BRINDISI - Lavoratori area S.I.N. Brindisi, si concedano i benefici previdenziali della legge 257/1992 ed una deroga alla riforma Fornero. È la richiesta del senatore Dario Stefàno (SEL) che ha presentato una interrogazione al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali affinchè si consenta ai lavoratori delle imprese localizzate nell’area SIN di Brindisi e non ancora bonificati di poter accedere al pensionamento con le regole antecedenti alla riforma Fornero.
“E' già successo in passato – spiega il senatore Stefàno – come nel caso dell'ACNA di Cengio importante azienda chimica italiana, che lo Stato intervenisse per assicurare benefici di natura previdenziale ai lavoratori esposti al rischio chimico. Si segua la stessa strada anche per i lavoratori brindisini quotidianamente esposti a macroinquinanti e microinquinanti in grado nel tempo di pregiudicare la salute e ridurre l’aspettativa di vita”.
L'area di Brindisi - si ricorda nel testo della interrogazione - è stata ricompresa tra i Siti di Interesse Nazionale, cioè tra quelle aree contaminate classificate come altamente pericolose e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. Il criterio di inclusione dipende in gran parte dal rischio sanitario che le condizioni di quel sito rappresentano per le popolazioni. La gran parte di queste aree sono caratterizzate da importante presenza di impianti chimici, petrolchimici, raffinerie, centrali elettriche, porti e discariche. In queste aree generazioni di lavoratori hanno prodotto benessere e ricchezza a discapito della loro salute. Delle 63 cause di morte prese in esame dalle statistiche, alcune emergono come indissolubilmente legate a contaminazioni ambientali e lavorative.
“E' già successo in passato – spiega il senatore Stefàno – come nel caso dell'ACNA di Cengio importante azienda chimica italiana, che lo Stato intervenisse per assicurare benefici di natura previdenziale ai lavoratori esposti al rischio chimico. Si segua la stessa strada anche per i lavoratori brindisini quotidianamente esposti a macroinquinanti e microinquinanti in grado nel tempo di pregiudicare la salute e ridurre l’aspettativa di vita”.
L'area di Brindisi - si ricorda nel testo della interrogazione - è stata ricompresa tra i Siti di Interesse Nazionale, cioè tra quelle aree contaminate classificate come altamente pericolose e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari. Il criterio di inclusione dipende in gran parte dal rischio sanitario che le condizioni di quel sito rappresentano per le popolazioni. La gran parte di queste aree sono caratterizzate da importante presenza di impianti chimici, petrolchimici, raffinerie, centrali elettriche, porti e discariche. In queste aree generazioni di lavoratori hanno prodotto benessere e ricchezza a discapito della loro salute. Delle 63 cause di morte prese in esame dalle statistiche, alcune emergono come indissolubilmente legate a contaminazioni ambientali e lavorative.