NEW DELHI - Lunedì "non è il giorno del giudizio, ma quello della verità". Lo ha detto oggi all'ANSA l'inviato del governo Staffan de Mistura riferendosi alla prossima udienza della Corte Suprema che dovrà chiarire la posizione del governo in merito all'utilizzo di una legge anti terrorismo (Sua Act) nel caso dei marò.
De Mistura ha ipotizzato tre scenari: il primo è che "il Procuratore generale dirà che la polizia Nia può usare il Sua Act e in questo caso noi ci opporremo con tutta la nostra forza". Il secondo è che l'accusa "proponga una formula diversa in cui compare il Sua, ma senza la pena di morte, nella speranza di ottenere un allentamento della pressione internazionale". Anche in questo caso "per noi è inaccettabile perchè noi contestiamo l'applicazione della legge anti terrorismo". L'inviato ha poi fatto riferimento a una terza opzione che è quella "che l'India possa ritardare ulteriormente la decisione". "Ma in questo caso - ha concluso - un altro rinvio non può che giocare a nostro favore perchè già abbiamo denunciato i lunghi ritardi accumulati in questo caso".
IL GRIDO DEI MARO', "SIAMO INNOCENTI" - "Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili". Lo ha dichiarato oggi a New Delhi il fuciliere di Marina Salvatore Girone, in merito alla morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. "E' un dispiacere umano - ha concluso il marò - , ma siamo innocenti".
"E' un'accusa che ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini". Lo ha detto oggi Massimiliano Latorre, rispondendo a una domanda sulla possibile applicazione di una legge antiterrorismo al loro caso. "Come militare professionista italiano che combatte la pirateria - ha aggiunto in un incontro con i giornalisti a New Delhi - questo mi rammarica molto".
Il sostegno degli italiani "c'e' stato fin dall'inizio, ma ora e' incontenibile". Ha detto Latorre. "Quando vogliamo sappiamo essere uniti", ha aggiunto il fuciliere di Marina ricordando anche il supporto e l'impegno del presidente Giorgio Napolitano. ROMA - Fa discutere la posizione del ministero dell'Interno indiano, d'accordo che per il caso dei marò non sia invocata la pena di morte, ma che sia comunque utilizzatala la legge antipirateria (Sua Act) che la prevede.
+ Boldrini, Ue esiga rispetto
Ora la questione passa al procuratore generale Vahanvati, che dovrà quindi riuscire a risolvere tale discordanza. Oggi visita della Bonino in Libano e Gibuti, Grasso è invece in Marocco.
STRISCIONE SU CONSIGLIO, "RIPORTIAMOLI A CASA" - Esposto sul palazzo del Consiglio regionale della Puglia, dello striscione di solidarietà ai marò pugliesi trattenuti in India, per la nota vicenda, dal febbraio 2012. Il presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, ha informato la Conferenza dei capigruppo e l’Ufficio di Presidenza della esposizione, dal prospetto su via Capruzzi, a Bari, del telone che reca l’immagine dei due fucilieri e chiede la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Sulla stessa facciata sventola da un pennone la bandiera arcobaleno della pace. “La nostra Costituzione ripudia la guerra – dichiara Introna - e i nostri militari all’estero sono quindi impegnati in missioni esclusivamente all’insegna della pace, della democrazia e della libertà dei popoli. Tanto vale evidentemente anche per il programma internazionale antipirateria che vedeva impegnati i sei marò del Reggimento San Marco imbarcati sull’Enrica Lexie. Per questo mi sembra efficace associare un simbolo universale di pace alla pressante richiesta di rispetto per gli uomini e di onore per i militari”.
MAURO, SENZA SOLUZIONE STOP A MISSIONI - "La partecipazione italiana a future missioni antipirateria è legata alla positiva soluzione della vicenda giudiziaria dei due marò, che dovrà concludersi con il loro rientro a casa con onore". Lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro, in audizione alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato.
De Mistura ha ipotizzato tre scenari: il primo è che "il Procuratore generale dirà che la polizia Nia può usare il Sua Act e in questo caso noi ci opporremo con tutta la nostra forza". Il secondo è che l'accusa "proponga una formula diversa in cui compare il Sua, ma senza la pena di morte, nella speranza di ottenere un allentamento della pressione internazionale". Anche in questo caso "per noi è inaccettabile perchè noi contestiamo l'applicazione della legge anti terrorismo". L'inviato ha poi fatto riferimento a una terza opzione che è quella "che l'India possa ritardare ulteriormente la decisione". "Ma in questo caso - ha concluso - un altro rinvio non può che giocare a nostro favore perchè già abbiamo denunciato i lunghi ritardi accumulati in questo caso".
IL GRIDO DEI MARO', "SIAMO INNOCENTI" - "Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili". Lo ha dichiarato oggi a New Delhi il fuciliere di Marina Salvatore Girone, in merito alla morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. "E' un dispiacere umano - ha concluso il marò - , ma siamo innocenti".
"E' un'accusa che ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini". Lo ha detto oggi Massimiliano Latorre, rispondendo a una domanda sulla possibile applicazione di una legge antiterrorismo al loro caso. "Come militare professionista italiano che combatte la pirateria - ha aggiunto in un incontro con i giornalisti a New Delhi - questo mi rammarica molto".
Il sostegno degli italiani "c'e' stato fin dall'inizio, ma ora e' incontenibile". Ha detto Latorre. "Quando vogliamo sappiamo essere uniti", ha aggiunto il fuciliere di Marina ricordando anche il supporto e l'impegno del presidente Giorgio Napolitano. ROMA - Fa discutere la posizione del ministero dell'Interno indiano, d'accordo che per il caso dei marò non sia invocata la pena di morte, ma che sia comunque utilizzatala la legge antipirateria (Sua Act) che la prevede.
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Ora la questione passa al procuratore generale Vahanvati, che dovrà quindi riuscire a risolvere tale discordanza. Oggi visita della Bonino in Libano e Gibuti, Grasso è invece in Marocco.
STRISCIONE SU CONSIGLIO, "RIPORTIAMOLI A CASA" - Esposto sul palazzo del Consiglio regionale della Puglia, dello striscione di solidarietà ai marò pugliesi trattenuti in India, per la nota vicenda, dal febbraio 2012. Il presidente dell’Assemblea, Onofrio Introna, ha informato la Conferenza dei capigruppo e l’Ufficio di Presidenza della esposizione, dal prospetto su via Capruzzi, a Bari, del telone che reca l’immagine dei due fucilieri e chiede la liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
Sulla stessa facciata sventola da un pennone la bandiera arcobaleno della pace. “La nostra Costituzione ripudia la guerra – dichiara Introna - e i nostri militari all’estero sono quindi impegnati in missioni esclusivamente all’insegna della pace, della democrazia e della libertà dei popoli. Tanto vale evidentemente anche per il programma internazionale antipirateria che vedeva impegnati i sei marò del Reggimento San Marco imbarcati sull’Enrica Lexie. Per questo mi sembra efficace associare un simbolo universale di pace alla pressante richiesta di rispetto per gli uomini e di onore per i militari”.
MAURO, SENZA SOLUZIONE STOP A MISSIONI - "La partecipazione italiana a future missioni antipirateria è legata alla positiva soluzione della vicenda giudiziaria dei due marò, che dovrà concludersi con il loro rientro a casa con onore". Lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro, in audizione alle commissioni congiunte Esteri e Difesa di Camera e Senato.