Teatro: 'L’amore è un gambero', la recensione

di Giuseppe Defeudis - Quanti possono essere certi di conoscere l’amore? Quanti, in base alla propria esperienza, possono dire: queste sono le regole e così vanno seguite? Sicuramente, una risposta ha cercato di darla il buon Riccardo Rossi, di scena al Teatro dei Satiri dal 5 febbraio al 2 marzo con “L’amore è un gambero” scritto con Alberto Di Risio anche regista dello spettacolo.

Il tutto ha inizio con la presentazione di quella che fu la prima proposta di fidanzamento di Rossi, goffa,  esilarante e, soprattutto, drammaticamente non a buon fine. Successivamente, dopo aver chiarito a tutta la platea che i tipi di amore sono due, quello del presente e quello del passato, con un tentativo blando di presentare quello del futuro,  il simpatico ed elegante (mai una parola screanzata e scurrile nei suoi dialoghi) comico romano ha cercato, riuscendoci,  di percorrere il tragitto amoroso di un uomo ed una donna, sottolineando l’aspetto miserabile del maschio medio, avvolto da pregiudizi, spavalderia ed ingenuità. Ad uscirne da trionfatrice è sicuramente la donna, grande leader della coppia che, con astuzia e rispetto “genetico” della sua categoria, riesce a gestire il ménage di coppia nel miglior modo possibile. Fin quando possibile. Tra una analisi dell’innamoramento a quella della cerimonia matrimoniale, passando dalla convivenza coniugale alla gestione del tradimento, lo spettacolo di Riccardo Rossi è l’ ennesima dimostrazione che tale attore ha tanta stoffa da vendere, più di quella che finora ha potuto, o gli è stato consentito,  vendere.

E’ una realtà da coltivare ancora di più e lo spettatore italiano non aspetta altro che continuare a godersi questa bella realtà di artista italiano.

Di scena al Teatro dei Satiri fino al 2 marzo 2014. Da non perdere!

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto