Zullo, Camporeale, Blasi e Congedo), e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale.
“Ora, non è certamente mio compito entrare nelle scelte di merito a cui la Giunta regionale era stata chiamata dalla legge regionale, avverto tuttavia l’insostenibilità di un risultato ricognitivo che su 120 consigli, comitati e commissioni meramente consultivi, ne ha reputati non indispensabili - e da sopprimere - solo 4.
Basta scorgere l’elenco di questi organismi collegiali per accorgersi, intuitivamente, dell’inutilità e ripetitività di funzioni di molti, le cui competenze generali potrebbero essere svolte dalla struttura amministrativa, senza perdite di tempo e farraginosità.
Inoltre, si sarebbe pur potuta tollerare la scelta di confermarli tutti, alla condizione di una puntuale motivazione in tema di indispensabilità, come era previsto dalla legge, senza trincerarsi di un’unica formula motivazionale di 10 parole in burocratese puro, valida per tutti, e cioè - per fare un esempio e senza giudizio di valore - sia per la Commissione acquisto stalloni che per il Consiglio pugliesi nel mondo”.
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