BARI - “La Puglia maglia nera per i tributi versati dal mondo dell’impresa alle casse regionali, per l’esosità delle aliquote d’imposta che inevitabilmente mortificano e rendono vane qualsiasi ipotesi e prospettiva di crescita e sviluppo, e che per lo più servono a coprire il deficit di un comparto in grave affanno, la sanità, col paradosso di lasciare scoperti altri servizi di fondamentale importanza per la comunità”.
Così Maurizio Friolo, capogruppo del Nuovo Centro Destra in Consiglio regionale, commenta il Rapporto sulle entrate fiscali della Regione Calabria comparate con quelle delle altre regioni italiane a statuto ordinario, elaborato da Svimez e pubblicato oggi dal Sole 24 Ore, che offre “una nitida fotografia del contrasto tra la demagogia, il canto delle sirene e la cruda realtà che i nostri imprenditori ben conoscono. Nel periodo preso in esame, in particolare dal 2008 al 2010 emerge infatti che l’Irap ha raggiunto l’astronomica percentuale del 69 per cento del totale delle entrate nelle casse regionali, riducendo drammaticamente i margini di competitività delle attività produttive che operano sul territorio, e penalizzandole gravemente anche per i mancati investimenti e la ridotta possibilità di esportazioni”.
“Aggiungendo al danno la beffa: ‘Colpendo il valore del prodotto delle imprese – chiarisce infatti lo studio Svimez in esame - l’Irap si configura come un’ulteriore imposta sul consumo, come l’Iva, che fa aumentare il prezzo delle merci acquistate dai consumatori’. Un caso esemplare, insomma, di come ‘si ammazza il sistema produttivo di una regione non sviluppata’, di cui non sentivamo affatto il bisogno.
Stendendo poi - conclude Friolo - un velo pietoso su come sono state reimpiegati i proventi derivati da un salasso masochista e suicida: grazie, Vendola”.
Così Maurizio Friolo, capogruppo del Nuovo Centro Destra in Consiglio regionale, commenta il Rapporto sulle entrate fiscali della Regione Calabria comparate con quelle delle altre regioni italiane a statuto ordinario, elaborato da Svimez e pubblicato oggi dal Sole 24 Ore, che offre “una nitida fotografia del contrasto tra la demagogia, il canto delle sirene e la cruda realtà che i nostri imprenditori ben conoscono. Nel periodo preso in esame, in particolare dal 2008 al 2010 emerge infatti che l’Irap ha raggiunto l’astronomica percentuale del 69 per cento del totale delle entrate nelle casse regionali, riducendo drammaticamente i margini di competitività delle attività produttive che operano sul territorio, e penalizzandole gravemente anche per i mancati investimenti e la ridotta possibilità di esportazioni”.
“Aggiungendo al danno la beffa: ‘Colpendo il valore del prodotto delle imprese – chiarisce infatti lo studio Svimez in esame - l’Irap si configura come un’ulteriore imposta sul consumo, come l’Iva, che fa aumentare il prezzo delle merci acquistate dai consumatori’. Un caso esemplare, insomma, di come ‘si ammazza il sistema produttivo di una regione non sviluppata’, di cui non sentivamo affatto il bisogno.
Stendendo poi - conclude Friolo - un velo pietoso su come sono state reimpiegati i proventi derivati da un salasso masochista e suicida: grazie, Vendola”.