Nasce il consorzio turistico 'Gravina in Murgia'

di Giuseppe Massari - E’ stato presentato, nella giornata di mercoledì 19 febbraio 2014,, ufficialmente, a Gravina in Puglia, in provincia di Bari, il neonato consorzio turistico “Gravina in Murgia”, grazie all’impegno sinergico del Comune, della Diocesi, delle associazioni locali ed a quello - essenziale e determinante - degli imprenditori che hanno scelto di investire in esso, in termini di risorse e competenze.

Il presidente del consorzio, Nicola Lavenuta, insieme ai suoi collaboratori, ha anticipato le finalità strategiche del nascituro consorzio, auspicando collaborazione nel rispetto dei ruoli e sollecitando la dovuta attenzione del Municipio, in materia di programmazione territoriale,  soprattutto riferita al rilancio del comparto, presentando un piano triennale di attività, per promuovere in loco e nel mondo il brand Gravina in Puglia. In questo ambizioso progetto di marketing del territorio, fortemente sostenuto dall’Amministrazione comunale e dalla Chiesa locale, i punti di forza sono: la storia e la cultura, il paesaggio e la natura, le Chiese e le opere d’arte, lo sport e il folclore e – non possono mancare – i prodotti tipici. Positive, al riguardo, le risposte arrivate dai rappresentanti municipali.

Se per l’assessore al turismo e al marketing territoriale, SergioVarvara, che nell’ultimo anno e mezzo ha coordinato il tavolo di lavoro dal quale è scaturita la nascita del consorzio, «l’iniziativa sarà sostenuta con lealtà e convinzione, perché va a colmare il vuoto di cultura della recettività che ha sin qui caratterizzato in larga parte il settore», per il primo cittadino, Alesio Valente, «la strada intrapresa è quella rispondente alla necessità di unire e porre in dialogo costante i protagonisti dello sviluppo del territorio, secondo un obiettivo da noi sempre perseguito». Scopo alla cui concretizzazione si lavorerà, ha aggiunto Valente, «definendo insieme al consorzio una serie di misure ed azioni da adottare per facilitare percorsi di crescita certo economica ma anche e soprattutto culturale: valuteremo il ricorso a strumenti in grado di consentire il superamento di antiche criticità, ad esempio all’interno del centro storico, per aiutare i gravinesi a vivere meglio, a rendersi artefici di nuove possibilità occupazionali e ad essere pronti a contribuire a cambiare il volto di una città che forte della propria storia e delle proprie ricchezze artistiche, culturali ed antropologiche vuole candidarsi con orgoglio a diventare patrimonio mondiale dell’Unesco».

Infatti, sono in corso, da circa un anno rapporti, relazioni, incontri con il Ministero ai beni culturali, i rappresentanti Unesco, gli amministratori del Comune di Matera, città già patrimonio dell’umanità dal 1993, per allargare, allungare la fascia di comprensione, includendo la città di Gravina, in quel patrimonio di interesse mondiale fondato sui comuni habitat rupestri che caratterizzano le due zone.

Nel corso della serata sono intervenuti, a nome della diocesi il novello pastore mons. Giovanni Ricchiuti, il sindaco, l’assessore al turismo, il presidente del Consorzio, e altri rappresentanti istituzionali, a livello provinciale, regionale e territoriale. Una nota, forse, un po’ stonata, giunta a margine della serata. La dissociazione, il dissenso e la presenza di posizione negativa della Confcommercio locale, che ha deciso di non aderire e disertare ogni possibilità, al momento, di collaborazione. Un consorzio, insomma, che nasce monco, perché privo di una rappresentanza di categoria ed imprenditoriale molto radicata sul territorio. Un gap negativo che potrà, con il tempo, essere recuperato, anche se non è l’unico, visto che è tutto da chiarire, al di là dei programmi, delle dichiarazioni di intenti e delle buone intenzioni, quale deve essere la finalità vera di una struttura organizzativa, che non puntare solo a miracolizzare la categoria dei ristoratori e dei gestori delle strutture ricettive, ma porsi come volano economico in grado di coniugare interessi possibili, facendo leva sugli aspetti culturali che il turismo dovrebbe saper rappresentare al meglio e trascinare sull’onda di un fattore non momentaneo,  né provvisorio, né improvvisato  e né emotivo.

La strada è lunga. Il cammino è appena iniziato. Bisogna dare tempo al tempo, purchè siano chiari gli obiettivi che si vogliono e si devono raggiungere in quello che deve essere lo sviluppo armonico, globale ed integrale di una città, ricca e vogliosa di riscattarsi, ma, ancora, un po’ anchilosata o non ancora in grado di fare salti di qualità e migliorativi di crescita reale e non virtuale, o non demagogica o fortemente politicizzata, come purtroppo, è avvenuto negli anni scorsi, quando è stata creata solo la palude e il pantano per ogni possibile soluzione di sviluppo mancato, anche se a portata di mano.

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