BARI - “La Regione intende valorizzare la società Terme di Santa Cesarea”. Lo ha affermato l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone a conclusione della seduta dalla 4° commissione in cui hanno avuto luogo, su richiesta dei consiglieri Salvatore Negro (UDC) e Aurelio Gianfreda (Democratici autonomi), le audizioni in merito allo stato di crisi in cui versano le terme di Santa Cesarea, cui hanno partecipato il sindaco dello stesso Comune, l’assessore al Bilancio della Provincia di Lecce, componenti del consiglio di amministrazione e rappresentanti sindacali.
Gli esercizi finanziari relativi agli ultimi 7 anni si sono conclusi con perdite anche consistenti. A questo si è aggiunto un contenzioso tra Regione e Comune (che detengono la proprietà della società nella misura rispettivamente del 50,49% e del 49,47%) in relazione al mancato rinnovo della concessione regionale per le acque termali, rispetto al quale in ultimo il Consiglio di Stato ha stabilito che è necessario aprire alla competizione. A tutto questo si è aggiunta la legge di stabilità 2014 che all’art. 1 comma 569 fissa al 30 aprile il termine entro cui le quote della società devono essere dismesse in funzione della privatizzazione della stessa.
In questo contesto è emersa forte la richiesta di capire qual è il progetto di rilancio delle Terme in un quadro di sviluppo turistico dell’intera area, salvaguardando i livelli occupazionali.
L’assessore Capone, dopo aver fatto il punto della situazione sulle vicende che hanno portato alla condizione attuale, ha sottolineato che è necessario procedere d’intesa con tutti i soggetti interessati, allargando il tavolo di lavoro previsto anche al partenariato economico e sociale (associazioni di categoria e sindacati), per addivenire in maniera celere al nuovo assetto che vedrà la Regione impegnata anche nella ricerca di nuovi partner di gestione anche internazionali.
Gli esercizi finanziari relativi agli ultimi 7 anni si sono conclusi con perdite anche consistenti. A questo si è aggiunto un contenzioso tra Regione e Comune (che detengono la proprietà della società nella misura rispettivamente del 50,49% e del 49,47%) in relazione al mancato rinnovo della concessione regionale per le acque termali, rispetto al quale in ultimo il Consiglio di Stato ha stabilito che è necessario aprire alla competizione. A tutto questo si è aggiunta la legge di stabilità 2014 che all’art. 1 comma 569 fissa al 30 aprile il termine entro cui le quote della società devono essere dismesse in funzione della privatizzazione della stessa.
In questo contesto è emersa forte la richiesta di capire qual è il progetto di rilancio delle Terme in un quadro di sviluppo turistico dell’intera area, salvaguardando i livelli occupazionali.
L’assessore Capone, dopo aver fatto il punto della situazione sulle vicende che hanno portato alla condizione attuale, ha sottolineato che è necessario procedere d’intesa con tutti i soggetti interessati, allargando il tavolo di lavoro previsto anche al partenariato economico e sociale (associazioni di categoria e sindacati), per addivenire in maniera celere al nuovo assetto che vedrà la Regione impegnata anche nella ricerca di nuovi partner di gestione anche internazionali.
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