Marò, Corte suprema rinvia ancora. La reazione di Letta, "E' inaccettabile"

NEW DELHI - Ancora un rinvio. La Corte suprema indiana ha procrastinato per l'ennesima volta la decisione sul caso dei marò, fissando una nuova udienza per martedì 18. La procura ha confermato la richiesta dell'applicazione della legge Sua act senza pena di morte, mentre la difesa italiana si è duramente opposta a qualsiasi ipotesi di legge antipirateria. In mattinata a New Delhi è arrivato anche il ministro Mauro, per essere accanto ai due fucilieri di Marina.

Inaccettabile l'imputazione proposta dalle autorità indiane. L'uso del concetto di terrorismo da rifiutare in toto, l'Italia e l'Ue reagiranno". Così il premier Enrico Letta su Twitter commenta la richiesta, giunta dalla Procura indiana, di applicare la legge antiterrorismo nei confronti dei due marò.

Nell'udienza di oggi il giudice Chauhun ha ascoltato la pubblica accusa, che ha confermato la richiesta dell'applicazione nella vicenda della legge per la repressione della pirateria (Sua act), e la categorica opposizione ad essa da parte dell'avvocato della difesa italiana Mukul Roahtgi.

"SE SUA ACT RIPERCUSSIONI NEGATIVE" - "Qualora fosse convalidata dalla Corte Suprema" la tesi del 'Sua Act', la legge antipirateria, si tratterebbe di "un esito di estrema gravità, sconcertante e contradditorio. Esso comporterebbe conseguenze negative nelle relazioni con l'Italia e con l'Unione Europea, con ripercussioni altrettanto negative anche sulla lotta globale contro la pirateria". Lo sottolinea, in una nota, palazzo Chigi sul caso dei due marò.

BONINO, "ONU STRADA EVENTUALE" - "Queste sono strade eventuali, tutto è sul tappeto. E penso anche che forse non è il caso di rendere pubbliche tutte le carte che abbiamo". Così il ministro degli Esteri Emma Bonino rispondendo a chi le chiedeva se tra le possibili reazioni dell'Italia nel caso marò ci sia anche un ricorso davanti al tribunale delle Nazioni Unite per il diritto del mare.