di Luca Losito - Finale thriller, beffardo, quasi insopportabile, dopo una gara ben giocata dal Milan. Diego Costa firma il colpaccio dell'Atlético in prossimità del 90', sfruttando il solito errore grossolano della difesa rossonera. Gli uomini di Seedorf calano vistosamente nella ripresa, dopo aver dominato e colpito due pali nella prima frazione. A Madrid, però, bisognerà provarci. I colchoneros non sembrano impenetrabili.
Il primo tempo è il migliore visto sin qui nell'era di Clarence Seedorf. L'olandese ripone l'autolesionista 4-2-3-1 e si affida ad un dinamico e più robusto 4-4-1-1. La squadra ne trae giovamento, l'Atlético pian piano sparisce dal campo. I rossoneri, a tratti, incantano: prima Kakà disegna col sinistro una traiettoria sublime, che va però a stamparsi sulla traversa; poi l'ottimo Taarabt spennella sulla testa di Poli, ma Courtois devia con una prodezza la palla sul palo. Sfortuna assoluta, che si ripete ancora per Kakà : il brasiliano calcia in piena area, su delizioso invito di tacco di SuperMario, ma la sua parabola termina alta di un soffio. Bella prima parte, ma si va al riposo sullo 0-0.
Nella ripresa Simeone azzecca la mossa tattica per imbrigliare i rossoneri: i colchoneros passano ad un folto centrocampo a 5, rendendo più difficile la vita agli uomini di Seedorf. Il Milan, tappato dagli spagnoli, cala fisicamente, e così sono gli ospiti ad alzare il baricentro. Vere e proprie occasioni non se ne vedono, almeno fino all'affannoso finale di gara. All'87', su corner, arriva la beffa: buco incredibile nel cuore della retroguardia rossonera, Diego Costa non ha problemi ad infilare l'1-0 da due passi. Tanti, troppi gli errori individuali e collettivi in questa circostanza, basti pensare che dietro il bomber madrileno c'era anche un altro avversario pronto a colpire. Il Milan reagisce disperatamente: il siluro di Ramì non inquadra la porta, il risultato non cambia.
Il Milan esce dunque sconfitto dal confronto con l'Atlético, consapevole di aver gettato al vento un'ottima occasione. Al Vicente Calderòn, si sa, sarà tutto più difficile. Certo, arrendersi adesso, considerando che la Champions resta l'unico obiettivo “possibile”, sarebbe davvero una follia. Quindi, per la banda Seedorf, bisognerà cercare di ripetere questa prestazione in Spagna. Sperando che la Dea bendata sia un po' più benevola di quanto non lo sia stata nella gara di San Siro.
Il primo tempo è il migliore visto sin qui nell'era di Clarence Seedorf. L'olandese ripone l'autolesionista 4-2-3-1 e si affida ad un dinamico e più robusto 4-4-1-1. La squadra ne trae giovamento, l'Atlético pian piano sparisce dal campo. I rossoneri, a tratti, incantano: prima Kakà disegna col sinistro una traiettoria sublime, che va però a stamparsi sulla traversa; poi l'ottimo Taarabt spennella sulla testa di Poli, ma Courtois devia con una prodezza la palla sul palo. Sfortuna assoluta, che si ripete ancora per Kakà : il brasiliano calcia in piena area, su delizioso invito di tacco di SuperMario, ma la sua parabola termina alta di un soffio. Bella prima parte, ma si va al riposo sullo 0-0.
Nella ripresa Simeone azzecca la mossa tattica per imbrigliare i rossoneri: i colchoneros passano ad un folto centrocampo a 5, rendendo più difficile la vita agli uomini di Seedorf. Il Milan, tappato dagli spagnoli, cala fisicamente, e così sono gli ospiti ad alzare il baricentro. Vere e proprie occasioni non se ne vedono, almeno fino all'affannoso finale di gara. All'87', su corner, arriva la beffa: buco incredibile nel cuore della retroguardia rossonera, Diego Costa non ha problemi ad infilare l'1-0 da due passi. Tanti, troppi gli errori individuali e collettivi in questa circostanza, basti pensare che dietro il bomber madrileno c'era anche un altro avversario pronto a colpire. Il Milan reagisce disperatamente: il siluro di Ramì non inquadra la porta, il risultato non cambia.
Il Milan esce dunque sconfitto dal confronto con l'Atlético, consapevole di aver gettato al vento un'ottima occasione. Al Vicente Calderòn, si sa, sarà tutto più difficile. Certo, arrendersi adesso, considerando che la Champions resta l'unico obiettivo “possibile”, sarebbe davvero una follia. Quindi, per la banda Seedorf, bisognerà cercare di ripetere questa prestazione in Spagna. Sperando che la Dea bendata sia un po' più benevola di quanto non lo sia stata nella gara di San Siro.
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