BARI - Il Presidente del Gruppo consiliare PdL-Forza Italia, Ignazio Zullo ha diffuso la seguente nota:
“Così come l’estromissione del Presidente Berlusconi dal Parlamento ha segnato indelebilmente una delle pagine più nere della storia democratica del nostro Paese allo stesso modo la sospensione dalle funzioni del Sindaco di Fasano, Lello Di Bari è inaccettabile in un Paese che fonda tutte le regole di convivenza democratica su una Costituzione che brilla più di ogni altra al mondo per le garanzie di rispetto della dignità della persona umana, che assume come suo diritto fondamentale la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato attraverso tre gradi di giudizio e che sancisce doverosamente il principio universale della non retroattività della legge penale.
Sospendere dalle funzioni un Sindaco, democraticamente e direttamente eletto dal popolo, solo a seguito del giudizio di primo grado, dà il segno dell’involuzione della nostra democrazia verso un giustizialismo punitivo che mortifica la dignità della persona e il principio costituzionale della presunzione di innocenza. Appare comunque, in una legge complessivamente incivile, una grave discriminazione, chiaramente passibile di per sé di ulteriori rilievi di incostituzionalità, quella per la quale ad una condanna in primo grado consegue l’immediata sospensione dalla carica di un Sindaco a fronte di una procedura più complessa per un Consigliere regionale anche in presenza di una sentenza più pesante, mentre per un parlamentare si attende l’esito del terzo grado, come se non fossero tutti cittadini di eguali diritti ed espressione della stessa sovranità popolare, che meriterebbe più salda tutela sempre e comunque da pronunciamenti sovente destinati ad essere ribaltati di organi non elettivi.
Restando comunque intatto, per la stessa vicenda ed in difesa degli stessi principi, il nostro fermo appello al Presidente Introna ed al Presidente Vendola per la difesa della dignità umana e politica e dei diritti costituzionali di un componente del Consiglio regionale, oggi rinnoviamo anche quello ai parlamentari pugliesi perché assumano una iniziativa che corregga una legge delegata frettolosa e demagogica che viola, in violazione della stessa delega, principi fondamentali e mette a continuo repentaglio la sovranità popolare e l’efficienza delle Istituzioni.
I diritti del Sindaco Di Bari e dei suoi elettori sono per noi sacri come quelli del Presidente Berlusconi e del suo Popolo, nei cui confronti è stato compiuto un autentico delitto politico”.
“Così come l’estromissione del Presidente Berlusconi dal Parlamento ha segnato indelebilmente una delle pagine più nere della storia democratica del nostro Paese allo stesso modo la sospensione dalle funzioni del Sindaco di Fasano, Lello Di Bari è inaccettabile in un Paese che fonda tutte le regole di convivenza democratica su una Costituzione che brilla più di ogni altra al mondo per le garanzie di rispetto della dignità della persona umana, che assume come suo diritto fondamentale la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato attraverso tre gradi di giudizio e che sancisce doverosamente il principio universale della non retroattività della legge penale.
Sospendere dalle funzioni un Sindaco, democraticamente e direttamente eletto dal popolo, solo a seguito del giudizio di primo grado, dà il segno dell’involuzione della nostra democrazia verso un giustizialismo punitivo che mortifica la dignità della persona e il principio costituzionale della presunzione di innocenza. Appare comunque, in una legge complessivamente incivile, una grave discriminazione, chiaramente passibile di per sé di ulteriori rilievi di incostituzionalità, quella per la quale ad una condanna in primo grado consegue l’immediata sospensione dalla carica di un Sindaco a fronte di una procedura più complessa per un Consigliere regionale anche in presenza di una sentenza più pesante, mentre per un parlamentare si attende l’esito del terzo grado, come se non fossero tutti cittadini di eguali diritti ed espressione della stessa sovranità popolare, che meriterebbe più salda tutela sempre e comunque da pronunciamenti sovente destinati ad essere ribaltati di organi non elettivi.
Restando comunque intatto, per la stessa vicenda ed in difesa degli stessi principi, il nostro fermo appello al Presidente Introna ed al Presidente Vendola per la difesa della dignità umana e politica e dei diritti costituzionali di un componente del Consiglio regionale, oggi rinnoviamo anche quello ai parlamentari pugliesi perché assumano una iniziativa che corregga una legge delegata frettolosa e demagogica che viola, in violazione della stessa delega, principi fondamentali e mette a continuo repentaglio la sovranità popolare e l’efficienza delle Istituzioni.
I diritti del Sindaco Di Bari e dei suoi elettori sono per noi sacri come quelli del Presidente Berlusconi e del suo Popolo, nei cui confronti è stato compiuto un autentico delitto politico”.