LECCE - Durissima presa di posizione del consigliere regionale e della segreteria provinciale di Sel circa la delibera della Giunta regionale sulle assunzioni delle Asl.
“Contro una discriminazione così grave e ingiustificata della sanità leccese non c'è vincolo di maggioranza o di partito: la delibera è sbagliata e da rifare”.
“Una discriminazione gravissima ai danni della salute della provincia di Lecce: la Giunta regionale ritiri la delibera sulle assunzioni in sanità e la riformuli seguendo le indicazioni dell'Asl”.
Anche la segretaria provinciale di Sel Anna Cordella a nome di tutto il partito leccese si schiera contro la delibera approvata dalla Giunta regionale relativa alle “Autorizzazione alle assunzioni di personale delle Aziende Sanitarie in deroga al divieto di cui alla L.R. 2/2011”.
Una delibera che immette nuove figure nelle piante organiche delle aziende sanitarie, ma soprattutto permette di stabilizzare i dipendenti precari che già oggi assicurano il funzionamento delle Asl: in totale 703 assunzioni autorizzate su tutto il territorio regionale.
«Ma la delibera discrimina i territori regionali tra province di serie A, province di serie B e province di serie C» afferma Galati che snocciola i dati: “Di queste 703 assunzioni, 430 deroghe sono previste nel territorio della Asl di Bari, con la media di un'assunzione ogni 3.811 abitanti; 158 deroghe nella Asl di Taranto, con la media di un'assunzione ogni 3.688 abitanti. Si passa poi alla serie B del territorio regionale, con la Asl di Brindisi dove sono previste 60 deroghe, con la media di un'assunzione ogni 6.663 abitanti. Nella serie C della regione Puglia, quindi, ricadono la Asl di Foggia con 26 deroghe e la media di un'assunzione ogni 24.162 abitanti e infine la Asl di Lecce con 29 deroghe e la media di un'assunzione ogni 27.627 abitanti. Cifre assurde che cozzano clamorosamente con le richieste della stessa Asl di Lecce”.
In particolare il consigliere di Sel fa riferimento alle previsioni di dotazione organica espresse dalla direzione generale della Asl di Lecce nel piano assunzionale 2013-2015, pubblicato con delibera 1581 del 20/09/2013.
“Le deroghe definite a priorità “alta” o “altissima” dalla direzione generale della Asl di Lecce per l'anno 2013 erano, rispettivamente, 20 e 52. Una richiesta fin troppo ragionevole che, se soddisfatta, porrebbe la Asl di Lecce in posizione sempre subalterna rispetto ad altri territori regionali ma consentirebbe un minimo di equilibrio e soprattutto di non rimandare a casa diversi dipendenti precari che assicurano il funzionamento della Asl e in particolare di settori importanti e di rilievo, come la prevenzione per l'ambiente: una materia di cui la provincia di Lecce, che soffre picchi di insorgenze tumorali superiori anche alle province a vocazione industriale, ha un disperato bisogno” – ha sottolineato Galati.
Il consigliere regionale e la segretaria provinciale avvertono quindi i vertici istituzionali e politici. «Il vincolo di maggioranza e la disciplina di partito non possono essere né una camicia di forza delle opinioni né un cappio al collo dei territori».
Di qui l'appello finale del consigliere Galati al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e all'assessore regionale alla salute Elena Gentile: “Quella delibera è sbagliata nel metodo e nel merito e va ritirata per essere riformulata tramite parametri meno discriminatori. I malati della provincia di Lecce non sono di serie C rispetto a quelli degli altri territori: viceversa, tutti i cittadini pugliesi si aspettano equità e impegno per far progredire senza strappi l'intera sanità regionale”.
“Contro una discriminazione così grave e ingiustificata della sanità leccese non c'è vincolo di maggioranza o di partito: la delibera è sbagliata e da rifare”.
“Una discriminazione gravissima ai danni della salute della provincia di Lecce: la Giunta regionale ritiri la delibera sulle assunzioni in sanità e la riformuli seguendo le indicazioni dell'Asl”.
Anche la segretaria provinciale di Sel Anna Cordella a nome di tutto il partito leccese si schiera contro la delibera approvata dalla Giunta regionale relativa alle “Autorizzazione alle assunzioni di personale delle Aziende Sanitarie in deroga al divieto di cui alla L.R. 2/2011”.
Una delibera che immette nuove figure nelle piante organiche delle aziende sanitarie, ma soprattutto permette di stabilizzare i dipendenti precari che già oggi assicurano il funzionamento delle Asl: in totale 703 assunzioni autorizzate su tutto il territorio regionale.
«Ma la delibera discrimina i territori regionali tra province di serie A, province di serie B e province di serie C» afferma Galati che snocciola i dati: “Di queste 703 assunzioni, 430 deroghe sono previste nel territorio della Asl di Bari, con la media di un'assunzione ogni 3.811 abitanti; 158 deroghe nella Asl di Taranto, con la media di un'assunzione ogni 3.688 abitanti. Si passa poi alla serie B del territorio regionale, con la Asl di Brindisi dove sono previste 60 deroghe, con la media di un'assunzione ogni 6.663 abitanti. Nella serie C della regione Puglia, quindi, ricadono la Asl di Foggia con 26 deroghe e la media di un'assunzione ogni 24.162 abitanti e infine la Asl di Lecce con 29 deroghe e la media di un'assunzione ogni 27.627 abitanti. Cifre assurde che cozzano clamorosamente con le richieste della stessa Asl di Lecce”.
In particolare il consigliere di Sel fa riferimento alle previsioni di dotazione organica espresse dalla direzione generale della Asl di Lecce nel piano assunzionale 2013-2015, pubblicato con delibera 1581 del 20/09/2013.
“Le deroghe definite a priorità “alta” o “altissima” dalla direzione generale della Asl di Lecce per l'anno 2013 erano, rispettivamente, 20 e 52. Una richiesta fin troppo ragionevole che, se soddisfatta, porrebbe la Asl di Lecce in posizione sempre subalterna rispetto ad altri territori regionali ma consentirebbe un minimo di equilibrio e soprattutto di non rimandare a casa diversi dipendenti precari che assicurano il funzionamento della Asl e in particolare di settori importanti e di rilievo, come la prevenzione per l'ambiente: una materia di cui la provincia di Lecce, che soffre picchi di insorgenze tumorali superiori anche alle province a vocazione industriale, ha un disperato bisogno” – ha sottolineato Galati.
Il consigliere regionale e la segretaria provinciale avvertono quindi i vertici istituzionali e politici. «Il vincolo di maggioranza e la disciplina di partito non possono essere né una camicia di forza delle opinioni né un cappio al collo dei territori».
Di qui l'appello finale del consigliere Galati al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e all'assessore regionale alla salute Elena Gentile: “Quella delibera è sbagliata nel metodo e nel merito e va ritirata per essere riformulata tramite parametri meno discriminatori. I malati della provincia di Lecce non sono di serie C rispetto a quelli degli altri territori: viceversa, tutti i cittadini pugliesi si aspettano equità e impegno per far progredire senza strappi l'intera sanità regionale”.