M5s a rischio scissione: "Rete dice sì ad espulsioni senatori"

ROMA - Un gruppo di deputati del M5S è pronto a lasciare il proprio gruppo parlamentare in dissenso per le espulsioni dei quattro "ribelli" al Senato. Lo si apprende da fonti parlamentari del movimento. I "dissidenti" si starebbero contando per verificare la possibilità di formare un proprio gruppo a Montecitorio. La "scissione" avverrebbe in parallelo con quella in corso al Senato, dove quattro senatori sarebbero in procinto di lasciare il gruppo. Sarebbero in corso tentativi per far rientrare in extremis lo strappo. I quattro andrebbero ad aggiungersi agli altri quattro colleghi in via di espulsione e ad altri tre senatori M5S già fuori: Marino Mastrangelo, Paola De Pin e Adele Gambaro. Fonti interne fanno notare che ci sarebbero i numeri per la formazione di un nuovo gruppo parlamentare al Senato.

TACCONI, CON ME ALTRI 5 - ("Esco dal gruppo M5S alla Camera e con me ci sono altri 5 deputati". Così Alessio Tacconi a La Zanzara su Raio 24. "Con questo voto si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Casaleggio e Grillo. Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente".

L'ANNUNCIO DI ESPULSIONE DEI 4 SENATORI - L'annuncio arriva direttamente da Beppe Grillo: in quasi 30 mila hanno votato per ratificare la delibera di espulsione dei 4 senatori M5s. In poco più di 13 hanno votato contro.

In mattinata l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari grillini aveva votato sì alla procedura per cacciare dal Movimento Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino.

"Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti". Così Beppe Grillo, nel lanciare il voto tra gli iscritti sull'espulsione di quattro senatori 'dissidenti'. I quattro "non sono più in sintonia con il Movimento", aveva commentato.

Battista, Bocchino, Campanella e Orellana, aggiunge, "si vedevano poco e male" e "non sono più in sintonia con il MoVimento". "Si terranno tutto lo stipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello - ha dichiarato quindi Grillo. - Non capisco le motivazioni ideologiche: 'Grillo non si fa mai vedere, Grillo dall'alto, il blog di Casaleggio'. Queste sono cazzate, non sono motivazioni ideologiche".

Le procedure di espulsione finora sono state due, da quando i Cinque Stelle sono approdati in Parlamento, un anno fa: la prima per il senatore Marino Mastrangeli, per aver partecipato a trasmissioni in tv, in contrasto con le indicazioni di Beppe Grillo; la seconda per la senatrice Adele Gambaro, accusata di aver criticato il leader pentastellato.