Lecce, ecco il 'Piano sociale di zona'

LECCE - “L’Ambito Territoriale Sociale di Lecce, particolarmente complesso nella sua composizione ed articolazione per l’eterogeneità degli enti coinvolti e la presenza del comune capoluogo, pur scontando le difficoltà e criticità nell’affrontare la nuova programmazione, (risorse esigue, eterogeneità dei territori e dei bisogni espressi dai 10 comuni) ha scommesso, in modo deciso ed inequivocabile, sulla pianificazione di area e sull’individuazione di strategie unitarie ed organiche che offrissero le risposte più adeguate ai bisogni delle comunità locali in modo continuativo rispetto alla programmazione attuata nel triennio 2010-2013.

In tale direzione, funzione di governance strategica è stata svolta dal Coordinamento Istituzionale, che ha proprio in fase di programmazione, recuperato pienamente coesione e chiarezza di intendimenti.

Si è lavorato intensamente per i medesimi obiettivi; si è stati protesi a trasformare i punti di debolezza in punti di forza, recuperando risorse professionali, umane e finanziarie, consolidando ed implementando dove possibile la nuova programmazione in un’ottica lungimirante e non miope.

Un ampio ed articolato processo di concertazione e condivisione ha preceduto l’adozione del Piano Sociale di Zona, in cui uno spazio significativo e particolare è stato riservato al raccordo con il Distretto Socio Sanitario, ritenuto partner strategico e con le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative e a tutti gli attori sociali pubblici e privati presenti sul territorio ed intervenuti nel tavolo di concertazione.

Al confronto con queste ultime sono stati riservati momenti specifici propedeutici e preliminari al tavolo di concertazione vero e proprio, come pure al confronto con la ASL, avendo ritenuto il Coordinamento Istituzionale, tali interlocuzioni significative ed opportune per la costruzione del nuovo sistema di Welfare.

Invero, non solo nei momenti ufficiali, ma anche, complessivamente, nell’intera fase di programmazione, gli operatori ASL hanno co-progettato con il Servizio Sociale Professionale i diversi servizi ad integrazione socio sanitaria.

Per elaborare uno strumento di pianificazione che potesse essere foriero di indicazioni rispetto alla programmazione 2014-2016  e che all’insegna della continuità e dell’innovazione potesse offrire garanzie di consolidamento e, insieme, opportunità di sviluppo al sistema locale dei servizi sociali e sociosanitari  integrati si è partiti con può prescindere l’analizzare lo stato di attuazione del Piano Sociale di Zona 2010-2013 rapportato agli obiettivi di servizio raggiunti e alle performance registrate in riferimento ai target indicati nel Piano regionale  alle politiche sociali di cui alla DGR 1875 del 13.10.2009 e successiva DGR n.2155 del 23.10.2012.

La strutturazione della strategia complessiva di programmazione imperniata sulla definizione di una serie di obiettivi di servizio verso cui tendere, con l’individuazione di valori target ha rappresentato la vera novità del precedente ciclo di programmazione.

L’aver individuato valori target per i singoli obiettivi di servizio ha permesso all’ambito di impostare una programmazione più equilibrata e ragionata rispetto al passato che permette oggi un interessante processo di valutazione delle performance registrate.

L’analisi che segue rappresentano la sintesi  ed ha rappresentato il punto di partenza per la definizione della strategia di programmazione 2014-2016.

La Regione, ha emanato il Piano Regionale delle Politiche Sociali (2013-2015) che proietta il nuovo sistema di welfare sulla base dell’impianto della passata triennalità. L’analisi quanto-qualitativa del Piano di Zona 2010-2013 per essere completa e davvero foriera di indicazioni di natura prognostica rispetto al nuovo triennio 2014 -2016 non può non essere innervata da riflessioni intorno al legame fra le azioni svolte, i servizi offerti alla comunità e le risorse economico finanziarie necessarie per realizzare gli obiettivi programmati.

Il terzo ciclo di programmazione sociale interviene in un contesto profondamente cambiato rispetto a quello che si presentava solo tre anni fa e che è stato frutto  di un intenso lavoro condotto a livello territoriale. Nonostante tutte le criticità che quotidianamente gli attori del sistema hanno riscontrato, il triennio appena trascorso lascia ai cittadini, agli operatori e agli amministratori dell’ambito territoriale sociale di Lecce risultati importanti.

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