TARANTO - “Il modo di operare di Aeroporti di Puglia nei confronti dell’aeroporto di Taranto/Grottaglie diventa sempre più contraddittorio e confuso”. Lo afferma il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli che commenta gli avvenimenti degli ultimi giorni.
A gennaio 2014 il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi rivede il Piano nazionale degli aeroporti e inserisce Taranto tra gli scali aerei di interesse nazionale. Pochi giorni dopo, nella sede nazionale dell’Enac a Roma, Aeroporti di Puglia sostiene un progetto per fare dell’aeroporto di Taranto un centro specializzato per i test range (collaudi) degli Apr, gli Aeromobili a pilotaggio remoto (droni).
Eppure, il 16 dicembre del 2013, l’Enac redige il “Regolamento per i mezzi aerei a pilotaggio remoto” nel quale si precisa che l’attività di questi aviogetti va condotta al di fuori delle zone di traffico aeroportuale (Atz) e “comunque ad almeno 8 km dal perimetro di un aeroporto e dai sentieri di avvicinamento e decollo di un aeroporto”.
“Aeroporti di Puglia – si domanda Sportelli - sapeva di queste limitazioni? Se ne era informata, perché ha sostenuto per l’aeroporto di Taranto attività sui droni interdette dal regolamento Enac? Se non ne era a conoscenza, è grave che la società che gestisce ben quattro aeroporti (unico caso nazionale), non sia adeguatamente informata su attività di sua stretta pertinenza. E’ evidente che nell’operato di Aeroporti di Puglia, c’è confusione forse alimentata dalla sovrapposizione di cariche del suo amministratore unico, il brindisino Giuseppe Acierno, che è contemporaneamente presidente del “Distretto aerospaziale pugliese”.
Per l’aeroporto di Taranto/Grottaglie, l'unico scalo intercontinentale pugliese e non solo, Adp invece di svolgere il suo ruolo di concessionario cercando i vettori, agevolando lo start up delle compagnie aeree, attivando iniziative di marketing, facendo viaggiare persone e merci, preferisce fare il mestiere di altri. Fa il mestiere dell'assessore alle Attività produttive proponendo progetti industriali, oppure dell'assessore alle Infrastrutture occupandosi di strade e ferrovie, principalmente rivolte allo stabilimento Alenia, che marginalmente interesseranno l'aeroporto.
Pertanto, si arriva all'assurdo che per attivare i voli passeggeri da Taranto si chiede alle associazioni, ai cittadini, di fare quello che Aeroporti di Puglia non fa. La società civile tarantina svolge un ruolo non solo di stimolo e di critica ma, addirittura di supplenza nei confronti di Adp. Per altri scali della Puglia, però, la Regione investe ingenti risorse pubbliche per promuovere e mantenere traffici aerei. Tutto ciò in contrasto con la convenzione tra Adp (controllata dalla Regione) ed Enac che sancisce, tra gli obblighi della concessionaria, l’erogazione di servizi con “continuità e regolarità nel principio di imparzialità e secondo regole di non discriminazione dell’utenza”. E' evidente la discriminazione nei confronti di Taranto.
L'ultima prova del differente trattamento, la offre il caso della Cityline Swiss, società che ha manifestato interesse ad avviare voli di linea da/per Taranto. Ecco cosa scrive Cityline Swiss in una nota inviata alla Camera di commercio: Rinnoviamo le nostre perplessità riguardo l'operato di Aeroporti di Puglia, è molto inusuale che una società di gestione di un aeroporto, non si faccia avanti in alcun modo verso chi presenta una programmazione così articolata e ricca come quella che abbiamo proposto noi da Taranto. Non abbiamo chiesto le cifre che Aeroporti di Puglia e il Territorio Pugliese hanno corrisposto (e corrispondono) a Ryan Air per volare da Bari e da Brindisi (da 450mila a 600mila euro per destinazione). Non abbiamo certo la potenza di Ryan Air, ma intendiamo lavorare seriamente e professionalmente. Perchè mai questo trattamento? Perchè prendere queste distanze e non dimostrarsi proattivi nei confronti della nostra iniziativa?” Non ci sono parole per commentare queste righe, ma per rendere ancora più chiaro il comportamento di Adp ricordiamo che la società di gestione ha proposto da Taranto/Grottaglie una tariffa di 1546 euro, quasi tre volte superiore a quelle ottenute dalla stessa Cityline a Roma Fiumicino (650 euro), Catania e Palermo (520 euro).
