BARI - L’eccellenza pugliese in ambito scientifico e forense sbarca a Seattle in occasione della 66esima edizione del meeting scientifico della A.A.F.S. American Academy of Forensic Sciences, attraverso la presenza di contributi dell’Università di Bari e Foggia.
È di Bari l’unico odontoiatra italiano Fellow della AAFS impegnato come relatore nell’annuale congresso mondiale di Medicina Legale e Scienze Forensi in corso proprio in questa settimana nella città statunitense: vicepresidente nazionale della Società Italiana di Odontoiatria Legale e Assicurativa (SIOLA), il dottor Emilio Nuzzolese, da oltre dieci anni impegnato nella ricerca scientifica nell’ambito della medicina legale odontoiatrica attraverso collaborazioni internazionali, sarà protagonista dell’evento nella sezione di Odontologia Forense, presentando aggiornamenti tecnici sul “ruolo forense degli operatori sanitari nell’identificazione e nella protezione delle vittime della tratta di esseri umani”.
Tema delicato e quanto mai attuale stando alle cronache che accomunano il nostro a tutti i Paesi del mondo. Materia sul cui dibattito internazionale l’Italia giunge con un suo autorevole contributo, esposto di fronte ad una platea di 58 Paesi e 3600 operatori tecnici di varie discipline.
“Si tratta di un momento di confronto e aggiornamento molto importante per coloro che collaborano con la Giustizia e le forze di Polizia, attraverso l’apporto multidisciplinare non solo della medicina ma anche dell’antropologia e l’odontologia forense” – è il commento del dottor Nuzzolese – “Non una semplice vetrina ma una visione globale, condivisa tra tutti coloro che svolgono attività peritali e di ricerca scientifica” – conclude, sottolineando come l’Odontologia Forense rappresenti una sezione prestigiosa del Congresso statunitense e di altri importanti meeting internazionali e commissioni di studio su temi come l’identificazione di resti umani e la stima dell’età dentaria.
Ecco alcuni degli argomenti di ricerca che sono stati presentati nelle precedenti edizioni del meeting statunitense delle scienze forensi, nello spazio concesso al dottor Emilio Nuzzolese: i limiti dell’accertamento tecnico-forense nella prova del “morso” nel Delitto di Via Poma; l’autopsia orale completa di esami radiologici e geologici; il righello colorimetrico NNDV (Nuzzolese, Neri, DiVella, brevetto internazionale della Università di Bari) per la stadiazione temporale di una lesione quale ausilio nella fotografia forense; i cadaveri senza nome e il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.
“Grazie alla costante presenza di autorevoli contributi scientifici italiani durante questo, come tanti altri eventi internazionali – aggiunge l’odontoiatra forense Emilio Nuzzolese – è andata via via aumentando la credibilità e l’autorevolezza della odontologia forense che tuttavia vede in Italia pochi autorevoli rappresentanti e ancora un pigro sviluppo nelle investigazioni scientifiche. Il coinvolgimento istituzionale dell’odontoiatra forense rappresenta il mio prossimo traguardo non essendo più ammissibile una disparità geografica nelle procedure autoptiche finalizzate alla identificazione umana dei ‘cadaveri senza nome’ o il coinvolgimento di periti dentisti privi di autentica competenza tecnico-forense. Aspettiamo il riscontro della Cassazione il 26 febbraio proprio conoscere l’esito della Sentenza sul Delitto di Via Poma”.
È di Bari l’unico odontoiatra italiano Fellow della AAFS impegnato come relatore nell’annuale congresso mondiale di Medicina Legale e Scienze Forensi in corso proprio in questa settimana nella città statunitense: vicepresidente nazionale della Società Italiana di Odontoiatria Legale e Assicurativa (SIOLA), il dottor Emilio Nuzzolese, da oltre dieci anni impegnato nella ricerca scientifica nell’ambito della medicina legale odontoiatrica attraverso collaborazioni internazionali, sarà protagonista dell’evento nella sezione di Odontologia Forense, presentando aggiornamenti tecnici sul “ruolo forense degli operatori sanitari nell’identificazione e nella protezione delle vittime della tratta di esseri umani”.
Tema delicato e quanto mai attuale stando alle cronache che accomunano il nostro a tutti i Paesi del mondo. Materia sul cui dibattito internazionale l’Italia giunge con un suo autorevole contributo, esposto di fronte ad una platea di 58 Paesi e 3600 operatori tecnici di varie discipline.
“Si tratta di un momento di confronto e aggiornamento molto importante per coloro che collaborano con la Giustizia e le forze di Polizia, attraverso l’apporto multidisciplinare non solo della medicina ma anche dell’antropologia e l’odontologia forense” – è il commento del dottor Nuzzolese – “Non una semplice vetrina ma una visione globale, condivisa tra tutti coloro che svolgono attività peritali e di ricerca scientifica” – conclude, sottolineando come l’Odontologia Forense rappresenti una sezione prestigiosa del Congresso statunitense e di altri importanti meeting internazionali e commissioni di studio su temi come l’identificazione di resti umani e la stima dell’età dentaria.
Ecco alcuni degli argomenti di ricerca che sono stati presentati nelle precedenti edizioni del meeting statunitense delle scienze forensi, nello spazio concesso al dottor Emilio Nuzzolese: i limiti dell’accertamento tecnico-forense nella prova del “morso” nel Delitto di Via Poma; l’autopsia orale completa di esami radiologici e geologici; il righello colorimetrico NNDV (Nuzzolese, Neri, DiVella, brevetto internazionale della Università di Bari) per la stadiazione temporale di una lesione quale ausilio nella fotografia forense; i cadaveri senza nome e il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.
“Grazie alla costante presenza di autorevoli contributi scientifici italiani durante questo, come tanti altri eventi internazionali – aggiunge l’odontoiatra forense Emilio Nuzzolese – è andata via via aumentando la credibilità e l’autorevolezza della odontologia forense che tuttavia vede in Italia pochi autorevoli rappresentanti e ancora un pigro sviluppo nelle investigazioni scientifiche. Il coinvolgimento istituzionale dell’odontoiatra forense rappresenta il mio prossimo traguardo non essendo più ammissibile una disparità geografica nelle procedure autoptiche finalizzate alla identificazione umana dei ‘cadaveri senza nome’ o il coinvolgimento di periti dentisti privi di autentica competenza tecnico-forense. Aspettiamo il riscontro della Cassazione il 26 febbraio proprio conoscere l’esito della Sentenza sul Delitto di Via Poma”.
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