Renzi parla chiaro: "A me conviene il voto ma all'Italia no"

ROMA - "A me conviene votare, ma all'Italia no": con queste parole Matteo Renzi su twitter detta i tempi dell'azione del suo partito e, di riflesso, della durata del Governo. "Siamo a un passo da una riforma storica - scrive il segretario del Pd - Senato, province, legge elettorale, titolo V".

Il segretario sceglie la direzione del Pd per lanciare un messaggio molto chiaro ai suoi, innanzi tutto, ma anche agli alleati e agli avversari "dialoganti": "Il tempo per fare le riforme è scaduto" dice. E non batte ciglio di fronte ai sondaggi che vedono il centrodestra con Casini vincente, se si votasse ora con l'Italicum: "Le elezioni si vincono o si perdono se si prendono i voti non se si cambia sistema elettorale". Con il Pd, il segretario vede "un raggruppamento di moderati" e "presumibilmente una parte della sinistra".

Rapporti chiari con il governo di Enrico Letta: nell'intervento finale Renzi ci tiene a smentire chi lo descrive come un elemento logorante per l'esecutivo: "Il Pd nei confronti del governo si è sempre comportato in modo serio" sostiene in sostanza il segretario democratico: "Anche quando tra di noi si è discusso, poi fuori si è sempre tenuto una linea di assoluto rispetto nei confronti del governo". La posizione del numero uno democratico è, almeno a parole, molto netta: "Io sto allo schema di governo che ci propone il presidente del Consiglio. Ho fatto riferimento allo schema di aprile: 18 mesi, uscita da crisi di cui Enrico vede i primi segni, per lo meno così ci ha detto oggi, e il pacchetto di riforme. Sto sullo schema lì che è quello dei 18 mesi, ne mancano 8". Si vuole cambiare schema? Si chiede Renzi: "Discutiamone alla prossima direzione, il 20".

Nell'intervento precedente Renzi si era rivolto direttamente a Letta:  se il premier  "ritiene che ci siano delle modifiche da porre, affronti il problema nelle sedi istituzionali e giochiamo a carte scoperte". La risposta arriva dallo stesso Letta che interviene subito dopo: "Per il governo galleggiare non è possibile". "Abbiamo un'occasione eccezionale da cogliere nel 2014" ha aggiunto Letta ribadendo il suo impegno per le riforme e per portare l'Italia fuori dalla crisi, nuovamente in un terreno di crescita: "Se la cogliamo entriamo nella storia del nostro Paese".

Le riforme dunque urgono, dopo la legge elettorale c'è da affrontare il titolo V della Costituzione e il "nuovo Senato". Il segretario aveva già svelato la sua proposta: un’assemblea di 150 persone composta da sindaci e presidenti di Regione, esponenti della società civile scelti dal capo dello Stato, rappresentanti delle autonomie locali. Per nessuno ci sarà l'indennità.  Non manca invece nelle parole di Letta un attacco al M5S: "La settimana scorsa si è capito definitivamente come stanno le cose: appena partito un percorso di riforme efficaci, il Movimento 5 Stelle si è messo di traverso con i modi che abbiamo visto".

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