BARI - "Ho ascoltato con attenzione le parole del Ministro Martina ma non ho percepito quei segnali di svolta e di cambiamento annunciati". Lo afferma il senatore Dario Stefàno, a seguito dell'audizione con il Ministro presso la Commissione Agricoltura del Senato.
"Tanti bei propositi come ne abbiamo ascoltati molti negli ultimi cinque anni in cui al Mipaaf si sono avvicendati ben cinque Ministri. Come nelle precedenti occasioni - continua Stefàno - ho sentito parlare dell'importanza di fare squadra e di lavorare insieme ma mi resta difficile immaginare una tale modalità operativa avendo di fronte un Governo che, in continuità con il precedente, si preoccupa più di legiferare a colpi di fiducia che di amministrare il Paese, spogliando in questo modo il Parlamento delle proprie funzioni".
"Vista la strategicità che il settore primario ha dimostrato di saper interpretare in questo periodo di prolungata crisi economica e finanziaria, mi sarei aspettato innanzitutto l'apertura a risorse aggiuntive, ad integrazione di quelle comunitarie, per provare a costruire una vera politica agricola in grado di ridisegnare uno scenario nuovo per il settore."
"Mi sarei aspettato - afferma ancora Stefàno - l'annuncio della messa in cantiere di iniziative concrete per affrontare in maniera organica le criticità del sistema risolvendole: penso al tema dell'accorciamento delle filiere, dell'aggregazione, della semplificazione, dei giovani, della ricerca e della lotta alla contraffazione. Come pure mi aspettavo l'indicazione di iniziative più incisive per un comparto penalizzato come quello della pesca a cui, anche in questa occasione, è stata riservata ben poca attenzione".
"So di essere - conclude Stefàno - una voce fuori dal coro dei generali apprezzamenti che il Ministro ha ricevuto sin dal suo insediamento ma a tutti questi temi non riesco ancora a leggere indicazioni convincenti".
"Tanti bei propositi come ne abbiamo ascoltati molti negli ultimi cinque anni in cui al Mipaaf si sono avvicendati ben cinque Ministri. Come nelle precedenti occasioni - continua Stefàno - ho sentito parlare dell'importanza di fare squadra e di lavorare insieme ma mi resta difficile immaginare una tale modalità operativa avendo di fronte un Governo che, in continuità con il precedente, si preoccupa più di legiferare a colpi di fiducia che di amministrare il Paese, spogliando in questo modo il Parlamento delle proprie funzioni".
"Vista la strategicità che il settore primario ha dimostrato di saper interpretare in questo periodo di prolungata crisi economica e finanziaria, mi sarei aspettato innanzitutto l'apertura a risorse aggiuntive, ad integrazione di quelle comunitarie, per provare a costruire una vera politica agricola in grado di ridisegnare uno scenario nuovo per il settore."
"Mi sarei aspettato - afferma ancora Stefàno - l'annuncio della messa in cantiere di iniziative concrete per affrontare in maniera organica le criticità del sistema risolvendole: penso al tema dell'accorciamento delle filiere, dell'aggregazione, della semplificazione, dei giovani, della ricerca e della lotta alla contraffazione. Come pure mi aspettavo l'indicazione di iniziative più incisive per un comparto penalizzato come quello della pesca a cui, anche in questa occasione, è stata riservata ben poca attenzione".
"So di essere - conclude Stefàno - una voce fuori dal coro dei generali apprezzamenti che il Ministro ha ricevuto sin dal suo insediamento ma a tutti questi temi non riesco ancora a leggere indicazioni convincenti".