“Non entriamo nel merito della validità della proposta commerciale di Cityline Swiss, né vogliamo farci trascinare in considerazioni sulla solidità economico-finanziaria della società – aggiunge il presidente della Camera di commercio di Taranto - prendiamo atto, però, che in presenza di simili comportamenti, nessun imprenditore confermerebbe il suo interesse. Per cui non ci meraviglieremmo se Cityline decidesse di rinunciare a volare da Taranto e magari di trasferire le stesse tratte su altri scali aerei pugliesi più attrattivi. In tal caso, di chi sarà stata la colpa: del vettore o di chi non ha offerto pari opportunità ?
E’ bastato, inoltre, che si annunciasse la possibilità di effettuare voli di linea da Taranto, tra l’altro non in concorrenza con Brindisi, ma complementari con la sua offerta, per scatenare un’ingiustificata reazione di alcuni rappresentanti brindisini che in maniera assurda hanno parlato di scippo nei loro confronti. C’è da imparare dalla loro abilità di mistificare la realtà e di ribaltare le posizioni in campo. Lo scippo, lo subiscono da anni il territorio ionico ed i suoi cittadini, cui vengono negate le possibilità offerte ad altre aree della regione. A Brindisi, però, è arrivato l’immediato sostegno di Acierno che ha rassicurato i suoi concittadini sul fatto che a Taranto “solo cargo”.
Noi, invece, rispondiamo ad Acierno prendendo in prestito le parole di un altro brindisino, l’ex presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese: Ben venga la riapertura ai voli civili dell'aeroporto Arlotta. Bari, Brindisi e Taranto sono terminali dello stesso aeroporto”.
A gennaio 2014 il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi rivede il Piano nazionale degli aeroporti e inserisce Taranto tra gli scali aerei di interesse nazionale. Pochi giorni dopo, nella sede nazionale dell’Enac a Roma, Aeroporti di Puglia sostiene un progetto per fare dell’aeroporto di Taranto un centro specializzato per i test range (collaudi) degli Apr, gli Aeromobili a pilotaggio remoto (droni).
Eppure, il 16 dicembre del 2013, l’Enac redige il “Regolamento per i mezzi aerei a pilotaggio remoto” nel quale si precisa che l’attività di questi aviogetti va condotta al di fuori delle zone di traffico aeroportuale (Atz) e “comunque ad almeno 8 km dal perimetro di un aeroporto e dai sentieri di avvicinamento e decollo di un aeroporto”.
“Aeroporti di Puglia – si domanda Sportelli - sapeva di queste limitazioni? Se ne era informata, perché ha sostenuto per l’aeroporto di Taranto attività sui droni interdette dal regolamento Enac? Se non ne era a conoscenza, è grave che la società che gestisce ben quattro aeroporti (unico caso nazionale), non sia adeguatamente informata su attività di sua stretta pertinenza. E’ evidente che nell’operato di Aeroporti di Puglia, c’è confusione forse alimentata dalla sovrapposizione di cariche del suo amministratore unico, il brindisino Giuseppe Acierno, che è contemporaneamente presidente del “Distretto aerospaziale pugliese”.
Per l’aeroporto di Taranto/Grottaglie, l'unico scalo intercontinentale pugliese e non solo, Adp invece di svolgere il suo ruolo di concessionario cercando i vettori, agevolando lo start up delle compagnie aeree, attivando iniziative di marketing, facendo viaggiare persone e merci, preferisce fare il mestiere di altri. Fa il mestiere dell'assessore alle Attività produttive proponendo progetti industriali, oppure dell'assessore alle Infrastrutture occupandosi di strade e ferrovie, principalmente rivolte allo stabilimento Alenia, che marginalmente interesseranno l'aeroporto.
