ROMA - L'Ucraina sprofonda nuovamente nel caos, con 25 morti negli scontri di piazza a Kiev, e l'Ue si avvia a decretare sanzioni contro i responsabili della repressione in una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri convocata per domani pomeriggio a Bruxelles. La nuova escalation e' arrivata meno di 48 ore dopo lo sgombero di alcuni edifici pubblici occupati e l'entrata in vigore dell'amnistia per poco piu' di 200 oppositori. A favore di misure mirate come sanzioni finanziarie e restrizioni sui visti da parte dell'Ue, si sono schierati, fra gli altri, Francia, Germania, Polonia e lo stesso presidente della Commissione, Jose' Manuel Barroso. Alla Polonia e' stato chiesto d'inviare "presto" a Kiev il proprio ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, per conto dei Ventotto.
Un bilancio ufficiale di un giorno e una notte di scontri, fra assalti ai palazzi del potere e irruzioni della polizia negli accampamenti dei manifestanti pro-Ue, parla di almeno 25 morti e 351 feriti. Per il ministero dell'Interno tra i morti ci sono 10 poliziotti e altri 371 agenti sono rimasti feriti.
Intanto l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiesto "un'indagine urgent e indipendente". Il presidente Viktor Yanukovich, che nella notte ha parlato al telefono con il collega e alleato russo, Vladimir Putin, ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale, accusando l'opposizione di aver "passato il segno quando ha chiamato la gente alle armi", incorrendo in una "palese violazione della legge".
Un bilancio ufficiale di un giorno e una notte di scontri, fra assalti ai palazzi del potere e irruzioni della polizia negli accampamenti dei manifestanti pro-Ue, parla di almeno 25 morti e 351 feriti. Per il ministero dell'Interno tra i morti ci sono 10 poliziotti e altri 371 agenti sono rimasti feriti.
Intanto l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiesto "un'indagine urgent e indipendente". Il presidente Viktor Yanukovich, che nella notte ha parlato al telefono con il collega e alleato russo, Vladimir Putin, ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale, accusando l'opposizione di aver "passato il segno quando ha chiamato la gente alle armi", incorrendo in una "palese violazione della legge".