Luciana Litizzetto tra ironia e sensibilità

di Marco Masciopinto - Luciana Littizzetto è la vera Regina del palcoscenico dell'Ariston. Nella terza serata del Festival di Sanremo la conduttrice ne ha per tutti. Per Noemi, che «ha sbagliato tinta, e sembra un piatto di spaghetti alla puttanesca». Per Giusy Ferreri, che «ha scambiato i propri collant con quelli delle gemelle Kessler e sembra Diabolik», per Frankie Hi-Nrg, che «si scalda prima di Pedala facendo la ciclette».  Una Lucianina tra ironia e sensibilità, che non stanca mai.

Anche quando nel monologo sulla bellezza e la chirurgia estetica va a fondo così:  «Ora voi dovete spiegarmi perché una deforme volontaria che entra al Grande Fratello con le tette grandi come le cupole di San Pietro rientra nel concetto di normalità e perché se uno ha solo un braccio invece di due no». Le labbra rifatte diventano «due lumache obese», il naso prima del ritocchino «come quello di Depardieu, mica della dea Minerva», le rughe dei «solchi come il canale di Panama»:«Ho un colpo d'accetta in mezzo alla fronte che l'abbiamo solo in tre in Italia: io, Elsa Fornero e Luciano Ligabue», la barba diFabio Fazio un qualcosa che «chiamarla barba è un eufemismo, sembra il nevischio dei presepi, la peluria che fanno le pesche quando iniziano a marcire. La barba di tre giorni su Raz Degan fa figo, su Scajola sgomenta. Sugli uomini riempie come il cotone nelle mutande dei ballerini. Per le donne, quando inizia a fischiare la sirena della menopausa arriva la peluria e o quei peli lunghi e dritti come antenne, come le code delle nutrie da sembrare Bill Laden o il Pirata dei Caraibi».

Poi rivolgendosi alla Bellucci: «Se fossi in Monica mi morderei "i gomiti" da mattina a sera: perché l'hai lasciato? Fossi in te, tornerei da lui e gli direi: "Stavo sgrullando la tovaglia e non mi sono accorta che c'eri sopra tu».

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