La leggenda della città di Gallipoli
di Mario Contino, fondatore dei Ghost Hunters Puglia - Il Salento non smette mai di stupire e far sognare, con il suo calore, i suoi colori, i sapori ed i profumi puri che la storia ha saputo preservare dall'usura del tempo.
Oggi vi narrerò una storia fatta di violente e sanguinarie lotte, di Divinità vendicative ma oneste e di amori profondi ed incondizionati: vi parlerò della leggenda alla base della fondazione di Gallipoli.
Gallipoli è una delle città più belle ed antiche del territorio pugliese, una tra le più rinomate del Salento; non è solo mare e storia, turismo e vivacità, è molto di più, si potrebbe dire che è parte del DNA pugliese.
In un tempo ormai dimenticato dall'uomo ma ben presente nel suo subconscio viveva un principe bellissimo, un valoroso condottiero tanto abile quanto spietato nelle lotte che affrontava e che sempre vinceva. Un conquistatore inarrestabile e potente.
Originario d'oltre mare, probabilmente greco, si ritrovò ben presto solo e senza alcun appoggio, triste sorte che spezza anche il più robusto degli anelli.
Probabilmente i suoi compagni non accettarono più la sua estrema crudeltà in battaglia e gli voltarono le spalle così come egli le voltava all'umanità.
Fiero e coraggioso, se pur triste nel cuore, il Principe si imbarcò ed approdò sulle coste del Salento in cerca di una nuova vita, qui si innamorò di una bellissima fanciulla e ben presto il loro amore crebbe a tal punto da non poter più essere nascosto o trattenuto.
Purtroppo il ragazzo non poté cancellare mai la macchia di vergogna e crudeltà che incombeva sul suo passato da condottiero e tanto meno poteva dimenticarsene la Dea Venere che era rimasta talmente scioccata dai massacri compiuti dal giovane da giurar vendetta.
La Dea scatenò sui due amanti una terribile maledizione: ogni qual volta i due cercavano di incontrarsi, una nebbia fittissima calava ed impediva l'un l'altro la vista; se i due cercavano di abbracciarsi, un violentissimo vento s'alzava dal nulla e ne impediva il contatto.
Questa condizione procurò alla fanciulla un così forte dolore ed una tale tristezza da prosciugargli la vita stessa e condurla alla morte.
Il principe, che solo dopo il triste evento potette finalmente riabbracciare la sua amata, decise di prenderla con se' ed imbarcarsi per cercare un luogo in cui seppellirla ed aspettare la morte, forse unica liberazione per un simile dolore.
La Dea gli impedì anche questo ultimo gesto d'amore: il vento si alzò ed il principe non poté mai lasciare le coste salentine, dopo molti tentativi e con immani sforzi, approdò su un isola, fortunatamente bellissima e lì decise di seppellire la sua fanciulla e di edificare per lei un bellissimo monumento. Su quest'isola fondò anche una città in ricordo dell'eterno suo amore e dolore, la città di Gallipoli.
Oggi vi narrerò una storia fatta di violente e sanguinarie lotte, di Divinità vendicative ma oneste e di amori profondi ed incondizionati: vi parlerò della leggenda alla base della fondazione di Gallipoli.
Gallipoli è una delle città più belle ed antiche del territorio pugliese, una tra le più rinomate del Salento; non è solo mare e storia, turismo e vivacità, è molto di più, si potrebbe dire che è parte del DNA pugliese.
In un tempo ormai dimenticato dall'uomo ma ben presente nel suo subconscio viveva un principe bellissimo, un valoroso condottiero tanto abile quanto spietato nelle lotte che affrontava e che sempre vinceva. Un conquistatore inarrestabile e potente.
Originario d'oltre mare, probabilmente greco, si ritrovò ben presto solo e senza alcun appoggio, triste sorte che spezza anche il più robusto degli anelli.
Probabilmente i suoi compagni non accettarono più la sua estrema crudeltà in battaglia e gli voltarono le spalle così come egli le voltava all'umanità.
Fiero e coraggioso, se pur triste nel cuore, il Principe si imbarcò ed approdò sulle coste del Salento in cerca di una nuova vita, qui si innamorò di una bellissima fanciulla e ben presto il loro amore crebbe a tal punto da non poter più essere nascosto o trattenuto.
Purtroppo il ragazzo non poté cancellare mai la macchia di vergogna e crudeltà che incombeva sul suo passato da condottiero e tanto meno poteva dimenticarsene la Dea Venere che era rimasta talmente scioccata dai massacri compiuti dal giovane da giurar vendetta.
La Dea scatenò sui due amanti una terribile maledizione: ogni qual volta i due cercavano di incontrarsi, una nebbia fittissima calava ed impediva l'un l'altro la vista; se i due cercavano di abbracciarsi, un violentissimo vento s'alzava dal nulla e ne impediva il contatto.
Questa condizione procurò alla fanciulla un così forte dolore ed una tale tristezza da prosciugargli la vita stessa e condurla alla morte.
Il principe, che solo dopo il triste evento potette finalmente riabbracciare la sua amata, decise di prenderla con se' ed imbarcarsi per cercare un luogo in cui seppellirla ed aspettare la morte, forse unica liberazione per un simile dolore.
La Dea gli impedì anche questo ultimo gesto d'amore: il vento si alzò ed il principe non poté mai lasciare le coste salentine, dopo molti tentativi e con immani sforzi, approdò su un isola, fortunatamente bellissima e lì decise di seppellire la sua fanciulla e di edificare per lei un bellissimo monumento. Su quest'isola fondò anche una città in ricordo dell'eterno suo amore e dolore, la città di Gallipoli.