Sensazionale scoperta di Francesco Pellegrino: individuata su una pietra la figura del vescovo Kinnamo

di Vittorio Polito - È stato pubblicato da Francesco Pellegrino per la Bibliotechina di Tersite della Levante Editori il volume “La chiesa di san Memnone e il vescovo Kinnamo” (pp. 166 + 16 ill. - € 22).

Il prof. Francesco Pellegrino messo in quiescenza nel 2009, dopo una vita passata nell’ambito della scuola con incarichi di rilievo presso i Provveditorati agli Studi di Bari e Matera, ha rispolverato la sua vecchia passione per la storia locale.

«Per te, Roccaforzata, ho scritto queste righe tirandole fuori dal dimenticatoio in cui, pigro, le avevo abbandonate qualche anno addietro. Non leggerai nulla delle tue antiche origini perdute nella opaca caligine dei tempi andati brulicanti di cose e di uomini e di fatti. Poco dirò delle tue vicissitudini magno greche nel dinamico circondario jonico e di cosa fosti durante la romana dominazione o del ritorno di stirpi balcaniche. 

Appena descriverò delle tue vicende in tempi a noi più vicini, del pungente bagliore che repentino avesti dalla venuta dei Normanni e dalla asmatica tenuta dei Bizantini in quel frastagliato breve periodo durato poco più di un decennio a metà corsa dell’XI secolo, mosso da una serie di osservazioni e di studi di circostanziati documenti amministrativi, senza per questo pretendere di voler asseverare una versione definitiva, bensì offrire una lettura di circostanze e fatti determinati dall’incontro di diverse civiltà preesistenti, sovrapposte o pervenienti da altre latitudini nel durare dell’epoca trattata.

A te, dunque, vivace “paisiello” del Sud, presento questo modesto saggio di storia come racconto, come ricerca, come problema tracciato con un ‘metalinguaggio’ percepibile anche dal non-specialista, con i segni di una partecipata attenzione meridionalistica, senza peccare di pretese. Una pagina difficile e delicata di storia locale, con riflessi economico-giuridici, da cui poter prendere eventualmente a prestito spunti di osservazione che all’attento studioso sono più di un approccio conoscitivo della problematica trattata».

Leggendo il testo sopra riportato, estrapolato dalla premessa al libro dell'autore, si comprende meglio lo sforzo dello studioso, storico per diletto, ma rigoroso e attento cultore della non facile materia trattata.

Di immenso valore per la salvaguardia e la tutela del nostro straordinario patrimonio culturale l'album fotografico curato dallo stesso autore. Da fotografo occasionale, comunque appena sufficiente, il Nostro si avventura ad illustrarci interni di ipogei con pareti dipinte con figure di santi e monaci eremiti; conche absidali profondamente deturpate dall'insipienza dell'uomo e dalle offese del tempo; rudimentali canali di sgrondo scavati nella pietra; blocchi di pietra sparpagliati per i campi che forse sovrapposti servivano a formare il fusto di colonne portanti.

Il panorama fotografico si chiude con una chicca che potrebbe essere un preludio a ricerche più approfondite da parte di équipe di studiosi, in modo da rivelare al mondo tali splendide realtà.

Il prof. Pellegrino con una foto, chiara per quello che intende esprimere ma mediocre per la fattura, ritiene di aver individuato all’interno di un ipogeo la figura del vescovo Kinnamo.

Qualora questa intuizione fosse vera, la fatica del prof. Pellegrino sarebbe da premiare con un pubblico attestato da parte delle Istituzioni. Forse è il caso di dire… “Istituzioni, se ci siete, battete un colpo”.

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