Pertanto, si arriva all'assurdo che per attivare i voli passeggeri da Taranto si chiede alle associazioni, ai cittadini, di fare quello che Aeroporti di Puglia non fa. La società civile tarantina svolge un ruolo non solo di stimolo e di critica ma, addirittura di supplenza nei confronti di Adp. Per altri scali della Puglia, però, la Regione investe ingenti risorse pubbliche per promuovere e mantenere traffici aerei. Tutto ciò in contrasto con la convenzione tra Adp (controllata dalla Regione) ed Enac che sancisce, tra gli obblighi della concessionaria, l’erogazione di servizi con “continuità e regolarità nel principio di imparzialità e secondo regole di non discriminazione dell’utenza”. E' evidente la discriminazione nei confronti di Taranto.
L'ultima prova del differente trattamento, la offre il caso della Cityline Swiss, società che ha manifestato interesse ad avviare voli di linea da/per Taranto. Ecco cosa scrive Cityline Swiss in una nota inviata alla Camera di commercio: Rinnoviamo le nostre perplessità riguardo l'operato di Aeroporti di Puglia, è molto inusuale che una società di gestione di un aeroporto, non si faccia avanti in alcun modo verso chi presenta una programmazione così articolata e ricca come quella che abbiamo proposto noi da Taranto. Non abbiamo chiesto le cifre che Aeroporti di Puglia e il Territorio Pugliese hanno corrisposto (e corrispondono) a Ryan Air per volare da Bari e da Brindisi (da 450mila a 600mila euro per destinazione). Non abbiamo certo la potenza di Ryan Air, ma intendiamo lavorare seriamente e professionalmente. Perchè mai questo trattamento? Perchè prendere queste distanze e non dimostrarsi proattivi nei confronti della nostra iniziativa?” Non ci sono parole per commentare queste righe, ma per rendere ancora più chiaro il comportamento di Adp ricordiamo che la società di gestione ha proposto da Taranto/Grottaglie una tariffa di 1546 euro, quasi tre volte superiore a quelle ottenute dalla stessa Cityline a Roma Fiumicino (650 euro), Catania e Palermo (520 euro).
“Non entriamo nel merito della validità della proposta commerciale di Cityline Swiss, né vogliamo farci trascinare in considerazioni sulla solidità economico-finanziaria della società – aggiunge il presidente della Camera di commercio di Taranto - prendiamo atto, però, che in presenza di simili comportamenti, nessun imprenditore confermerebbe il suo interesse. Per cui non ci meraviglieremmo se Cityline decidesse di rinunciare a volare da Taranto e magari di trasferire le stesse tratte su altri scali aerei pugliesi più attrattivi. In tal caso, di chi sarà stata la colpa: del vettore o di chi non ha offerto pari opportunità ?
E’ bastato, inoltre, che si annunciasse la possibilità di effettuare voli di linea da Taranto, tra l’altro non in concorrenza con Brindisi, ma complementari con la sua offerta, per scatenare un’ingiustificata reazione di alcuni rappresentanti brindisini che in maniera assurda hanno parlato di scippo nei loro confronti. C’è da imparare dalla loro abilità di mistificare la realtà e di ribaltare le posizioni in campo. Lo scippo, lo subiscono da anni il territorio ionico ed i suoi cittadini, cui vengono negate le possibilità offerte ad altre aree della regione. A Brindisi, però, è arrivato l’immediato sostegno di Acierno che ha rassicurato i suoi concittadini sul fatto che a Taranto “solo cargo”.
Noi, invece, rispondiamo ad Acierno prendendo in prestito le parole di un altro brindisino, l’ex presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese: Ben venga la riapertura ai voli civili dell'aeroporto Arlotta. Bari, Brindisi e Taranto sono terminali dello stesso aeroporto”.