Juve: Verona come Firenze, Conte chiama a rapporto la squadra



di Piero Ladisa – Verona-Juve, minuto 94. Sino a quel momento i campioni d’Italia in carica erano in vantaggio 2-1. Un risultato che alla luce del pareggio maturato tra Lazio e Roma avrebbe proiettato i bianconeri a +11 sui giallorossi, mettendo così una serie ipoteca o quasi sul terzo tricolore consecutivo.
Ma si sa, le partite vanno giocate sino all’ultimo secondo finché l’arbitro non emette il triplice fischio finale. E così una disattenzione, l'ultima delle tante commesse ieri dai bianconeri, ha permesso agli scaligeri di agguantare il pari.
La Juve fa, la Juve disfa. È questa la giusta analisi del match andato in scena al Bentegodi. Un incontro dai due volti, corrispondenti alle due frazioni di gioco disputate in maniera differente da Buffon e compagni.
I primi 45’ si sono conclusi sul 2-0 in favore della Vecchia Signora, avanti grazie alla doppietta messa a segno da Tevez. Passivo che aveva letteralmente messo kappaò dal punto di vista psicologico il Verona, con mente e gambe lasciate negli spogliatoi. Ripresa invece completamente diversa con una Juve molle, non cattiva agonisticamente parlando, calata di concentrazione e leziosa con i suoi giocatori di maggior caratura. Gli uomini di Mandorlini ringraziano, incominciano a macinare gioco accorciando prima con Toni e raggiungendo successivamente il pareggio con Gomez a tempo quasi scaduto. Ed è proprio sui gol della squadra gialloblù, entrambi di testa, che si è avvertita la rilassatezza della retroguardia bianconera dettata dall’aver oramai messo al sicuro il risultato permettendosi il lusso di non marcare gli avversari.
La gara di ieri  ha ricordato nella sostanza, non nella forma, la trasferta di Firenze del 20 ottobre scorso. In quell’occasione i bianconeri, come contro il Verona, erano in vantaggio 2-0 salvo poi farsi recuperare e addirittura scavalcare.
Dopo quella sconfitta, la prima stagionale, Conte fu molto abile a ricompattare l’ambiente, con un sano bagno d'umiltà, facendo tornare la “fame” di successi ad un gruppo che sembrava sentirsi onnipotente e imbattibile. Ciò che di sicuro il tecnico salentino avrà operato anche oggi nella mente dei suoi giocatori, chiamati a rapporto questa mattina a Vinovo per analizzare le cause della scialba prestazione di Verona. Non resta che attendere la gara interna contro il Chievo, in programma domenica pomeriggio, per vedere se il lavoro psicologico di Conte avrà gli effetti sperati così come verificatosi dopo la gara del Franchi.