BARI - “Una buona notizia per la Puglia ci viene dall’agenzia di rating Moody’s che porta l’outlook, cioè lo sguardo sul futuro, da negativo a stabile. La pagella che ci fa questa importante agenzia di valutazione compara la Puglia allo Stato italiano in una condizione in cui diverse regioni importanti, non solo del sud ma anche del nord come il Piemonte, vedono peggiorata la propria situazione e la propria pagella”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a margine della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale della Puglia della Corte dei Conti.
“Questo avviene - ha aggiunto Vendola - all’indomani della presentazione della rapporto della Corte dei Conti al Parlamento in cui si indica nella Regione Puglia, la regione che è stata più in grado di combattere contro le frodi e le irregolarità che rappresentano una frazione minima in una contabilità agghiacciante quale è quella dei fondi europei. Fondi che anzichè finanziare i cantieri, e quindi dare risposte ai problemi del nostro paese, a volte finanziano le giostrine della corruzione e della dissipazione di risorse pubbliche”.
Per quanto riguarda invece la relazione odierna della Corte dei conti, Vendola ha sottolineato quanto “il quadro oggi fornito dalla Corte dei Conti sia un quadro che, pur radiografando la persistenza di fenomeni di malversazione o di illegalità, tuttavia li colloca dentro una condizione fisiologica”.
“Questa è una Regione che sta costruendo l’anticorruzione modificando i modelli di organizzazione del lavoro – ha aggiunto Vendola - cercando di portare a trasparenza tutti i procedimenti amministrativi, non accontentandosi quindi di sventolare una bandiera, ma facendo fare ogni giorno un avanzamento, in termini di controllo sociale, su tutto ciò che fa l’amministrazione. Noi ci siamo sforzati di lavorare ad un modello di lotta contro la corruzione che sfuggisse dalla banalizzazione del problema e che invece cercasse di innovare i modelli di organizzazione della vita pubblica”.
Per quanto riguarda la sanità, il Presidente ha sottolineato che proprio “la parcellizzazione dei flussi di spesa, rende prigioniero di un cono d’ombra tutto il sistema della spesa sanitaria”.
“L’unica strutturale risposta - ha aggiunto Vendola - è la centralizzazione. Oggi noi abbiamo lavorato per la centralizzazione degli appalti sotto soglia, bisogna lavorare per la centralizzazione degli appalti sopra soglia, ma soprattutto germinare il controllo sociale. Consentire la conoscenza reale, in
rete, in tempi reali di ogni singolo atto e di ogni singola spesa significa attivare quella rete di controllo sociale che in qualche modo funziona come deterrente rispetto alla pervasività dei fenomeni corruttivi”.
Vendola infine ha voluto evidenziare come oggi “la fenomenologia del corrotto sia al centro del dibattito pubblico (ed è la politica normalmente) mentre la fenomenologia del corruttore sia rimossa dal dibattito pubblico”.
“In Italia – ha detto - la corruzione è un fenomeno strano, c’è il corrotto e non c’è il corruttore. Si vede bene il soggetto che viene corrotto ma si tende a rimuovere il soggetto corruttore che corrisponde ad una parte rilevante della società civile. Invece, la corruzione va fotografata nella sua realtà complessiva e soprattutto, contro la corruzione, bisogna cambiare radicalmente la cultura della pubblica amministrazione. Per questo penso che i vostri stimoli, le vostre riflessioni, debbano servire per noi soprattutto per andare a cercare la radice di fenomeni che, nella storia italiana, erano patologia e che oggi, rischiano di essere fisiologia”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a margine della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale della Puglia della Corte dei Conti.
“Questo avviene - ha aggiunto Vendola - all’indomani della presentazione della rapporto della Corte dei Conti al Parlamento in cui si indica nella Regione Puglia, la regione che è stata più in grado di combattere contro le frodi e le irregolarità che rappresentano una frazione minima in una contabilità agghiacciante quale è quella dei fondi europei. Fondi che anzichè finanziare i cantieri, e quindi dare risposte ai problemi del nostro paese, a volte finanziano le giostrine della corruzione e della dissipazione di risorse pubbliche”.
Per quanto riguarda invece la relazione odierna della Corte dei conti, Vendola ha sottolineato quanto “il quadro oggi fornito dalla Corte dei Conti sia un quadro che, pur radiografando la persistenza di fenomeni di malversazione o di illegalità, tuttavia li colloca dentro una condizione fisiologica”.
“Questa è una Regione che sta costruendo l’anticorruzione modificando i modelli di organizzazione del lavoro – ha aggiunto Vendola - cercando di portare a trasparenza tutti i procedimenti amministrativi, non accontentandosi quindi di sventolare una bandiera, ma facendo fare ogni giorno un avanzamento, in termini di controllo sociale, su tutto ciò che fa l’amministrazione. Noi ci siamo sforzati di lavorare ad un modello di lotta contro la corruzione che sfuggisse dalla banalizzazione del problema e che invece cercasse di innovare i modelli di organizzazione della vita pubblica”.
Per quanto riguarda la sanità, il Presidente ha sottolineato che proprio “la parcellizzazione dei flussi di spesa, rende prigioniero di un cono d’ombra tutto il sistema della spesa sanitaria”.
“L’unica strutturale risposta - ha aggiunto Vendola - è la centralizzazione. Oggi noi abbiamo lavorato per la centralizzazione degli appalti sotto soglia, bisogna lavorare per la centralizzazione degli appalti sopra soglia, ma soprattutto germinare il controllo sociale. Consentire la conoscenza reale, in
rete, in tempi reali di ogni singolo atto e di ogni singola spesa significa attivare quella rete di controllo sociale che in qualche modo funziona come deterrente rispetto alla pervasività dei fenomeni corruttivi”.
Vendola infine ha voluto evidenziare come oggi “la fenomenologia del corrotto sia al centro del dibattito pubblico (ed è la politica normalmente) mentre la fenomenologia del corruttore sia rimossa dal dibattito pubblico”.
“In Italia – ha detto - la corruzione è un fenomeno strano, c’è il corrotto e non c’è il corruttore. Si vede bene il soggetto che viene corrotto ma si tende a rimuovere il soggetto corruttore che corrisponde ad una parte rilevante della società civile. Invece, la corruzione va fotografata nella sua realtà complessiva e soprattutto, contro la corruzione, bisogna cambiare radicalmente la cultura della pubblica amministrazione. Per questo penso che i vostri stimoli, le vostre riflessioni, debbano servire per noi soprattutto per andare a cercare la radice di fenomeni che, nella storia italiana, erano patologia e che oggi, rischiano di essere fisiologia”.