BARI - “Credo che in un quadro catastrofico, quale quello che descrive un Sud in una condizione nazionale di grave crisi economica e di rischio di fuoriuscita dalla storia industriale del nostro paese, la Puglia rappresenti un luogo di grande vivacità, legata proprio alla volontà ostinata di fare politica industriale”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola concludendo questa mattina a Bari il convegno dedicato alla presentazione del “Terzo Rapporto della Fondazione Ugo La Malfa sulle imprese industriali del Mezzogiorno 2008/2012”.
“Penso che le proposte contenute nel Rapporto – ha aggiunto Vendola - riguardino la necessità di non abbandonare il Sud. La Puglia non si può salvare da sola, la Puglia si salva se, insieme al Mezzogiorno e al sistema paese, è in grado di accogliere la sfida di una globalizzazione nella quale non si può essere protagonisti con la paura, si è protagonisti con il coraggio. Ma serve uno Stato che capisca che il Sud non può fare economia del bricolage, non può fare solo turismo e artigianato. L’industria e l’agricoltura sono le due gambe fondamentali sulle quali può camminare il Mezzogiorno d’Italia”.
Per Vendola “occorre, in qualche modo, costringere il pubblico a vincolare, per esempio il sistema degli incentivi, ad obiettivi di qualità: far crescere quantitativamente e dimensionalmente il sistema di imprese, farlo crescere con i processi di innovazione che riguardano anche gli insediamenti industriali, le forme degli apparati produttivi, i modelli produttivi”.
“Per quanto riguarda la Puglia – ha concluso Vendola – l’innovazione è stata la chiave fondamentale, la bussola utilizzata in tutti i settori”.
“Non bisogna rinunciare a una politica industriale nel Mezzogiorno - ha detto Giorgio La Malfa nel suo intervento di presentazione del Rapporto - la piccola e media impresa rimane il settore più solido dell’economia nazionale, tanto che se ci fosse un crescita progressiva di questo comparto di imprese, si potrebbe guardare con fiducia alle prospettive di ripresa dell’economia italiana”. La Malfa ha poi chiesto un forte impegno finalizzato a rafforzare proprio questo comparto, sottolineando la necessità di “puntare al miglioramento dell’insegnamento universitario, al sostegno della ricerca scientifica e tecnologica e al collegamento fra queste attività e le attività industriali”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola concludendo questa mattina a Bari il convegno dedicato alla presentazione del “Terzo Rapporto della Fondazione Ugo La Malfa sulle imprese industriali del Mezzogiorno 2008/2012”.
“Penso che le proposte contenute nel Rapporto – ha aggiunto Vendola - riguardino la necessità di non abbandonare il Sud. La Puglia non si può salvare da sola, la Puglia si salva se, insieme al Mezzogiorno e al sistema paese, è in grado di accogliere la sfida di una globalizzazione nella quale non si può essere protagonisti con la paura, si è protagonisti con il coraggio. Ma serve uno Stato che capisca che il Sud non può fare economia del bricolage, non può fare solo turismo e artigianato. L’industria e l’agricoltura sono le due gambe fondamentali sulle quali può camminare il Mezzogiorno d’Italia”.
Per Vendola “occorre, in qualche modo, costringere il pubblico a vincolare, per esempio il sistema degli incentivi, ad obiettivi di qualità: far crescere quantitativamente e dimensionalmente il sistema di imprese, farlo crescere con i processi di innovazione che riguardano anche gli insediamenti industriali, le forme degli apparati produttivi, i modelli produttivi”.
“Per quanto riguarda la Puglia – ha concluso Vendola – l’innovazione è stata la chiave fondamentale, la bussola utilizzata in tutti i settori”.
“Non bisogna rinunciare a una politica industriale nel Mezzogiorno - ha detto Giorgio La Malfa nel suo intervento di presentazione del Rapporto - la piccola e media impresa rimane il settore più solido dell’economia nazionale, tanto che se ci fosse un crescita progressiva di questo comparto di imprese, si potrebbe guardare con fiducia alle prospettive di ripresa dell’economia italiana”. La Malfa ha poi chiesto un forte impegno finalizzato a rafforzare proprio questo comparto, sottolineando la necessità di “puntare al miglioramento dell’insegnamento universitario, al sostegno della ricerca scientifica e tecnologica e al collegamento fra queste attività e le attività industriali”.